Codice Rosa ad Haiti e Santo Domingo, la Toscana è volata oltreoceano

Nei giorni scorsi, nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale “Alla ricerca di un lavoro dignitoso. Diritti, lavoro e migrazione tra Repubblica Dominicana e Haiti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 febbraio 2013 13:14
Codice Rosa ad Haiti e Santo Domingo, la Toscana è volata oltreoceano

FIRENZE – Il Codice Rosa è volato dalla Toscana fino ad Haiti e Santo Domingo. Nei giorni scorsi, nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale “Alla ricerca di un lavoro dignitoso. Diritti, lavoro e migrazione tra Repubblica Dominicana e Haiti”, la dottoressa Vittoria Doretti, responsabile per la Asl 9 del Centro di coordinamento vittime di violenza e referente regionale del Codice Rosa, ha partecipato a una missione nell’area di frontiera tra Repubblica Dominicana e Haiti, per far conoscere alle autorità dominicane il sistema di protezione delle fasce vulnerabili e realizzare attività specifiche di formazione sulla prevenzione e gestione di abusi. Il progetto di cooperazione, finanziato dalla Regione Toscana e realizzato da Oxfam Italia in collaborazione con Provincia di Grosseto, Asl 9, Cospe, Cgil, Cisl, Uil, Arci, Comitato Aretino per la cooperazione decentrata con la Repubblica Dominicana, ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e lavoro della popolazione haitiana e dei lavoratori migranti della Repubblica Dominicana, sostenendo il processo di ricostruzione del locale tessuto produttivo. All’indomani di One Billion Rising, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’esperienza ad Haiti e Santo Domingo è l’occasione per fare il punto su tre anni di Codice Rosa in Toscana.

Il Codice Rosa è un percorso di accoglienza al pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza, che si colloca e si armonizza con la storica rete dei centri antiviolenza e delle altre associazioni di volontariato e solidarietà. Parte da una stanza dedicata all’interno del pronto soccorso, nella quale accedono tutti gli specialisti che dovranno visitare la/il paziente. Il suo punto di forza è una task force interistituzionale, una squadra formata da personale socio-sanitario (infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi), magistrati, ufficiali e sottufficiali di Polizia giudiziaria impegnati in un’attività di tutela delle fasce deboli della popolazione, quelle che possono essere maggiormente esposte a episodi di abuso e violenza: donne, minori, anziani, disabili, omosessuali, immigrati, ecc. L’intervento congiunto di questa task force permette di prestare immediate cure mediche e sostegno psicologico a chi subisce violenza, nel fondamentale rispetto della riservatezza. E’ stato sperimentato in 5 pronto soccorso della Toscana: Grosseto dal 2010, Arezzo, Lucca, Prato e Viareggio dall’inizio del 2012.

Il progetto regionale dovrebbe presto estendersi a tutte le Asl della Toscana, e già da molte regioni sono arrivate richieste di contatti e informazioni: esperienze analoghe sono sorte a Bari, Potenza, e indiverse province della Sardegna e del Veneto. Nel 2012, i cinque pronto soccorso toscani in cui il Codice rosa è in funzione hanno trattato complessivamente quasi 1.500 casi di violenza domestica, sessuale, stalking, abusi e maltrattamenti: 241 ad Arezzo, 430 a Grosseto, 250 a Lucca, 337 a Prato, 160 a Viareggio. “Grazie alla visita nella provincia di Elias Pina, alla frontiera tra Repubblica Dominicana e Haiti e agli incontri che abbiamo avuto con le istituzioni e i vari attori coinvolti nella prevenzione del fenomeno – dice Vittoria Doretti – abbiamo potuto riscontrare notevoli similitudini con la situazione italiana.

Senza dubbio, il Codice Rosa potrebbe rappresentare per la Repubblica Dominicana un’esperienza replicabile a basso costo”. Nella Repubblica Dominicana la violenza domestica è in continua crescita, con numeri allarmanti. “In Repubblica Dominicana – spiega Francesco Torrigiani di Oxfam Italia – la violenza domestica rappresenta un problema sociale estremamente grave. Qui si registrano ogni anno circa 230 casi di femminicidio e oltre 50.000 denunce. Una situazione assai più grave di quella italiana, dove con una popolazione 6 volte maggiore, i casi di femminicidio sono 136 ogni anno”.

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