Pietro Annigoni a Firenze nel 25esimo anniversario della scomparsa

Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa, la Città del Fiore omaggia Pietro Annigoni (1910 - 1988), con una raffinata antologica ospitata negli spazi dell’Ente Cassa di Risparmio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2013 18:07
Pietro Annigoni a Firenze nel 25esimo anniversario della scomparsa

FIRENZE - Un artista, la cui emblematica toscanità acquisita fornisce la cifra della sua grandezza, sia estetica che concettuale. Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa, la Città del Fiore omaggia Pietro Annigoni (1910 - 1988), con una raffinata antologica ospitata negli spazi dell’Ente Cassa di Risparmio, organizzata in collaborazione con la Fondazione Guelpa di Ivrea, che qui presenta un consistente numero di opere dell’artista. Con l’occasione della mostra, verrà a breve riaperto al pubblico il Museo Annigoni, arricchito da nuovi spazi e un nuovo allestimento. Milanese trasferitosi con la famiglia a Firenze nel 1925, vi rimarrà tutta la vita e qui sarà il centro della sua formazione artistica e della sua lunga attività di pittore e maestro di arti grafiche.

Proprio il clima artistico del passato farà di lui un artista fuori contesto nella sua epoca, caratterizzata dalla corrente del Modernismo; Annigoni, forte della sua sensibilità estetica, opta per la tradizione rinascimentale fiorentina, sapientemente accostata a echi del Realismo. Emerge, dalla scelte delle opere, compiuta dal curatore Emanuele Barletti, un artista completo che ha saputo spaziare in un’ampia gamma di tecniche e soggetti: paesaggi, scene figurate, nature morte, realizzate con terre grasse, colori ad olio, affresco, tecniche grafiche come la litografia e l’acquaforte.

Oltre agli aspetti tecnici, il visitatore può facilmente comprendere i molteplici aspetti dell’opera e della vita di Annigoni, un artista affascinato dal viaggio, alla costante ricerca di temi di ispirazione e spinto da una insaziabile curiosità di conoscere, al punto che si spinse in ogni parte del mondo: dall’Europa all’India, dal Sud Africa al Messico al Sud America. Quattro le sezioni della mostra, la prima delle quali invita al confronto fra le opere della collezione dell’Ente Cassa, e quelle della Fondazione Guelpa; a seguire, una serie di opere inedite provenienti da varie collezioni pubbliche e private.

Nella terza parte, con straordinaria vena poetica, sono esposte i ritratti dei membri della famiglia dell’artista, affiancate da fotografie e cimeli che coprono il periodo dagli anni Trenta agli anni Ottanta. Chiude la mostra, il nucleo di opere, tutte di piccole dimensioni, provenienti dalla Donazione Morelli. Annigoni conobbe la fama planetaria fra gli anni Cinquanta e Sessanta, distinguendosi come autore di ritratti di grandi personalità, fra le quali le attuali Regine d’Inghilterra e d’Olanda..

Il ritratto, una forma d’espressione artistica particolarmente complessa, probabilmente fra le più ambiziose che un artista possa indagare. Attraverso i tratti del volto, egli parla di un soggetto, delle sue ambizioni e angosce, dei suoi dubbi e spavalderie. Si tratta di una sorta di biografia visiva, scelta coraggiosa prima ancora che narcisistica, che quasi sempre esprime un’intensità tanto intima da indurre chi osserva a provare una certa qual commozione. Annigoni seppe intridere il suo pennello di tutto questo, come emerge, ad esempio dall’intenso ritratto di Cinciarda, il cui volto segnato dalla sofferenza rivela un uomo povero ma coriaceo e fiero di sé, esponente di una Firenze collodiana e pratoliniana, non scevra di arguzia e fantasia.

Un verismo poetico, quello con cui Annigoni ci parla dei fiorentini, che pochissimi altri artisti hanno saputo esprimere. Ugualmente intenso, ma per opposte ragioni, il ritratto della Baronessa Patricia Rawlings, esposto per la prima volta a Firenze. Fondendo la grazia rinascimentale della Gioconda - riconoscibile in particolare nella mano che stringe l’ampio mantello -, con un realismo romantico che traspare dalla profondità dello sguardo, Annigoni esprime sulla tela l’ineffabile bellezza muliebre, il cui calore febbrile ne accentua la sensualità. La lezione rinascimentale è riscontrabile anche nel Nudo femminile in un paesaggio, e nel Volto femminile; nella prima tela, del 1958, la figura muliebre, allo stato adamitico, spicca in mezzo a una Natura appena addomesticata dall’uomo, evidente rimando alla Zingara della Tempesta, il capolavoro di Giorgione che indaga il mistero della donna quale depositaria della forza naturale originaria della vita; Natura che per l’uomo, legato la raziocinio, appare appunto illeggibile.

Il Volto femminile, da parte sua, richiama la lezione leonardesca e michelangiolesca, nel volto nitido circondato da una capigliatura appena accennata. Il lirismo legato al paesaggio toscano si esplica, ad esempio, nella tela Veduta di case a Seravezza, con un lembo del piccolo borgo premontano che si staglia fra i boschi delle Apuane. Attraverso delicati colori, Annigoni dà voce alla parca bellezza toscana, in questo avvicinandosi alle pagine più ispirate di Idilio Dell’Era, anch’egli cantore mai nostalgico né banale di una civiltà agricola ormai scomparsa. Una mostra allestita nel ricordo di un grande maestro, per contribuire a divulgare la sua sterminata produzione artistica.

Come spiega il curatore Barletti, all’origine, più che la scientificità, stanno le emozioni legate al ricordo dell’artista, le cui tante opere qui esposte per la prima volta, provengono da proprietari piccolo-borghesi, e non dai grandi collezionisti come ci si aspetterebbe. Questo perché Annigoni fu un artista amato e compreso anche dal popolo, che sempre lo sentì vicino. In questo senso la mostra si può definire un’antologica, perché oltre a un’ampia panoramica di tecniche e soggetti scelti con i quali Annigoni si è misurato negli anni, è possibile ammirare l’uomo, oltre all’artista, che seppe farsi amare dall’aristocrazia e dal popolo, e la cui signorilità emerge nella sensibilità con la quale ritrae indifferentemente umili paesaggi di campagna, baronesse anglosassoni, e caratteristiche figure della Firenze popolare. A completamento dell’esposizione, il bel catalogo con ampi ed esaustivi saggi di, fra gli altri, Emanuele Barletti, Arabella Cifani, Sabrina Baldanza. Ospitata nelle sale dell’Ente CaRiFi di via Bufalini 6, la mostra è visitabile, a ingresso libero, dal 16 ottobre al 6 gennaio 2014, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, e il sabato e la domenica in orario 10-13, e 15-19. Niccolò Lucarelli

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