Appennino: da qui possono arrivare lavoro e futuro per i giovani

L'Italia ha una spina dorsale che non è fatta solo da una catena di monti, ma di cultura, socialità, economia produttiva, turistica e agro-pastorale. Si chiama Appennino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2013 15:59
Appennino: da qui possono arrivare lavoro e futuro per i giovani

FIRENZE - L'Italia ha una spina dorsale che non è fatta solo da una catena di monti, ma di cultura, socialità, economia produttiva, turistica e agro-pastorale. Si chiama Appennino, cui Slow Food Italia con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna e l'APT Servizi Emilia Romagna dedicano dall'8 al 10 novembre prossimi, a cavallo delle due regioni tra Bagno di Romagna, Santa Sofia e Badia Prataglia, il convegno L'Appennino che verrà-Stati generali delle comunità dell'Appennino. In quella sede si metteranno a confronto i protagonisti della vita, della cultura, del tessuto agro-pastorale e produttivo della catena montuosa, per individuare problematiche comuni, proposte, istanze da sottoporre al mondo politico e alle istituzioni; e per rilanciare un'area che può essere al centro di un nuova idea di sviluppo locale legato al territorio.

I documenti che saranno prodotti in novembre costituiranno la base per l'elaborazione di un vero e proprio Manifesto della montagna, che sarà presentato al Governo in Umbria a dicembre. In occasione di un altro appuntamento dove saranno affrontati temi fondamentali che possono rappresentare una risorsa per il futuro di aree definite marginali e di chi vi abita; come il turismo consapevole, l'ambiente dei parchi, delle foreste, delle acque, della fauna selvatica, l'agricoltura e il nuovo ruolo per la promozione dei prodotti e dei territori. "Una tre giorni importante - afferma presentando l'iniziativa l'assessore regionale all'ambiente e energia Anna Rita Bramerini - per elaborare nuove idee e soluzioni che contribuiscano a promuovere e rilanciare il territorio montano integrando settori complementari; non solo quello ambientale, ma anche agroalimentare e ricettivo, e in particolare la tutela e fruizione del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, uno dei tanti valori aggiunti del nostro territorio e di quello contiguo emiliano-romagnolo.

La Regione Toscana sta portando avanti – aggiunge l'assessore - l'inserimento nel Paer della strategia regionale per la biodiversità al fine di assicurarle cogenza, copertura finanziaria ma soprattutto la necessaria integrazione, sia con la programmazione delle aree protette che con le altre politiche regionali di tutela ambientale". Tra le azioni strategiche anche la promozione di Accordi agroambientali d'area per la tutela della biodiversità in aree agro-silvo-pastorali vaste e omogenee di elevato valore naturalistico. "Il Parco – ha ricordato il presidente del Parco Luca Santini - nel ventesimo anno d ella sua istituzione non può che farsi promotore di un progetto di alto valore sociale, culturale e ambientale per sostenere e tutelare ogni iniziativa a vantaggio delle popolazioni che vivono nell'area protetta e lungo i suoi confini tra Emilia Romagna e Toscana.

E' necessario far emergere l'importanza strategica del territorio, perché capace di creare, mantenere e gestire risorse fondamentali come l'acqua, l'aria e la sua biodiversità. L'obiettivo è quello di lavorare per salvaguardare la montagna e creare opportunità per gli abitanti, le imprese e l'ambiente stesso". Per Sonia Chellini, presidente di Slow Food Umbria e coordinatrice del progetto, "occorre porre all'attenzione nazionale le criticità di questo ampio territorio che al momento non ha voce.

La crisi morde, perciò vanno cercate soluzioni partendo dalle proprie radici, creando nuove occasioni di lavoro per i giovani in modo da rivitalizzare i territori abbandonati». E Liviana Zanetti, presidente di Apt Servizi Emilia Romagna, ricordando l'intesa di azione comune siglata con Toscana Promozione sotto l'egida del Parco, sottolinea che "l'offerta di vacanza dell'Appennino tosco-emiliano romagnolo, con la sua natura incontaminata, la ricchissima enogastronomia, le tradizioni artigianali, gli antichi rituali sociali, senza dimenticare gli impianti sportivi, rappresenta una risorsa turistica dal grande potenziale, in parte ancora inesplorato.In un'epoca sempre più caratterizzata dal turismo slow, dal trionfo della tipicità, dei sapori autentici del passato, del rispetto per la biodiversità, il prodotto turistico Appennino può risultare strategico per andare alla conquista dei mercati turistici internazionali".

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