Dibattito politico su amnistia e indulto, ma le carceri restano in emergenza

In Toscana le carceri esistenti dovrebbero – se fossero tutte agibili al 100% - ospitare circa 3000 detenuti, mentre in realtà sono oltre 4000 e le strutture sono agibili per circa il 70% dei posti previsti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2013 14:12
Dibattito politico su amnistia e indulto, ma le carceri restano in emergenza

Amnistia e indulto sono i temi che hanno letteralmente sequestrato il dibattito politico nelle ultime ore. Si contrappongono le frasi del Presidente della repubblica Giorgio Napolitano alle battute di Matteo Renzi rese durante l'apertura della campagna elettorale per le Primarie alla Segreteria del PD. Su queste due posizioni in merito alla necessità di applicare una misura che "snellisca" l'emergenza si stanno confrontando addetti ai lavori che la condizione carceraria la vivono quotidianamente ed ambienti politici, intellettuali, filosofici accusati di essere fin troppo distanti dalla realtà. "E’ bastato che il Presidente della Repubblica abbia ricordato alla Politica che l’emergenza carceri non può più attendere, per vedere utilizzato il tema “amnistia/indulto” come l’argomento per innescare nuove polemiche, propagande e demagogie tra i diversi schieramenti presenti in Parlamento" così interviene il segretario generale della Segreteria Regionale della Federazione Nazionale Sicurezza della CISL Toscana, Fabrizio Ciuffini Purtroppo, mentre la polemica impazza e mentre il dibattito nei talk show vede prendere posizione anche chi un carcere - dentro - non sa neanche come è fatto e come funziona, il sistema penitenziario è ormai collassato.

Sovraffollamento di detenuti, scarsità di Personale di Polizia Penitenziaria e delle altre figure necessarie alle previste attività interne, strutture più che fatiscenti, sono la condizione con cui ogni giorno nel carcere si deve fare i conti. Senza considerare che i tagli di spesa pubblica hanno pesantemente inciso anche su questo settore dello Stato, complicando ulteriormente la situazione. In Toscana la situazione è perfettamente in linea con il quadro nazionale del sistema penitenziario.

Anche qui gli interventi che vengono paventati mostrano le contraddizioni e le ipocrisie di quanti vorrebbero far credere che si stia facendo qualcosa, mentre invece non viene fatto niente. In Toscana le carceri esistenti dovrebbero – se fossero tutte agibili al 100% - ospitare circa 3000 detenuti, mentre in realtà sono oltre 4000 e le strutture sono agibili per circa il 70% dei posti previsti. Ci sono carceri con cantieri aperti (Livorno, Arezzo, Pisa, il Minorile di Firenze), ci sono carceri con interi settori chiusi (Lucca, Montelupo, Massa), ci sono carceri con situazioni tali che andrebbero chiusi e ristrutturati se non ricostruiti nuovi (Siena, Pistoia, Gorgona, San Gimignano, Volterra, Porto Azzurro, Grosseto, Firenze e Prato). Nel frattempo l’Europa ha messo l’Italia sotto una scadenza, la primavera del 2014, per adeguare gli spazi a disposizione dei detenuti e non violare la carta internazionale dei diritti umani. E allora visto che non si costruiscono carceri nuove, visto che non si depenalizzano reati minori per ridurre il numero delle persone che entrano in carcere per uscirne dopo pochi giorni, visto che non si ristrutturano quelle esistenti per recuperare gli spazi inagibili, si tira fuori nuovamente l’idea di forme di clemenza, che se sganciate da un progetto più complessivo rischiano (come avvenuto per l’indulto di 7 anni fa) di essere inutili. Nel frattempo che nulla viene fatto, adducendo alla mancanza di soldi (oltre che di volontà), assistiamo al fiorire di idee strane che da tempo la CISL contrasta, come l’ipotesi di spendere qualche milione di euro per portare circa 80 detenuti in regime speciale all’isola di Pianosa (Carcere chiuso da anni e anni).

Così come per riformare la gestione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari si spartiranno in piccoli gruppi da 20 gli attuali 100 Internati di Montelupo, in Strutture alternative che porteranno le Istituzioni (Regione in testa) a spendere altri milioni di euro. Anche per tutto ciò il dibattito di questi giorni non ci appartiene. Noi abbiamo la pretesa, rappresentando gli “addetti ai lavori” di voler pretendere - come facciamo quotidianamente - risposte concrete dalla Politica, risposte che non arrivano e che dimostrano come sia dilagante l’ipocrisia ed il qualunquismo su certi temi". “Vedo molta passione nella discussione sul sistema carcerario italiano.

Consiglio vivamente di approfondire di persona, e di toccare con mano." E’ quanto dichiara Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera, in occasione del suo periodico incontro con le strutture carcerarie locali, ieri a Ranza "Ho molto apprezzato i contenuti del messaggio che il Presidente della Repubblica ha trasmesso alla Camere la scorsa settimana. Un messaggio che ha ricordato a tutti quanti che La Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo, ci ha condannati, imponendoci di risolvere il problema entro il maggio del 2014” “E' certo - spiega Cenni - che occorrano un impegno serio e alcune modifiche strutturali e permanenti di un sistema che oggi riempie le strutture penitenziarie con molti detenuti per piccoli reati che certamente e più utilmente potrebbero scontare pene alternative.

La certezza del diritto e della pena sono fondamentali ma altrettanto lo è la dignità di migliaia di detenuti e le condizioni di lavoro degli agenti che si trovano in condizioni di estrema difficoltà nelle nostre carceri. Servono interventi strutturali, misure alternative alla detenzione e una riforma della custodia cautelare per riuscire a fare delle carceri un vero luogo di riabilitazione. Abbiamo infrastrutture che versano in condizioni vergognose e una popolazione carceraria non più gestibile.

I numeri sono impietosi: nel nostro Paese i detenuti sono oltre 65mila, contro i 47mila posti possibili, per un totale di quasi 19mila persone in più. Occorre quindi aprire una seria riflessione normativa, come abbiamo fatto nei mesi scorsi, sull’adozione di pene alternative al carcere”. “Sovraffollamento e difficoltà strutturali, oltre ad una localizzazione infelice, con tutto quanto ne consegue, sono da anni presenti anche Ranza – spiega Cenni - oggi in parte attenuati da alcune prime risposte da parte del DAP, ma restano problemi strutturali che richiedono urgenti interventi.

Da sempre le istituzioni locali si sono impegnate e in più occasioni il caso Ranza è stato portato all'attenzione dei ministri competenti e in Parlamento. Oggi la struttura può respirare grazie all’arrivo di alcune unità di nuovo personale di polizia, può contare finalmente su una direzione stabile che si sta molto impegnando, e alla quale credo vada garantita la massima collaborazione. "Ho potuto apprezzare - conclude la parlamentare senese - lo sforzo di questi mesi del direttore e del personale teso a perseguire un piano di più lungo respiro, cercando di favorire attività lavorative per i detenuti e organizzando all’interno del carcere progetti di recupero, come l’apertura di uno spazio attrezzato e reso più gradevole per favorire l’incontro tra detenuti e figli.

Ma ho anche preso visione di carenze strutturali che rendono invivibili alcune celle, e difficoltoso anche il lavoro in alcuni uffici, che richiedono interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, affrontabili senza impegni ingentissimi, e sui quali intendo impegnarmi"

I radicali fiorentini dell'associazione Andrea Tamburi lanciano una manifestazione non-violenta aperta a tutti per rispondere alle dichiarazioni del sindaco Matteo Renzi sul provvedimento di clemenza. "Oggi, ma nel 2005 lo stesso Renzi scriveva "Aderisco, allora, alla battaglia di Pannella per l'amnistia, impegno morale, civile sociale della comunità italiana".. L'amnnistia è il rientro immediato dello Stato italiano da una situazione ormai decennale di flagranza di reato non solo per la condizione criminale delle carceri ma anche e soprattutto della nostra giustizia condannata per irragionevole durata dei processi e ingiusta detenzione.

Le altre riforme necessarie (depenalizzazione, limitazione della custodia cautelare, etc...) non sono in contraddizione anzi sono disegni di legge depositati in Parlamento da radicali e saranno oggetto di voto referendario nella prossima primavera (Corte costituzionale permettendo) Sit-in per l'amnistia (con walk around fino a Palazzo Vecchio) giovedì 17 ottobre alle ore 17 in piazza San Firenze (all'angolo di Palazzo Vecchio)"

Notizie correlate
In evidenza