E' tempo di parole, chi non perde e chi non vince, Renzi no ''non è giornata''

I commenti del giorno dopo degli esponenti politici toscani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2013 19:49
E' tempo di parole, chi non perde e chi non vince, Renzi no ''non è giornata''

E' un Bersani teso, visibilmente nervoso, che apre il suo discorso dinanzi alla stampa ammettendo "siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto", per il resto una sequenza di affermazioni confuse e poche chiare. Tra i giornalisti non è mancato chi ha avanzato la possibilità di un cambio al vertice per il Pd, alludendo a una cessione di sovranità da parte di Bersani all'ex rivale Renzi. "Matteo è un amico ma più che fare le primarie non so cos'altro avrei potuto fare, dopodiché tutto può essere".

Crisi economica e disoccupazione giovanile: queste le ragioni della sostanziale bocciatura degli elettori secondo il segretario. Una posizione , quella di Bersani "confusa e incomprensibile" secondo Alfano che replica appena un'ora dopo. Su quale sarà la compagine traghetterà l'Italia nella nuova legislatura non è dato sapere: nessun governissimo, almeno nelle parole di tutti, nessuno però ha i numeri per proprio conto. Ieri era il tempo della conta, oggi quello delle parole non sempre concordi anche quando vengono dalla stessa parte politica.

In Toscana l'effetto Grillo c'è stato ma il Pd ha retto meglio che nel resto del Paese. A Firenze l'effetto Renzi e le primarie hanno arginato sia il Movimento 5 Stelle che la ''resurrezione'' del centrodestra. "Dalle urne esce una rivoluzione elettorale - commenta Enrico Rossi presidente della Toscana - : Berlusconi regge grazie alla bugia sull’Imu; Grillo raccoglie il voto di protesta ed entra in Parlamento con un peso inaspettato; il centrosinistra non sfonda. Non ho mai visto la sinistra vincere se non intercetta la rivolta morale e la protesta sociale.

Si profila una situazione di ingovernabilità, che penalizza tutti, a partire dai più deboli. Il voto in Toscana va meglio: primeggia il Pd e il centrosinistra". “In questo momento non dobbiamo smarrire il senso del Paese. Il rischio di contraccolpi pesantissimi per il Paese reale causati dall’instabilità politica ci preoccupa molto. Il risultato, seppur con un margine risicato, ottenuto dal centrosinistra, affida a noi l’onere di trovare la strada migliore. Dobbiamo avere come unica bussola i cittadini e i loro problemi che rischiano di aggravarsi”.

Così il segretario del PD toscano, Andrea Manciulli, ha commentato i risultati delle elezioni politiche. “E’ chiaro che anche qui in Toscana ci aspettavamo di più. Naturalmente faremo autocritica perché il risultato atteso non era questo, pur essendo rimasti la prima regione per consensi al PD” continua Manciulli. “Non si può non provare a comprendere meglio e tenere conto dell’onda emotiva che ha portato a un ampio voto di critica e protesta che i cittadini hanno espresso.

Esso esprime una voglia di cambiamento profondo della politica alla quale noi dobbiamo rispondere con ascolto, umiltà e soprattutto proposte di governo che rispondano ad alcuni temi espressi chiaramente dal voto” conclude Manciulli. Il consigliere comunale Mario Razzanelli cita e rilancia un quotidiano tedesco il Neue Zuercher Zeitung che ha cosi titolato sulle elezioni italiane: “Un comico ha reso comici i politici ”. Parte da qui l’analisi del capogruppo della Lega Nord a Palazzo Vecchio che giudica così l’esito elettorale: non un voto di protesta ma un “voto intelligente e mirato, che va còlto e capito”. “Gli Italiani sono tornati a scegliere Berlusconi per dire un No secco a un Governo Bersani-Vendola come pure un No secco a Monti, nemmeno in versione stampella.

Hanno votato in modo intelligente. Scegliendo Grillo hanno denunciato il loro rifiuto per questo sistema politico e per questa "folle" legge elettorale. Se Grillo, come sembra, non scenderà a compromessi con nessuno, potrebbe essere lui a dettare le condizioni; in caso contrario rischierebbe la fine fatta da Di Pietro”. Per quanto riguarda il centrodestra e il centrosinistra Razzanelli dichiara: “non resta che mettere insieme un governo di larghe intese per gestire la situazione e modificare nel più breve tempo possibile la legge elettorale.

D’altra parte se restasse l’attuale Porcellum alle prossime elezioni, molto probabilmente in primavera, Grillo prevarrebbe e manderebbe tutti a casa.Oggi - conclude Razzanelli - col sistema elettorale tedesco avremmo avuto un Paese governabile". Per prima cosa voglio ringraziare le militanti e i militanti di Sel Toscana, che hanno profuso il massimo impegno gratuitamente, e complimentarmi con le tre donne elette, tutte scaturite dal voto delle primarie, la Senatrice Alessia Petraglia, e le Onorevoli Martina Nardi e Marisa Nicchi” – dichiara il Consigliere di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli, analizzando il voto di ieri. “Il dato elettorale, incontrovertibile, chiama la Sinistra ad una profonda analisi di coscienza e ad un bagno di umiltà.

Inutile dire che si è vinto. Di fronte ad un destra divisa tra il conservatore presentabile Mario Monti e il becerume berlusconian-leghista, reduce da un Governo fallimentare, oltre che dall’ignominia degli scandali, la netta vittoria a Camera e Senato era praticamente un obbligo e non averla ottenuta segna, se non una quasi-sconfitta, certamente un motivo su cui riflettere profondamente”. “E d’altra parte in Toscana il centrosinistra mostra invece una sufficiente tenuta, con Sel che realizza un buon dato diffuso, con la punta del 6% a Firenze, direi di tutto prestigio.

Mi viene spontanea, senza troppa polemica, la riflessione che forse la coalizione che è maggioranza in Consiglio Regionale, che include tutta la sinistra senza veti e non ha mai fatto serenate sotto i balconi dell’Udc o di Monti, poteva essere una soluzione migliore dell’ossessiva rincorsa di un centro moderato inesistente prima di tutto socialmente. Adesso però, oltre alla doverosa autocritica, dobbiamo anche guardare avanti. Quello che non abbiamo fatto ieri dobbiamo farlo da domani. Abbiamo il dovere di rivendicare l’incarico a formare il Governo portando in Parlamento di fronte alle Camere un programma che intercetti la prepotente domanda di cambiamento che sorge dal Paese.

Un’agenda che comprenda Legge sul conflitto di interessi e falso in bilancio, riforma elettorale, applicazione del referendum sulla ripubblicizzazione dei servizi, ridistribuzione del reddito, diritti civili, allineamento alla media europea dei trattamenti degli eletti e dei manager pubblici, green economy. Tutti punti che sulla carta sono comuni a quelli del M5S. Dobbiamo volgere in positivo quello che è avvenuto, cercare di convogliare verso obiettivi costruttivi e condivisi l’enorme energia della protesta e della rabbia popolare, che ha trovato il proprio legittimo sfogo nel voto al Movimento Cinque Stelle.

Ogni crisi e ogni sconfitta porta con sé un’opportunità. Cerchiamo di non sbagliare un’altra volta” – conclude Romanelli. Rudi Russo, consigliere regionale di Centro Democratico, commenta così i risultati elettorali: "Il risultato di Centro Democratico, seppur di piccole proporzioni, è stato determinante per sventare l'ennesima vittoria di Berlusconi alla Camera. "Spero fortemente che il nostro contributo non si risolva in un Governo di larghe intese con il centrodestra di Berlusconi", continua Russo.

"A questo proposito, avrei voluto sentire parole più nette da parte di Bersani nell'escludere qualsiasi ipotesi di accordo con il Pdl. Il risultato del Movimento 5 Stelle esprime talvolta delusione, talvolta la sfiducia dei cittadini verso la politica tradizionale. Per questo, il compito della coalizione di centrosinistra è saper parlare anche con loro, misurarsi con il dissenso e cogliere l'occasione per riconquistare la loro fiducia". "Spero vivamente che il M5S, se chiamato a portare il proprio contributo al Governo del Paese, non si sottragga alla responsabilità di attuare un'agenda necessaria al Paese, trincerandosi nelle più sicure file dell'opposizione e dando ragione ai detrattori che lo tacciano di essere un movimento di mera protesta", conclude il Consigliere di Centro Democratico. “Siamo piccoli ma cresceremo" ribadisce la Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana, Maria Luisa Chincarini.

“Certo, esultare e basta sarebbe miope – commenta Chincarini – perché questo voto lascia un Paese diviso in tre e un grave problema di governabilità [..] “L’affermazione di Grillo, infatti, non rappresenta a mio avviso un problema o un ostacolo alla democrazia, ma una grande opportunità per tutti di cambiare la faccia della politica e di smetterla con i soliti giochetti di potere cui la gente non crede più”, conclude Chincarini. “Per questo, sono convinta che riusciremo ad uscire dallo stallo determinato dalle urne soltanto con spirito propositivo, senza tafazziani accordi con Berlusconi ma attraverso un confronto concreto con il Movimento Cinque Stelle su contenuti specifici e su alcuni punti condivisi come lavoro, diritti e costi della politica”. Perde sì ma meno del previsto, il Pd senese su cui l'effetto Monte dei Paschi è stato meno nefasto di quello che lo stesso partito si immaginava.

“Il progetto di rinnovamento e di discontinuità avviato da Ceccuzzi e dal Pd, in un quadro di arretramento nazionale, mantiene la sua forza e non viene bocciato dai senesi” commenta il segretario del Pd senese Giulio Carli . Il Partito democratico resta la prima forza politica in tutti i comuni del territorio senese pur arretrando, anche in provincia di Siena, come nel resto del Paese e della Toscana. E’ questo, in estrema sintesi, il dato che emerge dal voto delle elezioni di domenica e lunedì scorsi.

Alla Camera il Pd si attesta, a livello provinciale, intorno al 41,06 per cento (pari a 66.928 voti) contro il 53,19 per cento registrato alle elezioni politiche del 2008. Il Pd in provincia di Siena, dunque, segna una flessione del 12 per cento circa, rispetto al “meno 8” registrato a livello nazionale. Per quanto riguarda il Senato, invece, i democratici senesi raccolgono il 43,27 per cento, pari a quasi 66mila voti, arretrando, in questo caso di circa dieci punti percentuali rispetto alle elezioni politiche del 2008. Tace invece il sindaco di Firenze, i delusi lo invocano, tanti oggi esordiscono con un Se ci fosse stato lui, sarebbe stata un'altra storia....

Ma Renzi in un incontro pubblico oggi che aveva al centro la fusione delle holding aeroprtuali toscane si è limitato a dire: "Oggi non è giornata!".

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