Il ritratto del Diavolo di Daniel Arasse

Mercoledì 13 marzo ore 18,00 all'Institut Français, a Palazzo Lenzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2013 14:25
Il ritratto del Diavolo di Daniel Arasse

Mercoledì 13 marzo alle ore 18,00, all'Institut français di Firenze, a Palazzo Lenzi -Piazza Ognissanti, 2- presentazione del libro Il ritratto del Diavolo di Daniel Arasse (Nottetempo). Introduce Anne Rabeyroux, direttrice IFF e interviene Mino Gabriele, Università di Udine. Come si modifica l’iconografia del diavolo nella storia dell’arte europea? Che cosa lega i diavoli mostruosi del Medioevo - figure ibride che mescolano i “portenti” esotici, gli esseri fantastici dell’antichità e la Bestia cristiana che incarna il Male - alle “Teste grottesche” di Leonardo da Vinci e alla fisiognomica dei criminali classificati da Cesare Lombroso? Come si passa dall’iconografia ingenua delle “Artes moriendi” del '400 ai diavoli umanizzati di Signorelli, al Minosse di Michelangelo nella Cappella Sistina o agli studi sulle deformazioni delle proporzioni umane di Dürer? Attraverso le metamorfosi di un tema artistico diffusissimo, Daniel Arasse ci introduce nel cuore del rapporto tra simbolo e realtà che percorre l'immaginario visivo.

E ci illustra la trasformazione del Diavolo da icona dell’Altro assoluto - il Disumano - a ritratto del lato oscuro, difforme, perturbante dell’uomo stesso, che l’attività artistica interiorizza nella figura di un “Diavolo dal volto umano”. Lo studioso francese Daniel Arasse ci presenta in questo “Ritratto del Diavolo” un’agile analisi, corredata da un ricco apparato di immagini, di un passaggio cruciale dell’iconografia del diavolo nella storia dell’arte europea.

Arasse esamina come tra XV e XVI secolo l’emblema del Male cambi: l’immagine orribile e repellente del Seduttore del male, del Nemico assoluto del cristiano, viene rielaborata dal pensiero umanista per approdare nell’arte rinascimentale a un mutamento radicale. Il nuovo canone della verosimiglianza produce un’antropomorfizzazione della figura del Diavolo fino ad arrivare alla sua laicizzazione: nel Minosse di Michelangelo, nei disegni delle “teste grottesche” di Leonardo, in Bosch, in Dürer, sono la bruttezza e l’abiezione morale a deformare l’umanità in tratti diabolici. Daniel Arasse (1944-2003), storico dell’arte francese e importante studioso del Rinascimento italiano, ha insegnato alla Sorbona ed è stato direttore dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales.

Tra le sue opere piú note tradotte in italiano, ricordiamo: L’ambizione di Vermeer (Einaudi, 2006), Il dettaglio. La pittura vista da vicino (Il Saggiatore 2007), Il soggetto nel quadro. Saggi d'iconografia analitica (ETS, 2010).

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