Da Giorgio Armani al Rinascimento, antologica dedicata al fotografo Aldo Fallai

Curata da Martina Corgnati, con la collaborazione, fra gli altri, di Luigi Salvioli, la mostra aprirà i battenti il 10 gennaio prossimo, per concludersi il 10 marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2013 13:50
Da Giorgio Armani al Rinascimento, antologica dedicata al fotografo Aldo Fallai

Prosegue il feeling tra la Città del Fiore e il mondo della moda, che dopo il riallestimento della Galleria del Costume, dedicato alle donne protagoniste del Novecento, ha in preparazione un’antologica dedicata al fotografo Aldo Fallai. Curata da Martina Corgnati, con la collaborazione, fra gli altri, di Luigi Salvioli, la mostra aprirà i battenti il 10 gennaio prossimo, per concludersi il 10 marzo. A ospitare il prestigiosa evento, gli splendidi spazi di Villa Bardini e del Museo Stefano Bardini, una partnership dettata dall’esigenza di dare visibilità a due istituzioni culturali che tradizionalmente restano ai margini del circuito turistico. Aldo Fallai.

Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al 2013 - promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, in collaborazione con il Comune di Firenze e il Museo Bardini -, segue un interessante percorso di rilettura filologica, che dal Rinascimento giunge sino al Novecento, attraverso la reinterpretazione artistica del fotografo che ha contribuito a creare e promuovere nel mondo l’immagine del Made in Italy. Al di là di abiti e accessori, quello che resta nel tempo è l’iconografia, della quale Fallai è raffinato interprete.

In quegli anni, infatti, il concetto di marchio tutto italiano era ancora di là da venire, ma gli stilisti ne avvertono la necessità, e fra i primi che seppe comprenderli e supportarli ci fu appunto Fallai. Fiorentino di nascita, si trasferisce a Milano nel ’76, per dedicarsi alla fotografia di moda, dove pur lavorando con la maggior parte dei grandi stilisti italiani, fra i quali Coveri, Versace e Valentino, stabilisce un duraturo e produttivo rapporto con Giorgio Armani, del quale ha realizzate la maggior parte delle campagne di lancio delle collezioni.

L’interesse di Fallai per l’arte classica e il Rinascimento emerge dal modo in cui reinterpreta le opere, sempre riscoprendo dettagli significativi che ci parlano della loro essenza. Sullo sfondo, la tradizione pittorica del Cinquecento toscano, che dona alla fotografia di Fallai un’anima tutta particolare, di sobria eleganza e di verità umana, com’è appunto nello spirito del Rinascimento fiorentino. Le mani e gli sguardi sono quei particolari espressivi sui quali l’artista focalizza la sua opera fotografica, offrendo una verità interpretativa che avvicina la fotografia all’osservatore.

Non c’è retorica, ne patinatura, soltanto un’idea di bellezza profondamente umana, associata, nel caso delle campagne pubblicitarie degli stilisti, a una grande forza comunicativa di quello che è il genio italiano. Anche in questo approccio si sente il legame con il Rinascimento, che appunto del genio italiano fu l’apoteosi. Fallai guarda al passato senza nostalgia, ma per trarvi utile ispirazione per diffondere nel mondo il valore della creatività del Paese. E la mostra, in un momento difficile quale quello che stiamo attraversando, può essere letta anche come un incentivo e un incoraggiamento a credere nel lavoro degli italiani. La scelta di allestire la sezione Rinascimento all’interno del Museo Bardini è stata dettata dalla continuità storica, perché Stefano Bardini fu tra i primi a Firenze a interessarsi di fotografia, attorno agli anni Sessanta dell’Ottocento.

Antiquario di professione, era solito fotografare le opere da lui acquistate, perlopiù rinascimentali, e spedirle ai propri clienti sparsi in tutto il mondo, book fotografici ante litteram, allo scopo di incentivare le vendite. Del suo archivio restano oggi circa 6400 lastre. Il confronto con le fotografie di Fallai è l’occasione per riflettere sulla diversa maniera di guardare al Rinascimento, oggi e nell’Ottocento. A Villa Bardini sono invece esposte le fotografie di moda, relative alle campagne pubblicitarie, accanto a ritratti di modelle e modelli, che nella sua opera divengono icone di stile. Fallai può essere a ragione considerato non un semplice fotografo, ma un artista che si serve della fotografia, e la prima antologica a lui dedicata è un modo per rendere giustizia a un importante interprete della moda italiana che ha saputo costruire un percorso coerente e dallo stile molto personale.

Dopo Firenze, la mostra toccherà la città di Shanghai, segno evidente dell’attenzione che la Cina riserva al Made in Italy. Fra gli ultimi lavori di Fallai e Salvioli, Bravo Portraits la mostra fotografica di voluta dall’Istituto Marangoni di Milano, per celebrare l’anima multietnica della scuola e le aspirazioni degli studenti delle fashion & design school di Milano, Parigi, Londra e Shanghai, attraverso i loro ritratti, e che ha riscosso grande successo nel luglio scorso, presso la Fabbrica Del Vapore di Milano. Niccolò Lucarelli

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