Il Suicidio dell'extravergine: l'adulterazione dell'olio di oliva italiano

La reazione del mondo agricolo ed i dati: il 70% dell'IGP toscano esportato negli Stati Uniti. Galgani: 'Olio, eccellenza italiana da valorizzare'

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 gennaio 2014 14:42
Il Suicidio dell'extravergine: l'adulterazione dell'olio di oliva italiano

Il suicidio dell’olio extravergine diventa un fumetto-denuncia del popolare New York Times. E per la Toscana, regione simbolo dell’extravergine di qualità e maggior esportatore italiano con quasi 500milioni di euro, il miracolo dell’olio diventa una “barzelletta” mondiale con un danno in termini di immagine incalcolabile accompagnato da un potenziale crollo delle vendite di “olio Made in Italy”. Negli Stati Uniti è diretto e consumato il 70% dell’olio toscano IGP. In realtà il prestigioso giornale internazionale “smaschera” un suicidio che Coldiretti denuncia ormai da anni: in Toscana il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci si trasforma nel miracolo dell’extravergine di oliva e in una cattiva, pessima pubblicità per il nostro agroalimentare e per gli stessi italiani “bollati” come furbi e scorretti.

E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare le vignette di Nicholas Blechman dal titolo “Il suicidio dell’extravergine - l’adulterazione dell’olio di oliva italiano” che illustrano con una serie di 15 disegni la produzione nazionale di extravergine come un covo di truffatori, protetti dal potere politico, che importano olio dall’estero da adulterare e miscelare con quello nostrano per poi spacciarlo come Made in Italy, in barba anche alle forze dell’ordine è l’art director del New York Times Book Review ed ha utilizzato come fonte il blog Truth in Olive Oil gestito da Tom Mueller autore del libro “Extraverginità” sullo scandaloso mondo dell’olio di oliva. Per Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana “le vignette avranno un effetto negativo sull’immagine e sulle vendite all’estero dei nostri prodotti.

Purtroppo il New York Times denuncia con forza e con efficacia una situazione che conosciamo bene tutti, politica compresa, ma a cui probabilmente non si vuole dare una risposta chiara. Una legge per la trasparenza e l’etichettatura c’è, è stata approvata dal Parlamento Italiano dopo lunghe ed estenuanti battagliedella nostra organizzazione che hanno avuto un momento importante anche a Firenze, alla Leopolda con la grande mobilitazione, ma Bruxelles sta tentando di insabbiarla”. Il commento di Marcelli è duro: “provo rabbia ma anche tanta tristezza da imprenditore e da produttore perché ne esce sconfitta l’agricoltura della nostra regione, delle persone serie, degli imprenditori che producono con passione, amore e rispetto del consumatore.

E’ un danno per l’Italia e per tutti gli italiani. E’ stata messa in discussione la credibilità e la serietà della più importante agricoltura mondiale di qualità”. Dura la reazione anche del Presidente dell’Olio Toscano IGP, Fabrizio Filippi, il maggior consorzio di olivicoltori italiano: “il New York Times denuncia una situazione che andiamo denunciando da tempo ma che alza il livello del dibattito ulteriormente. Fino a che non capiremo che questa non è la stradagiusta, che questo sistema è sbagliato, e che servono pene severe, il miracolo continuerà ad avverarsi puntualmente diventando purtroppo una brutta abitudine”.

Ma Filippi è anche sicuro che il consumatore, se messo in condizioni, sapràselezionare i prodotti: “il nostro olio non è solo italiano, è toscano al 100%; - spiega ancora – c’è un’etichetta chiara, evidente, un codice di tracciabilità che è sinonimo di serietà e di qualità. I consumatori possono stare tranquilli”. Secondo il New York Times la maggioranza dell’olio di oliva venduto come italiano proviene in realtà da Paesi come Spagna, Marocco e Tunisia che esportano in Italia dove arrivano anche olio di soia ed altri oli di bassa qualità che vengono etichettati e contrabbandati comeextravergini di oliva.

Ed anche questo non è certo un segreto: in Toscana esiste la concentrazioni più significativa di produttori (17,3%) e trasformatori (16,9%) dove a prevalere sono proprio gli operatori oleari con 325 molitori e 721 imbottigliatori. Un record nazionale se contiamo che la Puglia, la regione che produce più olio nel nostro paese, ha “solo” 163 molitori e 140 imbottigliatori. Ad ogni litro d’olio prodotto – denuncia ancora Coldiretti - nella nostra regione corrispondono 10 litri di olio imbottigliato che finisce negli scaffali nazionali e soprattutto internazionali dando così vita alla parabola della “moltiplicazione” dell’extravergine.

Nella regione regina di qualità ben 5 dei 43 extravergine italiani riconosciuti dalla comunità europea secondo l’ultimo rapporto Istat con 4 Dop (Terre di Siena, Chianti Classico, Lucca, Seggiano) e 1 Igp (Toscano Igp), si produce appena il 4% dell’olio nazionale ma se ne imbottiglia e commercializza il 36-37%; 10 volte l’olio che i nostri 17milioni di olivi sarebbero in grado di sostenere. La parte mancante di quel 36%-37% che “gonfia” la capacità produttiva toscana arriva dall’estero, Tunisia, Spagna, Grecia, per essere miscelata e confusa con l’olio toscano attraverso marchi famoso sinonimo di garanzia di qualità ed italianità. La serie di vignette - riferisce Coldiretti - spiega che l’Italia è il principale importatore mondiale di olio e che nelle raffinerie italiane l’olio di oliva è miscelato con oli meno costosi e dopo l’aggiunta di beta-carotene per mascherare il sapore e di clorofilla per dare colore, viene imbottigliato ed etichettato come extravergine Made in Italy.

Le bottiglie sono spedite in tutto il mondo ed anche in Paesi come gli Stati Uniti, dove si dice che il 69 per cento delle bottiglie vendute si ritiene manipolato. Nonostante il fatto che uno speciale corpo dei Carabinieri sia addestrato per scovare l’olio adulterato ed i ripetuti raid dei diversi corpi di polizia nelle raffinerie, gli industriali sono raramente perseguiti anche perché molti possono contare su legami con potenti rappresentanti del mondo politico. Il risultato di tuttequeste frodi sono i bassi prezzi dell’olio di oliva italiano che di sta di fatto suicidando, conclude laconicamente il New York Times. Il racconto del New York Times - sottolinea ancora Coldiretti - riporta una realtà, purtroppo già nota e denunciata, di numerose frodi e contraffazioni come quella scoperta recentemente dalla Guardia di Finanza in Toscana che ha portato al sequestro di 8 milioni di bottiglie di olio di oliva destinato al mercato, con una origine e qualità diverse da quelle presentate.

A fronte di questi fenomeni sotto il pressing della Coldiretti è stata approvata nel febbraio 2013 la cosiddetta legge “salva olio” che contiene misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero Made in Italy. Ancora oggi la legge non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali denunciate dallo stesso New York Times, a livello nazionale e comunitario. Ora - continua Coldiretti - c’è la possibilità in Parlamento nella discussione in corso sulla legge comunitaria di approvare uno specifico emendamento diretto ad risponderer alle osservazioni dell’Unione Europea ed a rendere operativa la norma, ripristinando tra l’altro il tappo antirabbocco a tutela del vero extravergine italiano anche nella ristorazione.

L’Italia ha dunque l’occasione – conclude - di ricostruire una credibilità internazionale e di salvaguardare il mercato di una primaria realtà economica, occupazionale ed ambientale contro il rischio di quello che il New York Times ha chiamato il suicidio del Made in Italy. “Il fumetto pubblicato dal New York Times sulla contraffazione dell’olio extravergine d’oliva italiano mette in luce un vero e proprio crimine che prima di essere commesso nei confronti dei consumatori di tutto il mondo, viene compiuto verso la maggioranza dei nostri produttori, che sono e resteranno onesti”.

Lo sottolinea Vasco Galgani, presidente della Camera di Commercio di Firenze e presidente di Unioncamere Toscana. “Per Firenze e la Toscana l’olio extravergine non è solo un prodotto commerciale o la nostra immagine nel mondo, ma un fondamento della cultura e delle tradizioni - spiega Galgani -. Per tutelare il nostro olio extravergne d’oliva da anni la Camera di Commercio si è dotata di un laboratorio chimico merceologico che non solo controlla e analizza secondo i criteri di legge campioni di olio provenienti da buona parte dell’Italia, ma lavora per valorizzare l’eccellenza del prodotto attraverso ricerche nutrizionali e qualitative.

Gli esiti di queste ricerche vengono poi traferiti alle aziende che possono così migliorare ulteriormente la loro produzione. Solo negli ultimi tre mesi sono stati analizzati 480 campioni di olio extravergine di oliva provenienti da 120 aziende diverse e la qualità media è stata molto elevata. La contraffazione va combattuta, l’eccellenza va valorizzata”.

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