La protesta dei disabili, l'occupazione nella sede della Regione Toscana

La ragione della mobilitazione la nuova delibera regionale che stabilisce gli aiuti per quei disabili che scelgono l'assistenza domiciliare e di non vivere in residenze specializzate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 febbraio 2013 20:52
La protesta dei disabili, l'occupazione nella sede della Regione Toscana

Una cinquantina di persone affette da disabilità si sono presentati nella sede della presidenza della Regione Toscana in piazza Duomo, sono i paraplegici di ''Vita Indipendente” e “Associazione Toscana Paraplegici". La ragione della mobilitazione la nuova delibera regionale sulla vita indipendente, ovvero quei disabili che scelgono l'assistenza domiciliare e di non vivere in residenze specializzate, che "non recepisce quelli che sono i nostri bisogni e soprattutto non rispetta gli accordi presi in precedenza.

"Non siamo animali" hanno ripetuto più volte chiedendo l'equiparazione a cosiddetti disabili civili ovvero a quelli divenuti tali in seguito ad incidenti sul lavoro. “Da parte nostra c’è la piena disponibilità a trovare soluzioni condivise dalle associazioni che rappresentano i disabili toscani sulle due questioni fondamentali che ci hanno posto: quella degli ausili e quella dei requisiti per partecipare al Progetto Vita Indipendente, a partire dai contributi previsti per gli accompagnatori”.

E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni al termine della lunga riunione che ha avuto presso la sede della presidenza della Regione Toscana con gli esponenti dell’Associazione Vita Indipendente e dell’Associazione Toscana Paraplegici, che sono arrivati questa mattina a Palazzo Sacrati Strozzi per chiedere una modifica della normativa regionale. I disabili hanno chiesto l’equiparazione dei disabili cosiddetti civili a quelli divenuti tali in seguito ad incidenti sul lavoro.

A loro giudizio questi ultimi godono di maggiori prerogative a partire da un contributo mensile minimo di 2.800 euro, fino a una maggiore disponibilità di ausili come carrozzine ed altro. Le richieste hanno riguardato quindi la necessità di indire gare per l’acquisto degli ausili, che in tal modo non sempre risultano adeguati alle esigenze dei disabili; per ciò che riguarda il progetto “Vita indipendente”, hanno giudicato negativamente la necessità di rendicontare almeno il 90% delle spese sostenute e di dichiarare i propri redditi. L’assessore Marroni ha ascoltato tutti, confermando la massima disponibilità della Regione a recepire le richieste delle associazioni: “Il progetto Vita Indipendente è importantissmo – ha detto – Da parte mia c’è la massima attenzione e la massima apertura.

Su molte delle questioni poste stamani, c’è tutta la disponibilità a discutere e trovare soluzioni. Noi prendiamo atto di tutte le cose dette, e prendiamo l’impegno a rivedersi entro un mese con proposte operative”. «Massima solidarietà» ai disabili di “Vita Indipendente” e “Associazione Toscana Paraplegici”, è giunta dall’europarlamentare indipendente di Europa della Libertà e della Democrazia (ELD) nonché vicepresidente dell’intergruppo sulla Disabilità al Parlamento Europeo, Claudio Morganti. «Mi associo – afferma – alla protesta dei disabili e mi farò carico di portare il caso all’attenzione del Parlamento Europeo.

La Regione Toscana non può fare finta che queste persone non esistano ed ha il dovere di assicurare a queste persone una vita dignitosa». Poi, l’europarlamentare si sofferma anche «sulla strategia europea sulla disabilità (2010-2020)» presentata dalla Commissione europea che «prevede finanziamenti, azioni di sensibilizzazione e misure per incitare i governi nazionali a collaborare per rimuovere gli ostacoli all'integrazione. Di queste azioni fatte dalla Commissione non se ne può non tenere conto».

Infine, Morganti annuncia che «il prossimo nove marzo a Livorno verrà organizzato un convegno dove cercheremo di offrire una panoramica sulla problematica attuale italiana e sul ruolo chiave che le Istituzioni europee possono avere nel sostegno delle persone con disabilità».

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