Firenze - Bologna e tratto fiorentino, ecco tutti i nodi da sciogliere

Dei 53 milioni previsti per la mitigazione degli impatti ambientali ne sono stati versati solo 36,8. Su 25 interventi di mitigazione e valorizzazione, 9 quelli conclusi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2013 13:59
Firenze - Bologna e tratto fiorentino, ecco tutti i nodi da sciogliere

Firenze – Dal punto di vista ambientale i lavori per l’Alta velocità Firenze-Bologna non sono ancora conclusi e bloccati sono ancora i lavori per realizzare il sottoattraversamento di Firenze, in seguito al sequestro della trivella Monnalisa. L’assessore Vincenzo Ceccarelli è intervenuto in Consiglio sullo stato dell’arte dell’Alta Velocità Firenze-Bologna e sul nodo ferroviario fiorentino, ribadendo la necessità di un celere completamento del nodo stesso come opera strategica per lo sviluppo della città di Firenze e della Toscana, in termini ambientali, economici e di trasporto. “La Regione – ha detto Ceccarelli – ha adottato quale progetto complessivo di valorizzazione ambientale il ‘Masterplan degli interventi di mitigazione e valorizzazione ambientale delle aree attraversate dalla linea AV/AC Bologna-Firenze di cui all’Addendum 2002’”.

“Nel documento – afferma l’assessore – si individuano interventi per la mitigazione degli impatti, computando in 100,4 milioni di euro le risorse occorrenti (nell’Addendum 2002 erano previsti 53 milioni). Ad oggi dei 53 milioni previsti (nell’Addendum 2002) per la mitigazione degli impatti ne sono stati versati solo 36,8: Tav deve erogare ancora 1,2 milioni, il Ministero dell’Ambiente 2,5 milioni e il CIPE 12,5. Per l’ottenimento dei fondi mancanti è stato effettuato un ricorso al Tar del Lazio e adesso al Consiglio di Stato”. Ceccarelli ha ricordato che nell’Addendum sono previste risorse per 20,3 milioni di euro e che gli interventi per opere acquedottistiche e fognarie nel comune di Firenzuola sono stati ultimati (6,05 milioni) e ultimati anche 17 su 20 interventi dall’Autorità idrica toscana.

Per le opere a difesa del suolo sono previsti 16,5 milioni: su 25 interventi di mitigazione e valorizzazione ambientale 9 sono stati conclusi, 5 sono in stato di avanzamento, 7 verranno appaltati tra 2013 e 2014. Ceccarelli ha poi ripercorso lo stato dei processi per gli illeciti penali, per i reati di gestione abusiva e illeciti di rifiuti, di danneggiamento alla risorsa idrica del Mugello e di furto d’acqua. In particolare, sul nodo ferroviario di Firenze, l’assessore ha ricordato che il 17 gennaio 2013 è stata sequestrata la trivella Monnalisa, installata per realizzare il sottoattraversamento di Firenze e che i lavori sono ancora bloccati in attesa degli esiti dell’inchiesta della Magistratura.

In merito alle recenti notizie sul dissequestro della trivella l’assessore ha precisato che la Regione non ha al momento informazioni sulla ripresa dei lavori. “Sono fermi – fa notare l’assessore – i lavori per il passante AV-Campo di Marte mentre è in corso l’adeguamento idraulico del torrente Mugnone. È iniziato il lavoro dell’Osservatorio Ambientale del nodo AV di Firenze, istituito presso il Ministero dell’Ambiente, che deve verificare e monitorare il rispetto delle prescrizioni definite con l’approvazione dei progetti e nell’esame degli elaborati e dei documenti a tutela dell’ambiente” Il presidente Enrico Rossi chiama direttamente in causa il Governo nazionale.

Lo fa in prima persona, intervenendo in Aula nel dibattito sull’Alta velocità. Troppo squilibrio tra i servizi dei treni veloci e i crescenti problemi del trasporto ferroviario regionale: “per una più equa redistribuzione degli utili a vantaggio di un ammodernamento del trasporto locale e perché si preoccupi del nodo fiorentino dell’Alta velocità. Firenze e la Toscana ne hanno bisogno e siamo indietro”. Dalla Toscana serve una spinta forte: “Chi se non il Governo può convocare Rfi e verificare le questioni con la magistratura?”.

Rossi ha chiesto “mandato” al Consiglio per “richiamare il Governo alle sue responsabilità” e anche una mobilitazione “di tutti i parlamentari toscani”. Troppo “stridente” il divario tra i servizi dell’Alta velocità e i problemi dei treni locali. Un divario per il quale il presidente ha confessato di provare “un senso disagio quando siedo su un treno regionale e su un binario vicino vedo un convoglio dell’alta velocità. E se provo disagio io, i cittadini la prendono sicuramente peggio.

Non si può discriminare così il paese. Moretti è un grande manager e una persona stimabile, si gonfia il petto con gli utili dell’Alta velocità, vince le gare all’estero. Però non si vede un barlume di indirizzo sul trasporto regionale. Dov’è il Governo?”. Il presidente della Regione è tornato anche a proporre un “centro regionale di pronto intervento, che metta insieme Genio civile, Arpat e Asl: doveva essere finanziato dalle Ferrovie e rispondere alle esigenze dei cittadini, a cominciare dalla indispensabile informazione su quello che si sta facendo”. Il primo ad intervenire nel dibattito in aula è stato Marco Carraresi (Udc), primo firmatario con il capogruppo Giuseppe Del Carlo di un’interrogazione sulla verifica dell’attuazione dell’Addendum relativo ai lavori per la tratta toscana dell’A/V.

“La situazione è molto grave – afferma Carraresi –, la Regione ha molta responsabilità ed è totalmente coinvolta. Nell’Addendum 2002 – ricorda il consigliere – si parlava di mettere a disposizione della Toscana 53 milioni di euro (la Regione ne chiedeva più di 100), di questi ad oggi ne sono stati versati solo 36,8, ne mancano ancora 16,2 e sono stati conclusi lavori solo per 3,5 milioni”. Il consigliere ribadisce che su 25 interventi da realizzare per la mitigazione e la valorizzazione ambientale, “solo 9 sono stati portati a termine.

Si tratta – conclude Carraresi – di continuare la pressione perché c’è la tendenza a dimenticare la partita delle ferite e degli errori”. “Manca nella valutazione della Giunta – interviene Mauro Romanelli (Gruppo Misto) – un bilancio complessivo politico, economico, sociale, ambientale e anche lavorativo di questa vicenda che ha ormai 18 anni”. “La questione del torrente Corza e degli altri corsi d’acqua nel Mugello – sulla quale ho presentato un’interrogazione – afferma il consigliere – è una di quelle ferite che gridano vendetta”.

Romanelli chiedeva lo stato di pianificazione di interventi per i danni ambientali nel Mugello e di destinare maggiori risorse all’Osservatorio ambientale locale. “Gli investimenti delle Ferrovie dello Stato sull’alta velocità – ha concluso Romanelli - hanno penalizzato in modo grave e pesante il trasporto pubblico regionale e locale”. Paolo Marcheschi (FdI) ha sollecitato la Regione ad un ruolo diverso di fronte ad “un bilancio e ad una fotografia impietosi”, dove regnano “eccessiva burocrazia” e “costi lievitati”, ci sono “i furbetti dello smarino”, “strumenti falsi” e “la gestione del malaffare”.

“Siamo – aggiunge il consigliere – in un sistema dove tutti sono colpevoli e tutti vengono assolti e a pagare sono i cittadini, che non vengono risarciti dei danni subiti”. “Vorrei – conclude – che da questa comunicazione nascesse un percorso senza cause per evitare lo sfregio del nostro territorio”. “Queste grandi opere, necessarie ma non indispensabili – ha detto Marco Manneschi (IdV) – incappano in numerosi problemi. Il primo è che non si determinano le condizioni per una serena accettazione delle opere da parte della popolazione che ne subisce i danni e le conseguenze”.

Il consigliere considera “grave che sia venuto meno il principio di legalità in un grande cantiere gestito dalla pubblica amministrazione”. Manneschi invita l’osservatorio “ad una costante vigilanza”. “La Regione ha fatto quello che doveva e poteva fare – afferma Monica Sgherri (FdS-Verdi) – ma concordo con Romanelli sulla mancanza di un bilancio complessivo politico e sociale”. “Se si riconferma la strategicità dell’opera – dice la capogruppo – la vicenda mostra l’insufficienza dell’apparato di controllo”.

“Non sono accettabili – conclude Sgherri - gli illeciti di rifiuti, di danneggiamento alla risorsa idrica del Mugello e che la ‘talpa’ fosse di pessima qualità. I ritardi pesanti e le procedure fallimentari hanno fatto sì che i cittadini abbiano perso fiducia nelle istituzioni”. “La trattativa con il Governo va ripresa – afferma il consigliere Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) – ma per sbloccare le lungaggini. L’opera andrebbe ripresentata ai cittadini per dare loro più garanzie”. In chiusura del dibattito il capogruppo FdI Giovanni Donzelli ha invitato l’aula “a dare sostegno a Rossi con un atto che lo impegni ad andare al Governo per portare a casa risultati concreti”.

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