Aeroporto e Parco della Piana: la resa dei conti sul Pit

Dopo l’illustrazione di Venturi (Pd), gli interventi di Marcheschi (Fdi), Bambagioni (Pd), Magnolfi (Pdl). Proposta una risoluzione per accertare il costo complessivo e le ricadute ambientali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 luglio 2013 14:20
Aeroporto e Parco della Piana: la resa dei conti sul Pit

Firenze – Dibattito sul Testo unificato di integrazione al Piano di indirizzo territoriale (Pit) per la definizione del parco agricolo della Piana e per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze. A illustrare il testo, nato dalla fusione di due diverse proposte di delibera presentate dalla Giunta regionale in tempi diversi, è stato il presidente della commissione Territorio e Ambiente Gianfranco Venturi (Pd). Al provvedimento si accompagna anche una proposta di risoluzione, che accoglie e riassume quanto elaborato durante il lungo lavoro delle Commissioni, in cui la Giunta viene impegnata ad accertare i costi complessivi per la realizzazione dell’opera, comprensivi dei costi per l’adeguamento del sistema territoriale interessato, e a considerare, in modo compiuto, le ricadute dell’impatto acustico ed ambientale sulla base del traffico previsto, delle rotte di decollo e atterraggio prevalenti e del tipo di aeromobili. Venturi ha ricordato il lungo lavoro svolto dalle commissioni Territorio e Ambiente e Trasporti che hanno operato in maniera congiunta, e che gli atti presentati individuano ulteriori impegni della Regione a integrazione del progetto del parco agricolo della Piana, ridefiniscono le salvaguardie relative al parco, includono nelle valutazioni le nuove ipotesi di orientamento della pista per la qualificazione aeroportuale presentate da Enac.

Con le integrazioni successive, ha aggiunto Venturi, si è prodotto “una più articolata declinazione della disciplina di salvaguardia del parco, l’integrazione dal documento di master plan del sistema aeroportuale toscano, si sono fatte integrazioni alla disciplina di master plan”. Per la qualificazione aeroportuale la Valutazione ambientale strategica ha preso in esame tre ipotesi: il prolungamento della pista attuale, l’ipotesi di pista parallela convergente, l’ipotesi di pista obliqua.

Sono inoltre state inserite prescrizioni come “l’utilizzo della pista di atterraggio in modo da garantire la massima tutela degli insediamenti dall’inquinamento acustico e atmosferico, con un utilizzo esclusivamente monodirezionale, senza sorvolare Firenze, salvo situazioni di emergenza” e “l’esclusione della pista di rullaggio in funzione sia della monodirezionalità della pista, sia del controllo delle emissioni inquinanti”. Venturi ha ricordato che alla fine le due Commissioni, con 6 voti a favore, 2 contrari e 6 astensioni, hanno espresso parere contrario. “Siamo davanti a uno degli atti fondamentali della legislatura – ha commentato Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) -.

Per quanto ci riguarda siamo molto favorevoli a una parte dell’atto, e molto sfavorevoli a un’altra parte. Diciamo cioè sì all’aeroporto, no al parco agricolo della Piana. Spero che ci sia un voto vero, non viziato da questioni di fiducia”. Marcheschi ha aggiunto di non sapere se considerare “illuminato oppure incosciente” l’atteggiamento del presidente della Giunta Enrico Rossi, che ha deciso, per un’opera che poteva essere dichiarata di interesse nazionale, di intraprendere un lungo e complicatissimo percorso di coinvolgimento degli enti locali.

“Mi domando dove fossero tutti i sindaci che hanno addotto preoccupazioni di traffico e inquinamento quando hanno permesso in quest’area una proliferazione a dismisura di centri commerciali” ha aggiunto il consigliere. “Così come concepito – ha concluso - l’intervento sull’aeroporto migliora l’ambiente e rilancia l’economia: Irpet prevede almeno 1500 posti di lavoro in più, senza contare l’indotto”. Paolo Bambagioni (Pd) ha osservato che dopo anni il dibattito ha ora raggiunto un livello tale di maturità che una sintesi è possibile.

“La seconda versione del Pit risulta molto più completa rispetto alla precedente, quindi questo significa che le osservazioni e le discussioni sono state utili – ha detto Bambagioni -. Il provvedimento ha una visione urbanistica moderna, in cui si cerca un equilibrio dopo anni di crescita convulsa e in cui ci sono posizioni più vicine alle esigenze espresse dal territorio”. Secondo Bambagioni i sindaci della piana si sono trovati spiazzati anche perché hanno dovuto sopportare, dopo il depuratore, la previsione di un termovalorizzatore e dell’aeroporto. Per Alberto Magnolfi (Pdl) il tema dell’aeroporto si è caricato negli anni di aspetti simbolici che hanno complicato la discussione.

“Per Firenze – ha spiegato – è divenuto il simbolo del diritto di una capitale mondiale della cultura ad avere un servizio di mobilità adeguato, per i sindaci è stata l’occasione di rifarsi una verginità sulla tutela del territorio, per Prato l’occasione per affermare di non essere solo una periferia metropolitana, per la sinistra ambientalista un modo di mostrare una voce identitaria, per la sinistra di governo una prova di maturità, per Rossi il modo di dimostrare che anche in Regione c’è un rottamatore, capace di rottamare un intero Consiglio regionale”.

La questione vera, secondo Magnolfi, è che “quello che rende fragile l’intera costruzione è che se si dice che l’elemento ordinativo del territorio è il parco agricolo è difficile che si faccia l’aeroporto. Per questo motivo gli atti che sono stati presentati sono lacunosi”. Inoltre, ha concluso il capogruppo del Pdl, “dobbiamo dire con chiarezza che oggi non viene deciso niente di definitivo, c’è un dibattito da fare, ci sono studi da rifare, i buchi neri rimangono”. Sintesi dell’intervento in aula del Vicepresidente del Gruppo Pdl Paolo Enrico Ammirati (Pdl) Componente Commissione VII (Trasporti e infrastrutture) «Dal senso del dibattito par di assistere alla celebrazione festosa di qualcosa per far sì che la Toscana non consideri più Bologna come scalo privilegiato.

Però bisogna partire da lontano per dare contenuto politico a una decisione che altrimenti rischia di essere svuotata dal senso politico, appunto, che invece riveste. Noi siamo quelli che l’aeroporto sì, lo vogliamo, ma a certe condizioni. E oggi assistiamo al consumarsi di un evento rilevante politicamente: c’è una maggioranza diversa da quella iniziale che, invece, ha perso dei pezzi. E’ il fallimento di ciò che il governatore Rossi si era prefissato: avere una maggioranza in grado di cambiare la Toscana». «C’è una fetta di maggioranza che, premettendovi le opere di mitigazione, sogna di fatto un aeroporto da non realizzare.

Noi che l’aeroporto lo vogliamo davvero e in tempi certi non possiamo accettare in silenzio simili compromessi che porteranno ritardi infiniti. Con questo documento i toscani l’aeroporto di Firenze se lo sogneranno». "Abbiamo celebrato un Consiglio “farsa” sul potenziamento di Peretola perché è bene che i tifosi del potenziamento dell’aeroporto – di cui io mi onoro di far parte da oltre quarant’anni - sappiano che l’atto di cui oggi si è parlato è stato respinto dalle Commissioni competenti che ne dovevano avallare la fattibilità.

Oggi semmai si è fatto un tagliando forzato alla Giunta Rossi complice l’inganno mediatico su Peretola». Così Stefania Fuscagni, consigliere regionale del Popolo della Libertà e Portavoce dell’Opposizione in occasione del dibattito in Consiglio regionale sulla variante al Pit. "Il voto nelle commissioni ambiente, trasporti e urbanistica ha messo in luce che di questo potenziamento nulla si sa: non si sa quanto costerà, chi pagherà, quando sarà avviato e completato. Non si sa nulla perché nulla vi è scritto in documenti che sono, politicamente parlando, poco più che carta straccia.

Ciò che si sa è che Rossi doveva portare a casa un risultato che lo rendesse competitivo nei confronti di Renzi e così l’Aula è diventato il precongresso del PD. La Giunta Rossi oggi ha dimostrato ancora una volta che su Peretola ha due linee opposte: chi vuole il potenziamento – oggi in Aula- e chi ne vorrebbe la chiusura, oggi fuori dell’Aula solo per non far cadere il Presidente Rossi" “È un punto di partenza importante, serio, sintesi di un ampio dibattito, caratterizzato dalla determinazione e dalla coerenza del presidente Rossi e dall’equilibrio dell’assessore Marson”.

Così Eugenio Giani (Pd). Giani ha sottolineato l’importanza delle scelte per il trasporto pubblico nella Piana, con la tramvia prolungata a Campi ed a Sesto, alle quali si aggiunge la definizione del Parco agricolo. “È una scelta di grande rigore e serietà – ha commentato – che ricorda le scelte del piano Detti degli anni Sessanta per la sua visione sovracomunale”. Resta aperto, a suo giudizio, il problema delle risorse.

“I finanziamenti sono una cosa seria – ha aggiunto – Il project financing andrà studiato bene e saranno indispensabili contributi pubblici, così come avviene per tutte le opere di questo tipo”. Per questo secondo Giani non è possibile prevedere opere di mitigazione ambientale da realizzarsi in fase preliminare, perché esse potranno essere realizzate solo dopo le opere infrastrutturali. Nicola Nascosti (PdL) ha ricordato che è stato necessario un pronunciamento ufficiale di Enac per accantonare le ipotesi di prolungamento della pista e di una pista obliqua, di cui si parlava un anno e mezzo fa.

La Regione si propone, come “ente gestore”, e non di programmazione e controllo, del sistema aeroportuale toscano. Manca il piano industriale, un elemento di valutazione indispensabile, espressamente previsto dalla disciplina nazionale, se fosse stata scelta questa strada per la realizzazione. C’è, infine, molta incertezza su quante saranno le opere di mitigazione richieste dai sindaci e sul ruolo del comitato di garanzia. Nascosti ha poi sottolineato che è stata posta dal presidente Rossi una “sostanziale questione di fiducia”, in un contesto politico che vede il presidente della Provincia, Andrea Barducci, affermare che “inizia un percorso per cambiare” ed il capogruppo Pd in Consiglio regionale Marco Ruggeri dire che “dopo l’adozione la maggioranza non sarà più la stessa”. La capogruppo IdV Marta Gazzarri ha ricordato che l’idea dell’ampliamento dell’aeroporto fiorentino come decisione singola, scollegata dal contesto, aveva suscitato molte perplessità.

“Il lavoro svolto ha permesso di alzare lo sguardo ed inquadrare la questione in un progetto più ampio e complesso – ha osservato – Stiamo ora parlando di un Parco della Piana, su cui è già stato investito molto, che vuol dire valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e agricole, tutela del paesaggio, in una prospettiva di mitigazione dell’impatto ambientale”. In particolare Gazzarri ha sottolineato la volontà di investimento collegata al Parco: tre milioni di euro per le attività agricole, tre milioni per la piantumazione, un milione per le aree umide e la qualità delle acque, 500 mila per le aree archeologiche.

A suo parere nel sistema aeroportuale toscano, con Pisa scalo internazionale e Firenze city airport, gli enti pubblici dovranno fare sentire la loro presenza, “scongiurando l’ipotesi di una dannosa concorrenza”. “L’aeroporto di Peretola è nato male, nel posto sbagliato”. Lo ha ribadito Monica Sgherri (FdS-Verdi), sottolineando che lo scalo di Pisa, agibile tutto l’anno, sarebbe raggiungibile da Firenze in trenta minuti, con questi binari, senza necessità di costosi investimenti.

A suo parere le commissioni e l’assessore Marson hanno fatto un lavoro serio e puntuale. “Il Parco della Piana – ha affermato – si contrappone ad un modello di sviluppo difeso dal partito della pista senza se e senza ma”. Sgherri ha infine sottolineato l’importanza dell’emendamento presentato sulle opere di mitigazione e sulla messa in sicurezza del reticolo idraulico, prima o contestualmente alla realizzazione della pista, per scongiurare il rischio di alluvioni o di pericolosi acquitrini.

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