Boom di biciclette in città, cosa resterà dopo i Mondiali di Ciclismo?

Con la crisi gli italiani vanno bicicletta! Per la prima volta dopo 48 anni l'acquisto delle bici supera quello delle auto, il Sottosegretario D’Angelis:“Sosterremo il boom delle due ruote come mezzo trasporto casa-scuola-lavoro nelle nostre città”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 maggio 2013 18:58
Boom di biciclette in città, cosa resterà dopo i Mondiali di Ciclismo?

E' un boom di biciclette in città: anche questa è la crisi! Mantenere un'automobile tra benzina bollo e assicurazione comincia a costare troppo, per non parlare degli spostamenti interni alla città, non sempre agevoli tra pedonalizzazioni e ztl, Firenze in particolare paga la carenza di parcheggi pubblici. E allora meglio le due ruote, fanno bene alla salute e al portafogli; un po' in tutta Italia sembra che sia in atto una rivoluzione silenziosa che sta portando a un vero e proprio boom dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto cittadino quotidiano.

Per la prima volta in 48 anni la bici ha superato l’automobile come vendite: nel 2011 i veicoli immatricolati in Italia sono infatti 1.748.000 circa e le biciclette 1.750,000, nel 2012 veicoli 1.400.000 e biciclette 1.650.000. Solo fino a qualche anno fa c'erano nelle maggiori 50 città italiane 62 veicoli ogni 100 abitanti, neonati compresi, un terzo in più della media europea. A riferire questi dati è il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, il fiorentino Erasmo D’Angelis nel corso della 13esima conferenza nazionale sul Mobility Management e la mobilità sostenibile, promossa da Euromobility e in corso a Bologna. “Molti Comuni – continua D’Angelis - nonostante i tagli stanno incoraggiando la nuova mobilità urbana ecologica.

Ma sono allo studio del Ministero Infrastrutture e Trasporti misure anche innovative per incentivare l'uso della bicicletta e collegare sempre più le piste ciclabili sicure agli itinerari casa-lavoro-scuola, garantendo sicurezza stradale. E’ la strada giusta anche per aumentare la qualità dell'aria, la qualità della vita degli italiani, l'attrattività e la competitività delle nostre città uniche al mondo. Bisogna superare anche le storica debolezza della normativa di riferimento nazionale per la progettazione di piste ciclabili risalente al 1999 che presenta diverse lacune di tipo tecnico.

E stabilire finalmente norme moderne di finanziamento di interventi per la mobilità ciclistica e quindi per la realizzazione di piste ciclabili recuperando risorse statali adeguate”. Per il Sottosegretario D’Angelis “è giusta anche l’idea di Euromobility e Legambiente di trasformare gli studenti in mobility manager per ridurre gli spostamenti motorizzati. Nonostante la vicinanza dell'86% delle famiglie italiane agli istituti scolastici, a meno di un quarto d’ora a piedi da asilo, elementari, medie e superiori, almeno 10 milioni di persone ogni giorno effettuano il tragitto in automobile, dando un contributo importante alla congestione, alle emissioni di inquinanti e stimolando nei ragazzi un'abitudine allo spostamento motorizzato”. Il passo successivo però dovrà essere quello di dotare le città di infrastrutture adeguate alla circolazione sicura e agevole delle due ruote: a volte però a mancare sono proprio i requisiti più elementari.

A Firenze ad esempio sono ancora troppe le piste ciclabili che sfociano in una strada trafficata o che per un tratto si confonde e sovrappone al marciapiede, e guai ad andare in giro con una bici nuova, il pericolo di furto diventa quasi certezza. La città però sta scaldando i motori per i Mondiali di Ciclismo del 2014 e in vista dell'evento l'amministrazione ha già messo in cantiere una serie di interventi infrastrutturali che restituiranno, forse, un volto nuovo alla città.

I lavori sono partiti la settimana scorsa e l'amministrazione ha garantito nuovi manti stradali innanzitutto ma anche strutture e impianti sportivi pensati apposta per le due ruote. La Regione Toscana ha investito in tutto 18 milioni di euro ed ulteriori 11 milioni sono stati messi a disposizione dalle Province e dai Comuni interessati.

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