A Firenze ostaggio dell'autobus, tra corse saltate, deviazioni e scioperi

L'Ataf non è più pubblica, adesso appartiene ad un privato. Però la situazione gestionale mette ancora in fibrillazione i dipendenti che tornano a manifestare sotto e dentro Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2013 11:55
A Firenze ostaggio dell'autobus, tra corse saltate, deviazioni e scioperi

I dipendenti di Ataf tornano a manifestare sotto e dentro Palazzo Vecchio. "Ma Ataf non è più un'azienda pubblica, cosa sperano di ottenere?" si domandano i passeggeri definiti utenti medi, ma in realtà i veri ed i primi sostenitori del trasporto sul territorio locale. Già previsto da Cobas e sindacati lo sciopero per il giorno 18 ottobre e come sempre saranno dolori per la circolazione, per i pendolari, per tutti coloro che hanno scelto l'autobus come mezzo di trasporto per volontà o, sempre più, per necessità. Ostaggi dell'autobus.

Perché poi è questo ciò che accade, inutile nascondersi la realtà che ogni giorno transita sulle nostre strade. Perché se un turista si trova letteralmente bloccato all'interno del 17 pieno come una scatola di sardine perché mancano le vetture e non può scendere in Piazza Indipendenza, ma neppure in San Marco e riesce a trovare un varco solo in piazza Savonarola allora il ritorno in pubblicità è strepitoso. Parliamo del turista perché Firenze è, si definisce, le piace ricordarsi città turistica, ma poi tutto chiude presto, il fine settimana le strade sono ancora più scure degli altri giorni ed il trasporto viene drasticamente ridotto, come se fosse una località di frontiera simile ad un'area industriale. Con il turista c'è anche il cittadino che urla "Non entrate più, ma non vedete che non ci stiamo?" e per tutta risposta si sente dire "Ma si figuri se resto ancora qui ad aspettare il prossimo che non arriverà mai", come biasimarlo.

Sono solo le 18 di una domenica come tante in un autunno non troppo freddo. Se poi ci mettiamo anche che l'obliteratrice non funziona e nessuno timbra il tagliando immaginatevi il ritorno economico dato dal "carro di bestiame". Sembra un enorme controsenso, nel momento peggiore per l'industria automobilistica, con le tasche dei cittadini prosciugate dalle tasse, il servizio pubblico passa in mano ad un privato. Però è andata così. Per l'Amministrazione fiorentina e per le altre amministrazioni in quota di maggioranza è stata una scelta necessaria per risolvere una situazione divenuta ingestibile.

Per i dipendenti è stato un errore colossale visto che, a partire dalla Tramvia, i biglietti non sono mai mancati. Ma la Tramvia è ferma da 4 anni a Santa Maria Novella ed il trasporto pubblico rischia una frammentazione nei tempi, nei modi che preoccupa ogni giorno di più. I dipendenti protestano, ancora, in piazza Signoria, sotto il Comune di Firenze. I cittadini sopportano, più o meno in silenzio e si affidano alle paline elettroniche che non avvisano sui ritardi ma solo sui tempi effettivi di percorrenza, in modo che anche un mezzo in forte ritardo risulta sempre magicamente puntuale.

Forza della polemica sindacale, potenza della tecnologia. Firenze è immobile, ma per inerzia, spiega la fisica, si può anche rotolare. AntLen

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