Rischio idrogeologico in Toscana, così assurda la cultura della prevenzione?

Dagli ultimi dati diffusi dal Cigno Verde, è infatti emerso che per i danni del maltempo si spendono un milione di €/giorno. Cifre elevate, che coprono però solo una parte degli ingenti danni censiti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2012 14:17
Rischio idrogeologico in Toscana, così assurda la cultura della prevenzione?

“Per pianificare e programmare le politiche territoriali nei prossimi anni è diventato imprescindibile considerare gli effetti dei cambiamenti climatici”, così si commentano in Legambiente le notizie relative alla bozza delle linee strategiche per il Piano Strategico sulla Tutela del Territorio che il Ministro dell'Ambiente ha inviato ieri al CIPE. Dagli ultimi dati diffusi dal Cigno Verde, è infatti emerso che per i danni del maltempo si spendono un milione di €/giorno. Cifre elevate, che coprono però solo una parte degli ingenti danni censiti in conseguenza di frane e alluvioni.

In Sicilia, Veneto, Toscana e Liguria, le regioni colpite dagli eventi più gravi in questi ultimi 3 anni, è andato l’80% delle risorse stanziate, ma i danni ammontano a 2,2 miliardi di € circa, quasi il triplo delle risorse messe a disposizione dei comuni colpiti. "Nelle prime settimane di novembre 2012, nella triste ricorrenza delle alluvioni dell’ultimo biennio, anche in Toscana si sono verificati nuovi eventi estremi, con lutti e danni incalcolabili sui nostri territori. E' il caso delle città di Massa e Carrara, colpite duramente nel comparto costiero.

Un territorio estremamente vulnerabile anche a causa di un dissennato uso del suolo e di una scorretta gestione degli ecosistemi fluviali, specie minori – dichiara il Presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza – Quest’anno, però, vere e proprie bombe d’acqua hanno colpito anche altri territori, in cui le alluvioni sono più rare, almeno in tempi recenti. Gravi conseguenze si sono infatti registrate in gran parte della provincia di Grosseto, in particolare ad Albinia, nel bacino dell’Albegna Fiora e nelle aree rurali interne di Manciano e Capalbio.

In queste zone, in 48 ore (a cavallo del 12 novembre scorso) è caduta giù una quantità di pioggia pari a quella di un semestre pluviometrico normale (400 mm circa). Ma in Toscana l’allerta meteo purtroppo continua anche in questi giorni ed è proprio il caso di dire che piove sul bagnato". La distribuzione delle precipitazioni nell’arco dell’anno risulta, in effetti, molto eterogenea, con periodi di forti piogge alternati ad altri di gravissima siccità. I fenomeni metereologici intensi hanno perso la loro eccezionalità per diventare sempre più frequenti, come confermano i dati Ispra (Annuario dei dati ambientali 2011, Ispra 2012 cit.) relativi alla quantità di pioggia caduta nei principali eventi alluvionali dal 2009 ad oggi.

Negli eventi alluvionali della Toscana del 2010 e 2011, in una sola giornata, la quantità di pioggia caduta sul suolo è stata pari a circa il 40% delle precipitazioni medie annue della nostra regione. “Se vogliamo smettere di correre dietro alle singole emergenze, bisogna investire molto di più nella prevenzione (che si tradurrebbe anche in consistenti risparmi economici) – continuano Fausto Ferruzza e Federico Gasperini, rispettivamente Presidente e Responsabile acque di Legambiente Toscana – Per questo la nostra direzione nazionale propone di recuperare subito (a livello statale) almeno 10 miliardi dalle opere inutili, dai costi faraonici e dagli impatti ambientali enormi.

Occorre, in altre parole, ribaltare la logica seguita finora: se fino ad oggi si è fatto di tutto per restringere gli alvei (e magari tombarli), d’ora in poi bisognerà restituire loro lo spazio ampliandone generosamente le sezioni ed eliminando le tombature; la misura più importante consiste tuttavia nell’interrompere il circolo vizioso che ha permesso l’edificazione nelle aree a pericolosità idraulica, dopo la loro presunta ; è questo, infatti, che fa aumentare continuamente l’entità dei danni alluvionali.

E questa misura non costa nulla, richiede solo coraggio e volontà politica!” – concludono Ferruzza e Gasperini. Nel pomeriggio di ieri è stato riaperto, sia al traffico pedonale che carrabile, il ponte di Rosano a Pontassieve. E’ stata revocata l’ordinanza di chiusura (del 28 novembre scorso) che era stata emessa in via cautelativa e preventiva a seguito della presenza di alcune evidenti fessure sull’asfalto e dopo la segnalazione dei Vigili del Fuoco. La segnalazione ricevuta ha portato ad una serie di approfondite verifiche che non hanno riscontrato nessun problema di stabilità né di stabilità. L’unico fattore di rischio era dunque soprattutto dovuto alle cattive condizioni dell’asfalto deteriorato che avrebbe potuto creare problemi al transito pedonale e ciclabile, forse anche ai motorini, ma non agli altri mezzi.

L’intervento da fare nei prossimi giorni sarà quello di inserire nuovi coprigiunti di dilatazione. In attesa dell’installazione definitiva dei nuovi giunti e per non recare ulteriori disagi alla cittadinanza, nel pomeriggio di ieri, è stato realizzato un intervento di riempimento delle fessure con uno speciale asfalto in modo da poter riaprire il transito del ponte.

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