Sanità in montagna, riorganizzare senza chiusure indiscriminate

Giurlani (Uncem) ha affrontato l’argomento in consiglio comunale a Massa Marittima (GR): “Secondo certi parametri chiuderebbero tutti gli ospedali. Ma non si può procedere così”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 dicembre 2012 15:26
Sanità in montagna, riorganizzare senza chiusure indiscriminate

Il riordino della sanità, i tagli soprattutto negli ospedali piccoli e montani, il ruolo delle Sds e la necessità di battersi perché ogni decisione sia la più condivisa possibile, sono stati i punti cardine dell’intervento di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, nel corso del consiglio comunale, ieri pomeriggio, a Massa Marittima (Grosseto). Giurlani, invitato per esporre al consiglio la situazione regionale su questo tema delicato, ha sottolineato la necessità di mantenere i servizi essenziali.

“I tagli pari a 800 milioni alla sanità toscana, stanno pesando tremendamente. Gli ospedali sotto i 120 posti letto dovrebbero essere chiusi il che significa che dei 12 presidi montani non ne resterebbe in funzione nessuno – ha esordito il presidente di Uncem – La Regione ha dato l’input ai direttori generali delle varie province di recuperare risorse limitate dalla spending review. Gli ospedali vanno riorganizzati in base alle reali esigenze, scegliendo fra diversi servizi. Ma non si può procedere a chiusure indiscriminate”.

Giurlani ha poi affrontato il problema dei punti di emergenza-urgenza, i cosiddetti Pet. “Alla Regione abbiamo fatto due osservazioni: la prima è la salvaguardia dei presidi ospedalieri montani con particolari caratteristiche, la seconda che i Pet non possono restare in funzione solo in base alla popolazione residente ma guardando anche ad altri indicatori come le distanze dai luoghi più grandi e i collegamenti viari”, ha spiegato. Quanto alle società della salute, Giurlani ha parlato di “esperienze mediamente positive, con risultati buoni e meno buoni.

Ma la Regione ha ritenuto opportuno non continuare a scommetterci. Adesso bisogna trovare un momento per discutere e trovare le soluzioni alternative. Bisogna farsi sentire – ha concluso il presidente di Uncem Toscana -. Credo che bisogna tornare a concertare con i territori le decisioni: anche le scelte più dolorose vanno fatte in questo contesto”.

Notizie correlate
In evidenza