Castagne, olio e prodotti tipici, ecco alcuni appuntamenti per vivere l'autunno

Rassegne sul territorio per festeggiare i prodotti tipici della stagione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 ottobre 2013 11:18
Castagne, olio e prodotti tipici, ecco alcuni appuntamenti per vivere l'autunno

DOMENICA 20 OTTOBRE dalle ore 10, nei Parchi della Val di Cornia, nuovo appuntamento del calendario di Vetrina Toscana L’arte del gusto, il gusto dell’arte. Stavolta l’azione si sposta sui parchi collinari e nello specifico a Sassetta, nel Parco forestale di Poggio Neri, con l’evento “Nel regno della castagna”. L’evento prevede una passeggiata nel cuore del parco, dove le tracce di un’economia antica di carbone e di castagne sono ancora ben visibili, e la visita al Museo del Bosco.

Al termine dell'escursione, presso il ristorante dell'Azienda Agricola La Cerreta aderente al circuito di Vetrina Toscana, pranzo degustazione tutto a base di castagna! Il menù del pranzo "Castagna in bocca!" sarà elaborato con prodotti esclusivamente di stagione, provenienti dalla stessa azienda agricola e con le castagne appena raccolte dai boschi: un’occasione unica per scoprire la versatilità e la gustosità di questo frutto tutto particolare del nostro territorio Per la visita guidata è previsto un costo di partecipazione di €.

6,00 intero e € 4,00 ridotto mentre il costo previsto per il pranzo è di € 35 (escluso vino, compreso acqua, caffè e coperto). Per partecipare all’evento è richiesta la prenotazione entro venerdì 18 ottobre. Informazioni e prenotazioni sull’evento: tel 0565 226445 / e-mail prenotazioni@parchivaldicornia.it Per info e prenotazioni relative al pranzo è possibile contattare direttamente il ristorante de La Cerreta allo 0565.794352 oppure visitare il loro sito www.lacerreta.it/. Torna a Volterra per il terzo anno la Festa di S.

Luca, nata da un’idea del gruppo creativo Collettivo Le Distillerie, l’iniziativa rientra nel Progetto Alabastrai che vede la collaborazione di alcune realtà volterrane e la partecipazione del Comune di Volterra. Il progetto è interamente dedicato alla valorizzazione dell’identità dell’artigiano Alabastraio, e la Festa un'occasione per lo scambio e la raccolta di esperienze, memorie, idee, al fine di conoscere e condividere le storie, la quotidianità e il saper fare degli artigiani.

Numerosi gli appuntamenti, con spettacoli, concerti, mostre, merende, degustazioni, pranzi, percorsi e itinerari alla scoperta della storia della città e della tradizione degli alabastrai. Da non perdere la mostra “Artigiani dell’alabastro” – Cenni di documentazione storica con foto di Piernello Manoni, la visita all’antica Bottega Pagni con elogio lirico e alla Galleria Giglioli – Bessi custode di vere meraviglie in alabastro, o le golose portate storiche – culinarie presso i ristoranti e le osterie del centro, l’itinerario “Gli etruschi e l’alabastro” con la visita alle mura e alle tombe etrusche.

Una festa, ma anche un’occasione per “rispolverare” quel mondo, tentando di restituirgli l’energia necessaria per salvarsi, come spiega Duccio Benvenuti del Collettivo Le Distillerie “ A Volterra non nevicava spesso ma le strade cittadine risultavano bianche tutto l'anno. Era la lavorazione dell'alabastro a trasformare l'antica città toscana in un luogo magico e irreale. Ma i protagonisti di questo mondo erano persone vere che per professione "grattavano" la pietra donandole forme leggiadre – continua Benvenuti che insieme a Gianni Calastri, Bruno Signorini e Nico Lopez Bruchi ha lanciato l’idea della ricorrenza – gli alabastrai, cresciuti intorno alla bottega artigiana, avevano creato un mondo a se stante dove i collanti della professione che accompagnavano la manualità ricca e le cadenze del lavoro erano la solidarietà, la cultura autodidatta ed esperienziale, il naturale divenire della festa, il libero pensiero.

Stretti fra guadagni facili da dissipare in poco tempo ed eterni momenti di crisi, gli alabastrai sono sempre rimasti dalla parte della libertà e dell'anticonformismo, del divenire politico della società – conclude Benvenuti - la fine del Novecento non poteva che essere la fine di quel mondo, ribaltato dalla società globale del "fast and chip…”. Ecco dunque la prospettiva che si vuole narrare in questa tre giorni volterrana, quella dell’artigianato, che come ogni specificità porta con sè i sapori delle terre e delle loro umanità.

http://www.youtube.com/watch?v=2rinQOjTCjI&feature=em-upload_owner SAN LUCA Ricorrenza di origine medievale, San Luca era il protettore delle corporazioni artigiane che si occupavano della lavorazione della pietra e del legname. La manifattura dell’alabastro entrò a farne parte nel ‘500 e fino a metà ’800 questa festa mantenne un carattere religioso, che pian piano andò perdendosi, mentre ne sopravvisse l’aspetto sociale. Fino agli anni ’70 il San Luca era vissuto dalla comunità artigiana come uno dei momenti più rappresentativi dell’identità alabastrina.

La Festa poteva essere celebrata con un pranzo o una cena pagata dal datore di lavoro, nel caso di laboratori con molti operai, mentre quando non si andava al ristorante erano gli stessi alabastrai a preparare le vivande, cucinate nelle botteghe e poi consumate in campagna. La Festa si concludeva con canti e musica, altre grandi passioni degli alabastrai. Ad Artimino (Prato) va in scena la “Festa del Rugiolino”. Alla Villa Medicea un pomeriggio di assaggi dedicati al vino e all’olio nuovo.

Una domenica tra assaggi di vino, olio e la fettunta cotta sul girarrosto disegnato da Leonardo Da Vinci. Alla Villa Medicea “La Ferdinanda” di Artimino (Prato) torna il 20 ottobre la “Festa del Rugiolino”, il primo vino che ogni anno esce dalla cantina della fattorio, con le uve raccolte non più tardi di due mesi prima. L’appuntamento andrà avanti dalle 11 fino al tardo pomeriggio, con degustazioni e assaggi di olio extravergine d’oliva, e quest’anno sarà corredato da un’occasione particolare: alle 17 verrà presentato il volume “Villa medicea La Ferdinanda di Artimino” di Saida Matteini (ed.

Claudio Martini, Prato) e dedicato alla “Villa dai Cento Camini” e al suo patrimonio artistico-architettonico. La festa del Rugiolino ha origini antiche: risale ai tempi della Prima Guerra Mondiale, quando l’allora proprietaria di Artimino, la contessa Carolina Sommaruga Maraini, apriva le porte della villa a contadini e famiglie della zona, offrendo dolci ai bambini e vino agli adulti. La prima volta fu nel 1917, proprio nei giorni della disfatta di Caporetto, e da qualche anno la tradizione si rinnova con un pomeriggio dedicato al bere e mangiar bene, che attira ospiti da mezza Toscana.

Alla fine, aperitivo in villa con musica d’atmosfera. Ingresso: 8 euro

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