Prosegue la mostra di Staino a Forte dei Marmi

Fino al 6 ottobre al Museo della Satira e della Caricatura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2013 19:00
Prosegue la mostra di Staino a Forte dei Marmi

Prosegue fino al 6 ottobre 2013 al Museo della Satira e della Caricatura di Forte dei Marmi la mostra Sergio Staino: Antologica 1979-2013. L’esposizione propone una ricca selezione della sua vastissima produzione, dalle prime tavole apparse su “Linus”, nel 1979 al suo stretto rapporto con “L'Unità”, superato l'iniziale scetticismo sulle possibilità di ironizzare dal podio di un organo di partito, alle numerose collaborazioni attuali, dal “Corriere della Sera” al “Venerdì di Repubblica”.

Uno Staino dunque a 360° che ha diretto inserti, giornali satirici, film, e pubblicato migliaia di disegni nei quali ha descritto se stesso e i turbamenti della sua generazione sessantottina attraverso il personaggio di Bobo. Come scrive Umberto Eco, nella presentazione in catalogo, “Ciascuna pagina di Staino rappresenta un grido di dolore, un pallido anelito di speranza, un inferno di delusioni, una caparbia volontà di non passare nonostante tutto dall’altra parte”, e ancora “In ogni caso il messaggio di Bobo è: abbiate il coraggio di dirvi disperati, abbiate l’orgoglio testardo di essere dei perdenti.

La vittoria non è un fine ma solo un doloroso e onesto stato d’animo”. Sono passati più di trenta anni da quando Sergio Staino, insegnante di applicazioni tecniche a Scandicci, cominciò a disegnare un personaggio che gli assomigliava. Barba, occhiali, un’ispida e tanta umanità. Un misto di amore per le donne e per la vita, di scetticismo, intelligenza, rabbia, ingenuità, voglia di giocare con le cose come un bambino, perduto fra le chiacchiere delle donne come in un sogno di Fellini, perso nelle città del mondo come un personaggio di Wenders, ma con più anima, più cuore, più ironia.

Era nato Bobo. Era il 10 ottobre 1979. Da allora, Bobo ha cominciato ad esistere per lui, e per noi. Racconta Staino: “Bobo nacque, come spesso accade, per disperazione. Ero un uomo inquieto, in crisi. Cercavo che cosa fare da grande. Avevo appena avuto Ilaria, la mia prima figlia, ma Bruna, la donna con cui stavo, essendo peruviana non poteva lavorare in Italia. Una legge stava per dimezzare il numero degli insegnanti di applicazioni tecniche, e io avrei perso il lavoro. Presi una matita, e cominciai a disegnare un fumetto. L’immagine di Bobo nacque d’istinto.

Anche il nome. Mi sono reso conto dopo che forse Bobo – e sua moglie, Bibi – venivano da capitan Cocoricò, un vecchio fumetto degli anni della mia infanzia, dove c’erano Bibì e Bibò. Piacque a Oreste Del Buono, direttore di ‘Linus’ e nel dicembre 1979 fu pubblicata la prima striscia. Dopo pochi mesi arrivarono anche le collaborazioni con ‘Panorama’ e col ‘Messaggero’. Bobo è un arrabbiato, disilluso, romantico, democratico, di sinistra. Eppure la sua è quasi una famiglia-tipo: moglie, due figli – Ilaria e Michele -, una casetta in campagna… Chi è che si è arrabbiato di più per le vignette politiche di Bobo fu, nei suoi anni di auge, Bettino Craxi.

La prendeva in modo personale, scrisse anche degli editoriali dell’ ‘Avanti’ contro di me. Anche altri politici si sono lamentati spesso. Ma chi si arrabbia per le mie vignette, in un certo senso mi fa un complimento: se non altro mostra di leggerle e di tenere alla mia opinione, il che fa sempre piacere”. - La mostra è a ingresso libero. Orario di apertura: tutti i giorni 17/20 – 21/24.

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