Quartiere Pratolini: rassegna culturale per riscoprirne la storia

Nel centenario della nascita dello scrittore fiorentino (19 ottobre 1913 – 19 ottobre 2013). Inediti: Vasco voleva andare alla guerra d'Abissinia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2013 15:28
Quartiere Pratolini: rassegna culturale per riscoprirne la storia

Dal 19 al 27 Ottobre alle Murate, la Commissione Cultura del Quartiere 1 del Comune di Firenze presenta la rassegna culturale " Quartiere Pratolini" dedicata a Vasco Pratolini nel centenario della sua nascita, oltre alle altre iniziative messe in atto dalla commissione cultura del Quartiere 1, apposizione di una lapide in via del Corno dove Pratolini ha abitato e la mostra fotografica di Giovanni Fanetti alle Oblate titolata " I ragazzi di San Frediano". La rassegna ideata e realizzata dall' Associazione Culturale "La Brigata Ballerini", vede anche la collaborazione di Arci Firenze, Exfila, Nexus Studio-Laboratorio di Arti Sceniche, Teatro del Cestello e Omikron Sound and Light Service. Tre gli eventi che si alterneranno:

"Piazzale delle demolizioni" monologo per architetto-attore, di Marco Guerrini, regia di Andrea dezi, con Francesco Tasselli, che narrerà lo sventramento del Quartiere di S.Croce.

( 21-22-23 ottobre - Sala delle Vetrate- Piazza Madonna della Neve) "Racconto crudele di gioventù", spettacolo teatrale liberamente tratto da "Il Quartiere " di Vasco Pratolini, regia di Andrea Dezi, coordinamento canti popolari dal vivo Francesca Breschi, con Costantino Buttitta ,Lorenzo De Laugier, Noemi Grasso, Chiara Meschini, Pablo Rizzo, Benedetta Rustici, Elena Talenti e Michele Zaccaria. (19-20-24-25 ottobre) "Il Quartiere in canto" concerto di musica popolare fiorentina con Lisetta Luchini e gli attori di "Racconto crudele di gioventù".

(26 e 27 ottobre).

''Che pena il sole a primavera/ senza la donna, Renzo!/ Femmineo sole sfocato/ che vieta coi Capi/ il mio corpo ondeggia al furore –/ l’arsura la febbre la lotta/ dell’Affrica che sogno che sogno/ e non vivo''. Sono versi dello scrittore Vasco Pratolini indirizzati all'amico Renzo Grazzini il 4 marzo 1935, anno XIII dell'era fascista, ai tempi della guerra d'Abissinia, rinvenuti in un fondo privato assieme a una lettera inviata allo stesso destinatario. Mai pubblicati finora, gli inediti sono trascritti nell'ultimo fascicolo monografico della rivista letteraria ''Il Portolano'', un numero (74-75) incentrato sullo scrittore fiorentino - autore di opere come ''Cronaca familiare'' (1947), ''Cronache di poveri amanti'' (1947) e ''Metello'' (1955) - a cui l'Università di Firenze e il Gabinetto Vieusseux dedicano dal 16 al 19 ottobre un convegno internazionale nel centenario della nascita.

Nel 1935 Grazzini, che era sotto le armi come sottotenente di complemento, chiese di essere inviato in Africa. Anche Pratolini avrebbe voluto partecipare, ma si era ammalato ed era stato ricoverato in sanatorio. In quell'occasione scrisse questa poesia, in cui la rabbia per essere forzatamente escluso si unisce a quella per la morte della sua compagna, poi spesso ricordata nei suoi scritti successivi. I due amici si incontreranno di nuovo nell'autunno dello stesso anno, il primo rimpatriato e il secondo guarito dalla malattia.

Le loro discussioni, sulla guerra e sulla situazione politica italiana e internazionale segneranno l'inizio di quel percorso di maturazione che potera' in seguito Pratolini a militare nella Resistenza, insieme allo stesso Grazzini. La poesia intitolata ''A Renzo Grazzini'' inizia con questi versi: ''Tu cozzi col ciel/ I tuoi sensi, lo spirito invaso dall'iride/ inespressa. E gente vuota/ nel saio della guerra che fece vivere, che vivremo/. Io stupro alle piante/ alle colline orlate di sole malato/ (come il corpo della donna che m’è sparita.

Che morta! che morta, maledetti!)/ un ritaglio di calore''. Sulla rivista ''Il Portolano'', c'e' anche una lettera inedita all'amico Grazzini dello stesso periodo: ''Renzo carissimo, anch'io vorrei scriverti a lungo, come ho scritto stamani a Becchi che s'e' fatto un altro uomo. Ma in questi giorni sono troppo angosciato dai fatti di Spagna e non ti dirrei che bischerate o parole tremende. Io so di te quanto mi basta per giurare nella tua volonta' e sul tuo orgoglio. Perche' ti sento a me vicino piu' che mai ora che non ho quasi nessuno piu' che mi voglia o che mi sappia intendere.

Se e' vero che tu torni presto - e io te l'auguro e me l'auguro - ci diremo e c'intenderemo. Se tu sei ancora costa' necessario, il tempo che passa ci portera' fatti nuovi ed idee piu' mature da riversarci nell’anima e nel cervello''.

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