Hiv e Aids in Toscana: eterosessuali la categoria più a rischio

Tra i casi che hanno già sviluppato l’Aids in Toscana, infatti, la gran parte non ha contratto il virus Hiv per la tossicodipendenza, ma per via sessuale. Domani un convegno dell’Ars

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2012 14:38
Hiv e Aids in Toscana: eterosessuali la categoria più a rischio

FIRENZE – Una decisa inversione di tendenza, negli ultimi anni, nella modalità di trasmissione di Hiv e Aids. Tra i casi che hanno già sviluppato l’Aids in Toscana, infatti, la gran parte non ha contratto il virus Hiv per la tossicodipendenza (come succedeva nella fase iniziale dell’epidemia alla fine degli anni ’80), ma per via sessuale. Questa modalità di trasmissione rappresenta l’80,4% dei nuovi casi adulti nel triennio 2009-2011: si tratta soprattutto di trasmissione eterosessuale, il 47,5% dei nuovi casi.

Il dato sottolinea l’evidente abbassamento del livello di guardia da parte della popolazione generale: gli eterosessuali non si ritengono cioè soggetti a rischio, mentre invece sono la categoria che più ha bisogno di informazione. E’ quanto emerge dai dati dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana, che saranno presentati al convegno “Hiv e Aids in Toscana: un’epidemia sotto controllo?”, che si tiene domani, giovedì 29 novembre, dalle 9 alle 13.30, a Firenze, nell’auditorium Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via Folco Portinari 5/r), in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’Aids, che si celebra il 1° dicembre.

L’Agenzia regionale di sanità della Toscana dal 2004 gestisce il Registro regionale Aids, e dal 2010 anche il sistema di sorveglianza delle nuove infezioni da Hiv, sistema attivato a seguito delle disposizioni ministeriali orientate ad una maggiore attenzione sulle fasi iniziali dell’infezione per pianificare meglio gli interventi di prevenzione. “Molti dei nuovi sieropositivi hanno contratto il virus proprio con rapporti sessuali non protetti, non sono consapevoli di esserlo, e continuano a diffondere la malattia senza avere coscienza del rischio – dice Fabio Voiller, dirigente Ars – La consapevolezza della propria sieropositività sarebbe invece un elemento molto importante per accedere tempestivamente alla terapia antiretrovirale e ridurre la probabilità di trasmissione dell’infezione legata a comportamenti a rischio”. Nuovi casi di Hiv in Toscana: i dati In 3 anni di sorveglianza (2009-2011), in Toscana ci sono state 824 nuove diagnosi di infezione Hiv in soggetti non pediatrici: cioè 7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti.

Il 79% dei casi riguarda il genere maschile e il 55% si concentra nella fascia 35-59 anni. Le donne contraggono prima l’infezione Hiv: l’età mediana è 32 anni (40 anni per i maschi). I pazienti di nazionalità straniera sono il 24,8% del totale (201 persone), di questi il 57,7% sono maschi, provenienti soprattutto dal Brasile. Il 21,2% dei pazienti scopre di essere sieropositivo insieme alla diagnosi di Aids. Il 40,5% viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, con una rilevante compromissione del sistema immunitario.

Le persone che scoprono di essere Hiv positive in ritardo hanno un’età avanzata (il 67,7% degli ultra-sessantenni) ed hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali (il 46,2% degli eterosessuali). Il 37,2% dei pazienti effettua il test Hiv quando c’è il sospetto di una patologia Hiv-correlata, e solo il 24,9% lo effettua spontaneamente perché ha percezione del rischio. Gli uomini omosessuali hanno invece una maggiore percezione del rischio rispetto agli eterosessuali ed effettuano il test spontaneamente nel 41% dei casi. Nuovi casi di Aids in Toscana: i dati In Toscana, dall’inizio dell’epidemia al 31 dicembre 2011, sono 4.125 i casi di Aids conclamato relativamente ai residenti, il 78% dei quali sono maschi.

La proporzione di stranieri tra i malati di Aids è aumentata nel tempo: si è passati dal 3,3% nel 1990 al 14,3% nel 2011, con percentuali che hanno superato il 20% in alcuni anni. Il tasso di incidenza nella popolazione straniera è nettamente superiore a quello nella popolazione italiana: 5,2 casi su 100.000 residenti nel triennio 2009-2011, contro 2,1 casi su 100.000 per gli italiani. Ci si ammala di Aids in età sempre più avanzata: 45,5 anni per i maschi e 42 anni per le femmine. L’andamento dei casi di Aids in Toscana rispecchia quello nazionale: dal 1995 si registra una progressiva diminuzione, assestata negli ultimi 10 anni a circa 100 nuovi casi l’anno, con incidenza maggiore nei maschi (rapporto maschi/femmine è 11,7).

L’assestamento delle nuove diagnosi e l’età più avanzata in cui ci si ammala sono una conseguenza dell’allungamento del tempo di incubazione dell’Aids grazie all’effetto della terapia antiretrovirale combinata. Nel contesto nazionale, la Toscana si colloca al quinto posto per tasso di incidenza (2 casi per 100.000 residenti), preceduta da Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio (dati 2010). In Toscana le persone malate di Aids viventi al 31 dicembre 2011 sono 1.580. A seguito dell’introduzione delle terapie antiretrovirali nel 1996, in Toscana (come in Italia) la sopravvivenza delle persone con Aids a 2 anni dalla diagnosi è più che raddoppiata, passando dal 31% negli anni 1985-1995, al 74,3% nel periodo 2003-2011. Al convegno dell’Ars verranno anche presentati alcuni dati sulla diffusione di altre malattie a trasmissione sessuale, sui comportamenti a rischio nei più giovani e sugli interventi di prevenzione efficaci.

Verrà inoltre presentato un nuovo software per la rilevazione del registro toscano Hiv. Il convegno potrà essere seguito anche in diretta streaming sul nuovo sito web dell’Ars Toscana, all’indirizzo www.ars.toscana.it

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