Rossi a Letta e Alfano: nuovo modello di accoglienza profughi

Tre i punti principali che scandiscono lo scritto di Rossi: la tutela della vita dei migranti, l'urgenza di una rapida revisione della legislazione in materia, la necessità di predisporre un diverso e più efficace modello di accoglienza in Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2013 13:40
Rossi a Letta e Alfano: nuovo modello di accoglienza profughi

FIRENZE - Mentre la tragedia di Lampedusa è ancora in corso, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, scrive una lettera al presidente del Consiglio, Enrico Letta e al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, invitandoli ad elaborare insieme alle Regioni un nuovo modello di accoglienza dei profughi e a scongiurare il ripetersi delle numerose tragedie del mare. Rossi chiede anche la revisione della Bossi-Fini. Tre i punti principali che scandiscono lo scritto di Rossi: la tutela della vita dei migranti, l'urgenza di una rapida revisione della legislazione in materia, la necessità di predisporre un diverso e più efficace modello di accoglienza in Italia. “Ha fatto bene – scrive Rossi rivolto ad Alfano - ad andare a Lampedusa, a rendere omaggio alle numerose ed ennesime vittime di un'ingiustizia e di una barbarie senza confini e senza fine.

Lo Stato deve essere presente, le istituzioni devono essere presenti.Ora è il momento della concretezza per fare in modo che queste tragedie in futuro non si ripetano. Penso che sia possibile sorvegliare quel tratto di mare non per fare i respingimenti, già condannati dalle autorità europee, ma per intervenire tempestivamente, soccorrere e salvare vite umane dai naufragi e dalla morte”. Poi la critica alla Bossi Fini. “I superstiti della tragedia – aggiunge Rossi - appena soccorsi, sono già indagati per il reato di immigrazione clandestina.

Basterebbe questa infamia a sollecitare una rapida revisione legislativa. Anche il Presidente Napolitano ha chiesto politiche specificamente rivolte al fenomeno dei profughi e dei richiedenti asilo non regolato da alcuna legge italiana. Io condivido questa richiesta e mi auguro che Governo e Parlamento decidano di intervenire con urgenza”. Il presidente Rossi viene poi alle questioni dell'accoglienza, prima citando l'esempio della Toscana durante la crisi della primavera araba del 2011, quando in poco tempo ha accolto 1.800 migranti in 120 strutture piccole e diffuse sul territorio, gestite direttamente dai Comuni o dalle associazioni di volontariato, di ogni ispirazione; con un contributo importante da parte del mondo cattolico e della chiesa. E' rifacendosi a quella positiva esperienza che Rossi conclude la sua lettera invitando il Governo a dare “una svolta nelle politiche della migrazione, ispirata anche all'esperienza toscana, un'esigenza irrinviabile che potrebbe costituire, anche nel consesso europeo, una carta importante per l'Italia, tale da far svolgere al nostro Paese un ruolo autorevole su un tema politico e sociale di drammatica attualità e di primario interesse”. Presentata una mozione nel Consiglio provinciale per la revisione del Regolamento di Dublino in merito al diritto d'asilo.

I Consiglieri provinciali del Popolo della libertà Filippo Ciampolini, Erica Franchi, Leonardo Comucci, Manola Aiazzi, Carla Cavaciocchi e Piergiuseppe Massai, hanno presentato sul tema una mozione in Provincia di Firenze. Di seguito il testo. "Il Consiglio provinciale di Firenze viste la tragedia occorsa il 3 Ottobre 2013 sulle coste di Lampedusa, in cui un barcone con un carico di oltre 500 migranti provenienti dall'Africa si è rovesciato in prossimità dell'isola siciliana, provocando la morte di oltre 350 persone, tra vittime accertate e dispersi, tra cui donne e bambini; Dato atto che il Presidente della Repubblica, in segno di rispetto per i numerosissimi morti provocati dalla sciagura di Lampedusa, ha proclamato lutto nazionale per la giornata di Venerdi' 4 Ottobre, invitando tutte le istituzioni ad un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'isola lampedusiana; Ricordato l'intervento di Papa Francesco, che ha duramente ed efficacemente sintetizzato con la parola "Vergogna" quanto accaduto sulle coste siciliane; Considerato che, secondo i dati forniti da UNHCR (l'Alto Commissariato ONU per i rifugiati), da gennaio a settembre 2013 sono 30.100 le persone arrivate in Italia via mare, di cui 16.000 negli ultimi due mesi (Agosto e Settembre), tra questi si contano 7.557 Siriani, 7.504 Eritrei e 2.946 Somali, che fuggono da paesi in guerra a seguito della cosiddetta "Primavera Araba" che ha investito molti paesi dell'area mediterranea e mediorientale come Egitto, Tunisia, Libia, Eritrea, Somalia, Siria, ma anche dal Ciad e dal Niger; Dato atto che, a seguito della grave situazione di instabilità politica nei paesi sopra citati, il flusso di migranti non cesserà ma è destinato ad aumentare, visto che si prevede la partenza dalle coste libiche di altre ventimila persone dirette verso le coste orientali della Sicilia o di Lampedusa, prima frontiera dell'Unione Europea; Preso atto che tragedie come quella occorsa a Lampedusa potrebbe ripetersi in quanto pone il problema del controllo delle frontiere europee, poichè l'Italia, che per i profughi provenienti dall'Africa rappresenta il primo approdo utile, di fronte ad un esodo cosi' massiccio e ininterrotto di migranti necessita del supporto di tutti i paesi dell'Unione Europea ed evitare il ripetersi di drammi umani come quello ultimo del 3 Ottobre; Ritenuto pertanto necessario intervenire alla modifica del Regolamento europeo di Dublino II (2003), che scarica tutto il peso del primo soccorso e delle richieste di asilo al primo stato di arrivo del migrante, per cui, in periodi di eccezionalità come quello presente, rappresenta una norma penalizzante per i paesi, come l'Italia, che si trova a gestire da sola il flusso ininterrotto e massiccio di persone provenienti dall'Africa; Considerato altresi' che la necessità di coinvolgere tutti i paesi dell'Unione Europea nella gestione dei flussi migratori è avvallata dalle statistiche fornite dall' UNHCR, secondo le quali i profughi che attraccano in Italia si spostano nei paesi del Nord Europa (Regno Unito, Francia, Svezia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania) dove avanzano la richiesta di asilo, essendo paesi ricchi e in grado di realizzare le loro aspettative di vita; Preso atto che la questione degli sbarchi in Sicilia è un problema europeo trova conferma nei dati UNCHR, secondo i quali gli oltre 30.000 sbarchi di profughi del 2013 sulle coste siciliane non si tradurranno in richieste d'asilo in Italia, che nel 2012 ha contato circa 17.000 istanze a fronte delle 97.000 in Francia e delle 38.000 in Belgio; Per quanto sopra esposto, ESPRIME Il proprio cordoglio alle famiglie e alle nazioni delle vittime della strage di Lampedusa, che a causa del rovesciamento di un barcone carico di oltre 500 profughi, è costata la vita a 350 persone, tra vittime accertate e dispersi, tra cui donne e bambini; IMPEGNA LA GIUNTA PROVINCIALE Ad attivarsi presso le istituzioni governative nazionali e dell'Unione Europea affinchè la questione degli sbarchi in Sicilia sia gestito come problema europeo poiché riguarda il controllo delle frontiere europee di cui le coste siciliane rappresentano il primo approdo per i numerosi profughi provenienti dall'Africa; A promuovere, presso le istituzioni governative nazionali e dell'Unione Europea, una politica di gestione dei flussi migratori che coinvolga tutti i paesi dell'Unione Europea affinchè sia evitato il ripetersi di drammi umani come quello ultimo del 3 Ottobre, in considerazione anche del fatto che i profughi che sbarcano in Sicilia si spostano verso i paesi dell'Europa del Nord dove avanzano richiesta d'asilo; A promuovere, presso le istituzioni governative nazionali e dell'Unione Europea, una revisione del Regolamento europeo di Dublino II (2003), che scarica tutto il peso del primo soccorso e delle richieste di asilo al primo Stato di arrivo del migrante, per cui, in periodi di eccezionalità come quello presente, rappresenta una norma penalizzante per i paesi, come l'Italia, che si trova a gestire da sola il flusso ininterrotto e massiccio di persone provenienti dall'Africa".

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