European Air-Crane, antincendio boschivo sta per lasciare Firenze

L’azienda intende chiudere la sede amministrativa nel capoluogo toscano per il taglio dei finanziamenti statali. Cisl: "Rimpallo di responsabilità con la Forestale".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2013 14:14
European Air-Crane, antincendio boschivo sta per lasciare Firenze

Il Ministero taglia le risorse per la lotta agli incendi, la Forestale e l’azienda si rimpallano la responsabilità di un appalto saltato e a farne le spese sono 8 lavoratori che rischiano il licenziamento. E’ la vicenda della European Air-Crane spa, operatore di servizi elicotteristici. L’azienda, che ha sede a Firenze e fa capo alla statunitense Erickson Air Crane, ha deciso di esternalizzare l’intero ramo amministrativo, licenziando 8 impiegati. Gli elicotteri Erickson S64F di proprietà del Corpo Forestale dello Stato, prevalentemente impiegati nell’antincendio boschivo, sono in gestione a European Air-Crane dal 2003, anno dell’acquisto da parte dell’ente statale.

A partire da giugno 2013 l'azienda ha subito un netto calo di fatturato, conseguenza del ridimensionamento delle attività di antincendio boschivo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e del Corpo Forestale dello Stato a cui questo servizio è affidato. Nella primavera 2013 il Corpo Forestale dello Stato ha emesso un bando per la gestione triennale dei mezzi, essendo il contratto precedente in scadenza. L'azienda sostiene che il bando sia stato annullato dal Corpo Forestale a causa di una drastica riduzione dei fondi concessi per l'appalto.

Mentre dal sito della Forestale si evince che la gara non sarebbe stata aggiudicata per invalidità dell'offerta dell'unico partecipante: European Air-Crane. Per sbloccare la situazione e garantire un servizio essenziale, l’Ente e l’azienda hanno comunque stipulato un contratto temporaneo in attesa di una nuova gara, finanziata dalla legge di stabilità 2014-2016 in corso di approvazione. Nel frattempo però l’azienda ha già avviato le procedure per il licenziamento di tutta la parte amministrativa, dando anche disdetta degli uffici, poiché i consulenti dell'azienda prevedono una possibile chiusura totale delle attività e non ritengono sussistano i presupposti per accedere agli ammortizzatori sociali. Secondo i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, Flavia Capilli, Moreno Razzolini e Davide Materazzi, invece fino a quando non si avrà la certezza di aver fatto tutto ciò che è possibile per salvare i lavoratori e l'attività da una morte preannunciata va valutata l'ipotesi di utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni Speciale. Nell’ultimo incontro fra le parti, il 14 Novembre scorso, è stato firmato il verbale di mancato accordo (ex L.223/91) ed è stata rimandata la discussione in Provincia.

Inoltre è stato chiesto l'intervento dell'Unità di crisi per sviscerare la questione. La legge di stabilità –dicono Fim, Fiom e Uilm- prevede finanziamenti sempre più ristretti per delle attività che invece lo Stato dovrebbe tutelare ed incrementare, come la salvaguardia del patrimonio boschivo italiano attraverso gli interventi essenziali della Protezione Civile e del Corpo Forestale dello Stato. A farne le spese ancora una volta sono i lavoratori, perché un'azienda che fornisce un servizio primario ed unico in Italia minaccia seriamente la cessazione dell’attività.

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