A Firenze un blitz di mobilitazione per sostenere i diritti dei pendolari

Rapporto Pendolaria 2013: tutti i dati ed i numeri del trasporto ferroviario locale in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2013 15:45
A Firenze un blitz di mobilitazione per sostenere i diritti dei pendolari

Un blitz di mobilitazione per sostenere i diritti dei pendolari, stamani nei pressi della stazione di Firenze. Riparte così Pendolaria, la campagna di Legambiente dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. "Carrozze vecchie, ritardi, e servizi ancora insoddisfacenti. Aumento del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti. Purtroppo anche il 2013 è stato un altro anno difficile per la vita dei pendolari toscani. In Toscana, dal 2011 al 2013 la media dei tagli ai servizi è stata del -6,2% e la media degli aumenti tariffari del +21,8% - dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana - e come se non bastasse tra le 10 peggiori linee d'Italia c’è la Bologna-Porretta Terme-Pistoia.

Come recentemente hanno potuto constatare di persona il governatore Rossi e il suo assessore Ceccarelli, quasi 200.000 utenti giornalieri nella nostra regione, devono assistere in modo continuo a disservizi e a disagi di ogni sorta. Pertanto, Moretti e il gruppo FS rispondano subito per quanto di loro competenza!” Alle regioni spetta infatti il compito di garantire la qualità del servizio di trasporto ferroviario pendolare. Perché sono loro a definire il Contratto di Servizio con i gestori dei treni e ad individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio, per aggiungere risorse a quelle statali per potenziare il servizio (ossia più treni in circolazione) e per il materiale rotabile (treni nuovi e riqualificati).

Ma le Regioni non sono tutte uguali. La Toscana è tra quelle che si collocano in una situazione migliore rispetto ad altre, dove la spesa è stata ridicola rispetto al bilancio. Lo stanziamento per il servizio ferroviario è stato qui di 50,1 mln - di 22,3 milioni per il materiale rotabile, con una percentuale sul bilancio regionale di 0,76% (mentre la media nazionale si attesta allo 0,40%). In valore assoluto, tra il 2003 ed il 2013 la Toscana ha investito complessivamente oltre 520 mln di euro per il sistema ferroviario (di cui 333 solo per i servizi e 149 per nuovo materiale rotabile).

Le penali applicati dalla Regione Toscana per i disservizi (puntualità, pulizia, numero di carrozze dei convogli ecc.) nel periodo 2001/2012 corrispondono 9,17 mln di euro la cui destinazione delle risorse recuperate nel 2012 in bonus per abbonamenti e biglietti. Per quanto riguarda invece la spesa regionale per tutte le infrastrutture (finanziamenti 2003 – 2013 in mln di euro) così si presenta: per le strade 697 - per le ferrovie 79 circa con un valore percentuale sul totale 2003 – 2013 di 89,83% per le strade e 10,17% per le ferrovie. I numeri che descrivono il trasporto ferroviario locale: in Toscana l'estensione della rete ferroviaria regionale è di 1.561 km, con un numero di treni di 754, il numero dei viaggiatori al giorno è di 234.000 con un numero di abbonati di 54.800 ed i diversi gestori presenti sono Trenitalia ed il Trasporto Ferroviario Toscano.

La linea di pendolari più frequentata con 20mila passeggeri/giorno è la Pisa – Firenze. Quali sono dunque i problemi che i pendolari incontrano ogni mattina nella nostra civilissima regione? Il nodo di Firenze è oggi in una situazione molto complicata perché i ritardi accumulati dalle opere relative al contestatissimo e inutile sottoattraversamento TAV del capoluogo, si ripercuotono anche sul trasporto regionale. Naturalmente, occorre migliorare anche le linee esistenti per rendere competitivo il servizio pendolare, in particolare realizzando il raddoppio della linea Borgo San Lorenzo-Firenze.

Proprio sulla linea Faentina, tra Borgo San Lorenzo e Firenze, i problemi lamentati sono numerosi, a partire dalla velocità di percorrenza dei treni, che impiegano addirittura 40 minuti per effettuare un tragitto di pochi chilometri. Si tratta di una linea non elettrificata che vede il passaggio di convogli estremamente vecchi, frequentati però da almeno 2.700 pendolari ogni giorno (con un incremento nell’ultimo anno del 14%), e che per 4 anni consecutivi è stata “eletta” la linea peggiore della Regione Toscana.

Sarebbe necessario anche il raddoppio della tratta Empoli-Siena della direttrice per Firenze, ma anche il ripristino e il successivo rilancio della tratta Siena-Grosseto dove transitava un solo treno (lentissimo) per senso di marcia nell’orario tra le 7 e le 9. Transitava perché la linea è interrotta dal 21 ottobre scorso a causa dell’alluvione dell’Ombrone e del Torrente Crevole in località La Befa. Maggiore puntualità negli orari, treni regionali nuovi in aggiunta a quelli attuali e l’ampliamento dei parcheggi auto nelle stazioni sono le principali richieste dei Comitati Pendolari del Valdarno e delle zone limitrofe a Firenze.

Molti problemi si sono venuti a creare nella zona ad Ovest di Firenze, per tutti i pendolari di Prato e Pistoia che si dirigono verso Bologna. Gli Intercity rimasti o i Regionali Prato-Bologna non possono garantire una copertura completa negli orari dei pendolari, che quindi dovrebbero ricorrere ai treni Alta Velocità con problemi di coincidenze per raggiungere Firenze, e da qui Bologna, ed un notevole aumento dei costi di abbonamento. Altro motivo di discussione è quello riguardante il futuro di una delle Freccebianche, in servizio sulla linea Tirrenica, per la quale sarebbe allo studio la deviazione di percorso su Firenze che indebolirebbe ancor di più il servizio a lunga percorrenza tra le città costiere della Toscana e le città di Roma e Genova. Buone notizie vengono invece per la linea Firenze-Pistoia-Lucca-Viareggio dove giunge finalmente a compimento il lavoro di rimodulazione dell'offerta reso necessario dalla spending review: l'esito è il mantenimento di tutte le stazioni e la soppressione di tre coppie di treni lenti sulla tratta Pistoia-Lucca in fasce orarie non pendolari.

Sicuramente una soluzione migliore rispetto alla chiusura paventata nel 2012 di ben 7 stazioni in un quadrante fondamentale per la mobilità toscana. Esempi positivi: Una risorsa importante e su cui dovrebbe puntare la Regione è quella del progetto del Tram-treno della Piana in cui si potrebbe inserire un sistema integrato di tramvie e linee ferroviarie tra Firenze, Campi Bisenzio e Prato. Anche la linea ferroviaria tra Siena e Chiusi mostra problemi significativi, con materiale vecchio e stazioni in disuso, ma al tempo stesso un’importante potenziale di sviluppo.

Si tratta di 90 km al momento percorsi in 1 ora e 20 minuti ma che con l’inserimento a fine 2011 di due convogli veloci e moderni ha mostrato come, con correnti investimenti, il potenziale di attrazione di questa linea possa essere sviluppato adeguatamente. La tramvia di Firenze, la cui rete al momento è costituita dalla sola linea T1, è uno degli esempi più importanti di come offrire un servizio moderno ed efficiente per i pendolari.

Dal febbraio 2010 alla fine del 2011 hanno utilizzato il tram circa 7,8 milioni di passeggeri, grazie anche alla frequenza delle corse (nei momenti di punta una ogni 4 minuti) ed alla velocità di collegamento, che permette di raggiungere il centro di Firenze da Scandicci in soli 23 minuti. Un pacchetto di interventi per razionalizzare, velocizzare e modernizzare il servizio ferroviario in Toscana. Il provvedimento deciso dalla Regione riguarda alcune delle direttrici principali e complessivamente tutte le linee diesel, sulle quali transiteranno sei nuovi treni Minuetto.

Sulla Arezzo-Firenze viene aumentata l'offerta, con l'inserimento di due nuove coppie di treni, una mattutina ed una pomeridiana. Inoltre, in base all'analisi dei dati di frequentazione ed alle richieste dei pendolari, saranno aggiunte delle fermate nel percorso di alcuni treni Regiostar, i regionali veloci introdotti nel 2012. Per quanto riguarda i nuovi convogli, grazie all'accordo con Trenitalia, verrà effettuato uno scambio di materiale rotabile con il Piemonte: la Toscana cederà sei treni Minuetto a trazione elettrica e ne riceverà in cambio sei a trazione diesel, da utilizzare per potenziare il servizio sulle linee diesel, quelle che hanno materiale rotabile più obsoleto.

Saranno interessate la linea Faentina, la Empoli-Siena e la Siena-Chiusi. Per migliorare concretamente la vita dei pendolari, attualmente ostaggio di un servizio sempre più vicino al tracollo, Legambiente chiede al Governo: 1. Certezze per le risorse da parte di governo e Regioni da destinare al servizio: Ministero delle Infrastrutture e Parlamento individuino le risorse necessarie nell’ambito di una politica complessiva dei trasporti, spostando finalmente le risorse della legge Obiettivo dalla strada al ferro.

Per le Regioni l’obiettivo dovrebbe essere una spesa pari almeno al 5% del proprio bilancio. 2. Approvare subito la carta dei servizi e dei diritti degli utenti: all’Autorità spetta il compito di definire le condizioni che garantiscono la tutela dei diritti dei cittadini nel processo di liberalizzazione e la qualità del servizio. Una sfida delicata perché occorre attuare una direttiva europea che prevede la liberalizzazione nel settore ferroviario stabilendo ruoli chiari anche nel controllo degli investimenti e dell’offerta.

3. Introdurre una detrazione del 20% per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale e ferroviario: uno sconto, cancellato dalla finanziaria del 2010, che allevierebbe le spese delle famiglie. 4. Un’agenzia per la mobilità in ogni regione: bisogna superare l’attuale situazione di confusione di ruoli e responsabilità riguardo ai treni in circolazione. Come negli altri paesi europei deve essere una struttura pubblica, un’agenzia regionale o metropolitana, l’interlocutore di chi viaggia in treno.

5. Un ministero che si occupi del trasporto ferroviario: garantire collegamenti ferroviari efficienti al Nord come al Sud tra i principali capoluoghi, integrati con il sistema di porti e aeroporti, è una questione politica nazionale. Chiediamo al ministero delle Infrastrutture di definire gli obiettivi di miglioramento del sistema dei trasporti ferroviari e di aprire un confronto pubblico con regioni, Ferrovie dello Stato, Autorità dei Trasporti, associazioni e imprese.

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