Sversamenti nell'Usciana non si placa la polemica

"Quello che pensiamo sia doveroso per le istituzioni è accertare con estrema urgenza lo stato attuale del Canale Usciana e provvedere per rendere i controlli ambientali totalmente affidabili"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2013 16:01
Sversamenti nell'Usciana non si placa la polemica

"A distanza di alcuni giorni siamo costretti nuovamente ad intervenire sul caso degli sversamenti nel Canale Usciana, infatti ci sono stati molti interventi da parte di autorità e forze politiche che meritano una ulteriore riflessione" è la nota dell'Unione Inquilini di Pisa. "Intanto, volevamo sottolineare il fatto, sfuggito forse a molti, che il maxisequestro posto in essere è stato richiesto dall' “Antimafia”. L'intervento di una simile struttura, seppur competente in questi casi, rappresenta certamente un ulteriore schiaffo a tutto il Comprensorio del Cuoio. Poi vorremmo fare riflettere certi Sindaci e movimenti politici, corsi subito a richiedere “pene esemplari”, quasi “ad impugnare forconi e torce”, come si faceva in tempi antichi, che i veri problemi ed urgenze sono forse altri. Anche noi reputiamo che se gli indagati verranno considerati colpevoli dovrebbero subire pene severe, ma è certamente più urgente capire la “salute del canale Usciana” per comprendere la situazione attuale e ciò deve essere fatto.

Poi in relazione a recenti comunicati stampa di Arpat, abbiamo inviato una richiesta di chiarimenti ad Arpat ed il Sindaco di Fucecchio. Infatti, da un recente comunicato stampa della suddetta Agenzia sembrerebbe che essa abbia fatto tre sopralluoghi nel 2012 rilevando irregolarità che sarebbero state inviate alle autorità competenti. Ci chiediamo semplicemente se queste irregolarità siano state comunicate anche al Comune di Fucecchio o no? Perché nel primo caso, se il Comune sapeva cosa ha fatto per intervenire sulle irregolarità eventualmente comunicate? Nel secondo caso perché Arpat non ha informato il Comune? Un altra questione è stata sollevata da molti personaggi pubblici e alcuni sindaci che hanno tranquillamente ripetuto frasi del tipo “Meno male ora c'è il Tubone”o “Meno male che il Tubone c'è'”.

Forse sfugge il centro della questione. Infatti, sembra emergere dalle indagini che i controlli siano stati aggirati con un semplice cacciavite. Così, in realtà, la questione principale concerne l'efficacia e la sicurezza dei controlli ed il fatto che nel Comprensorio del Cuoio, con il Tubone, verranno trattati molti più reflui e così la sicurezza dei controlli diventerà molto più importante. In realtà, quello che pensiamo sia doveroso per le istituzioni è accertare con estrema urgenza lo stato attuale del Canale Usciana e provvedere per rendere i controlli ambientali totalmente affidabili. Ed è qui che sembra emerge un altro “paradosso all'italiana”. Infatti, forse Arpat non può fare un eventuale riscontro sulla salute del canale, poiché potrebbe trovarsi in conflitto di interessi.

Se si dovesse dimostrare che i controlli posti in essere da Arpat siano facilmente aggirabili con un cacciavite o in maniera similare, allora qualcuno potrebbe essere tentato di intentare causa ad Arpat e, di conseguenza, se essa oggi la suddetta agenzia valutasse la sussistenza di un eventuale danno ambientale odierno, nel futuro potrebbe essere chiamata a risponderne almeno in parte. Ecco perché oggi abbiamo inviato una lettera ad i Sindaci di Fucecchio, Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte per chiedere cosa hanno intenzione di fare per accertare lo stato di salute del Canale Usciana e se lo faranno avvalendosi di Arpat o meno".

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