Emergenza lavoro, ci ricordiamo su cosa è fondata la Repubblica italiana, vero?

Sarà interamente dedicato alle questioni del lavoro sul territorio il prossimo Consiglio provinciale di Firenze. L'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi, convocata dal Presidente del Consiglio Piero Giunti, si riunirà giovedì 9 gennaio 2014 alle ore 15

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2014 13:06
Emergenza lavoro, ci ricordiamo su cosa è fondata la Repubblica italiana, vero?

Sarà interamente dedicato alle questioni del lavoro sul territorio il prossimo Consiglio provinciale di Firenze. L'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi, convocata dal Presidente del Consiglio Piero Giunti, si riunirà giovedì 9 gennaio 2014 alle ore 15. Domani , giovedì 9 Gennaio 2014, alle ore 14 30, è stato convocato, presso la sede di Piazza del Duomo 10, dall'Assessore Simoncini il tavolo di crisi regionale sulla vertenza Seves alla luce degli sviluppi delle ultime settimane, che hanno visto da una parte emergere nuove proposte per il sito di Firenze e dall'altra il completamento dell'accordo tra banche e il fondo Triton.

I lavoratori Seves effettueranno un presidio in Piazza Duomo di fronte alla sede della Regione Toscana in concomitanza con questo incontro da cui si aspettano chiarezza e futuro per quanto riguarda il loro posto di lavoro. Il presidio si terrà quindi dalle ore 14 30 fino alla conclusione dell'incontro. Federico Perugini, Vicepresidente Q5: "Parteciperò al presidio Seves, che si svolgerà domattina in via pico della Mirandola, davanti agli uffici della Regione, per testimoniare ancora una volta la vicinanza ai lavoratori, che prostrati psicologicamente dall'evoluzione della vicenda, che ha visto susseguirsi delusioni e speranze, non demordono, manifestando in maniera pacifica per l'affermazione di un diritto e di una libertà, il lavoro.

Il lavoro è una libertà fondamentale della Persona, che il PSI intende tutelare". Si sono svolte in questi giorni nella mensa dello stabilimento le assemblee con sciopero dei lavoratori Pirelli di Figline, per discutere del futuro dell'attività industriale. Dopo la decisione di Pirelli di vendere la divisione dello steel cord a livello mondiale, stabilimento del Valdarno incluso, annunciata lo scorso 23 ottobre durante l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, Fim Fiom e Uilm tornano a chiedere garanzie per lo stabilimento che, da 52 anni, porta avanti la produzione, nonché la ricerca e lo sviluppo della cordicella metallica con cui si costruiscono le carcasse dei pneumatici e che impiega 400 lavoratori diretti oltre ad un importante indotto.

I sindacati scongiurano la cessione alla belga Bekaert, in quanto concorrente diretta di Pirelli nel settore dello steel cord poiché ciò significherebbe la chiusura, a Figline, del comparto ricerca e sviluppo, fiore all’occhiello dello stabilimento, che i belgi hanno già al loro interno. “Siamo pronti a fare appello alla Confederazione Europea dei Sindacati affinché faccia ricorso all'antitrust europeo per verificare se Bekaert possa procedere all'operazione d'acquisto, come già facemmo per la vendita del Nuovo Pignone negli anni Novanta” è l'avvertimento dei tre segretari generali.

Riguardo alla eventuale cordata italiana auspichiamo che questa si palesi e siamo disponibili a valutarla, nella speranza che si presenti con un piano industriale serio. Domani intanto, all'incontro con il Presidente Enrico Rossi, chiederemo che la Regione si faccia carico di verificare se l'offerta della cordata italiana si è formalizzata e che si unisca a noi nel chiedere garanzie a Pirelli ed a chi si presenta come interessato a subentrarvi. L'appuntamento più importante in programma è previsto per il 14 gennaio prossimo presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

In occasione dell'incontro, a sostegno della vertenza Fim Fiom e Uim di Firenze e la RSU della Pirelli dichiarano 8 ore di sciopero di tutti i lavoratori per l'intera giornata del 14, durante il quale tutti i lavoratori Pirelli di Figline saranno a Roma a manifestare sotto la sede del Ministero. Giovedì 9 gennaio, dalle 9,30 alle 14 all'Obihall di Firenze (via Fabrizio de André), si svolgerà l'Attivo dei quadri e delegati di Cgil Toscana, alla presenza del Segretario Generale Susanna Camusso: si tratta del primo momento di discussione in vista del Congresso della Cgil che avrà la sua assise nazionale a maggio (quella Toscana avrà invece luogo a Piombino, una delle città toscane simbolo della crisi e della lotta per uscirne, il 18 e il 19 marzo).

Giovedì all'Obihall sono attese oltre 2mila persone da tutta la regione: i lavori saranno aperti da una ragazza ventenne, seguiranno gli interventi dei delegati, l'ultimo degli interventi sarà del segretario Generale di Cgil Toscana Alessio Gramolati, le conclusioni sono affidate al segretario nazionale Susanna Camusso. Il Congresso della Cgil (già questo mese inizieranno le assemblee di base, per passare poi ai livelli territoriali, metropolitani e regionali) vede licenziati due documenti, quello che ha come primo firmatario Susanna Camusso e quello che ha come primo firmatario Giorgio Cremaschi.

“L'ascolto e la partecipazione contro la rassegnazione, contro la paura e contro la solitudine che la crisi porta con sé. Ripartiamo dai nostri iscritti e dal dialogo. Il Congresso sarà una grande campagna di democrazia. Rappresentanza dei non rappresentati - soprattutto i giovani -, difesa e creazione del lavoro, economia, solidarietà, legalità, ruolo del sindacato e del suo rapporto col governo, le imprese e le amministrazioni: su questi temi gli uomini e le donne della Cgil sono chiamati a dire la propria opinione”, spiega Dalida Angelini, responsabile Organizzazione Cgil Toscana.

“Il Congresso della Cgil è anche una grande occasione per il Paese, perché apriamo un luogo democratico e partecipato dove si discuterà concretamente di problemi veri e di soluzioni, entrando nel merito delle questioni. Dire che c'è la crisi non basta, a ogni problema dobbiamo saper indicare una soluzione. E ad ogni nostra proposta dobbiamo saper dare la forza per aprire un negoziato. Perché solo contrattando potremo includere chi oggi non ha diritti e tutele e chi non ha un lavoro”, dice Alessio Gramolati “Per affrontare un tema prioritario quale quello del lavoro, lanciamo sul nostro territorio un patto generazionale”: è la proposta del portavoce di Gente di Firenze Lapo Cecconi. “Tale misura è già stata sperimentata nella Provincia di Bolzano e per una volta ha messo d'accordo tutti, politica, imprese e sindacati.

Si tratta di un meccanismo che ipotizza che i dipendenti cui manchino 3-5 anni al pensionamento possano ridurre l’orario di lavoro e agevolare così l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani sotto i trentacinque anni”. Nella Provincia di Bolzano l'accordo è stato pensato esclusivamente per i dipendenti pubblici e nel lungo periodo non comporterà né un aumento del numero complessivo dei dipendenti pubblici né alcun costo per le casse pubbliche. “Oltre a recepire la misura nel nostro territorio, proviamo ad estenderla anche ai privati” prosegue Lapo Cecconi “perchè è proprio da un patto generazionale, che possiamo garantire un futuro per i nostri giovani.

A Bolzano i risparmi effettuati grazie a tale accordo vengono utilizzati per la creazione di un fondo per l'assunzione di giovani disoccupati: a Firenze potremmo inoltre prevedere nel patto la possibilità di inserimento nelle aziende di giovani under 35 per affiancare i lavoratori che aderiscono all'iniziativa. Siamo sicuri che aziende e lavoratori beneficerebbero largamente da un simile accordo, che rappresenterebbe un'alternativa più efficace e più equa allo stage. Il patto generazionale è una soluzione che la nostra politica deve prendere in seria considerazione, perchè da un lato risponde alle istanze che derivano dall'innalzamento dell'aspettativa di vita e dall'altro cerca di dare una chance ai giovani che desiderano entrare nel mondo del lavoro”.

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