Rifiuti su spiagge toscane: è possibile trarne vantaggio economico

Staccioli, “Usare il legname per produrre compost o energia. Dare il via al progetto”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 novembre 2012 15:31
Rifiuti su spiagge toscane: è possibile trarne vantaggio economico

“Far fruttare i rifiuti portati in spiaggia dalle mareggiate si può, basta la volontà politica. E’ necessario attivare subito un progetto pilota”. A suggerirlo è la consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto), coordinatore di Movimento Identità Toscana, di fronte all’ennesima emergenza che ha colpito la Versilia nei giorni scorsi. L’arenile, infatti, è stato ricoperto da circa 140mila metri cubi di legname e detriti vari, materiale portato a valle dalle inondazioni che hanno colpito Liguria e Lunigiana. “La pulizia delle spiagge – spiega Staccioli – spetta ai Comuni, con i relativi costi: oltre 200 euro a tonnellata di materiale raccolto e trasportato in discarica”.

Un prezzo alto da pagare per le amministrazioni comunali, tanto da spingerle a chiedere lo stato di calamità naturale alla Regione. Tanto più che negli ultimi anni si è registrato un forte incremento del volume di questa tipologia di rifiuto, passato dalle 1.127 tonnellate del 2003 alle 3.500 del 2008. “Eppure il modo per far fruttare questa attività e recuperare almeno in parte i costi – esiste già da anni. A luglio 2010 – ricorda la consigliera – insieme al collega Giovanni Santini (Pdl) depositai una mozione in merito alla necessità di dare il via a un progetto sperimentale per utilizzare il cosiddetto ‘lavarone’ per produrre compost oppure energia da biomasse”.

All’epoca la mozione venne rinviata in Commissione, ma la discussione non è mai stata riaperta. “Basterebbe dividere i rifiuti organici dagli altri materiali – continua Staccioli – anziché classificarli tutti come rifiuti speciali e portarli in discarica in maniera indifferenziata”. La consigliera individua anche un ambito all’interno del quale dare il via al progetto pilota, magari con la collaborazione dell’Università: “il protocollo d’intesa tra Comune di Pisa, Provincia di Pisa, Arpat, Asl 5 e il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli”. “Questa procedura – sottolinea Staccioli - è già stata attivata in diverse parti d’Italia.

E’ ora che anche la Toscana intervenga in tal senso”.

Notizie correlate
In evidenza