Che succede ai treni del Valdarno?

La Direttissima in conflitto con i regionali dei pendolari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2012 00:08
Che succede ai treni del Valdarno?

Le Ferrovie dello Stato stanno forse per commettere un errore strategico e di immagine mostruoso: stiamo parlando della questione dei treni pendolari Firenze – Valdarno e viceversa. La Direttissima Firenze – Roma non è una vera linea “AV” (Alta Velocità) perchè la sua progettazione è avvenuta quando ancora per “Alta Velocità Ferroviaria” il riferimento erano i 200 km/h. Oggi il riferimento è 300 km/h, una velocità che, al di là delle fantasie di qualcuno, è difficilmente superabile anche perchè alla fine con le distanze che ci sono in Italia non sono certo quei 3 minuti guadagnati che fanno la differenza. Invece la DD è (o sarebbe) quell'ottimo esempio italiano di “Alta Capacità”: un sistema di linee parallele in cui convivono treni più veloci e treni più lenti e in cui le molte interconnessioni facilitano l'interscambio dei treni e consentono una gestione migliore di eventuali difficoltà di circolazione. Ed in effetti oggi il tratto iniziale della DD, tra Rovezzano ed il bivio Valdarno Nord è un “paradigma dell'alta Capacità” in quanto la sua presenza oltre a migliorare significativamente la “lunga percorrenza” ha semplificato e migliorato non poco la vita dei tanti pendolari che si recano a Firenze dal Valdarno (e viceversa). Il problema che periodicamente viene fuori la “minaccia” da parte di Rete Ferroviaria Italiana, il gestore della rete, di togliere i treni regionali dalla DD tra Rovezzano e Incisa.

Il problema sarebbe che questi treni rallentano e disturbano la circolazione dei tanti e frequentati treni ad Alta Velocità. Vediamo come stanno le cose: ci risulta che in direzione Valdarno – Roma i “Frecciaargento” impiegano fra 6 e 7 minuti mentre i “Frecciarossa” e gli Italo ci impiegano 7 minuti e mezzo. Allora, ma quanto ci impiegano i treni regionali? Bene, tra 7 minuti e mezzo e 9. Stiamo quindi facendo un mostruoso can-can per due-minuti-due di percorrenza in più? Fondamentalmente questa sarebbe pura follia.

L'unico appiglio in questo caso può essere che talvolta i regionali rallentano perchè la linea lenta è occupata a Figline. Un problema risolvibile. Ancora più folle sarebbe pensare a dei problemi in direzione opposta perchè se in uscita da Firenze i treni ad alta velocità quando arrivano a Incisa hanno 250 km di linea (possibilmente) libera, in entrata verso Firenze non esiste treno che non debba rallentare ancora nella Galleria di San Donato per impegnare a velocità di sicurezza il bivio Rovezzano.

Quindi i 2 minuti e mezzo si ridurranno forse a 30 secondi se non si annulleranno direttamente.Se poi RFI facesse lo scherzo di impedire il transito sulla DD a mezzi con velocità inferiore a 200km/h, Trenitalia ha talmente tante locomotive e carrozze da 200 km/h a disposizione da poterne dare una decina di composizioni alla Regione Toscana, una soluzione che su “Nove da Firenze” avevamo già ipotizzato nel 2007.

Oppure del materiale adatto nuovo: in Europa di costruttori di rotabili del genere già collaudati ce ne sono diversi. Ma il problema allora dove sta? Nel voler guadagnare altri 2 minuti fra Roma e Milano? No, sta che alle volte le Frecce sono in ritardo. E che talvolta anche per i treni regionali ci sono dei problemini. Ora con la messa in funzione del passante bolognese (in attesa di quello fiorentino) la regolarità dei treni AV aumenterà ancora. E allora ci sono delle preoccupazione che a causa di qualche ribaldo treno regionale dei Frecciarossa facciano ritardo, cosa che talvolta succede, anche se di solito sono i secondi che pagano. I problemi dunque ci sono, ma non si può aggirarli semplicemente cassando i treni regionali.

Bene fa quindi la Regione Toscana a puntare i piedi. Facciamo anche notare questo: un regionale che normalmente passa dalla DD, quando viene deviato via Pontassieve arriva a Rovezzano all'ora in cui sarebbe dovuto essere già arrivato a Santa Maria Novella (una decina di minuti almeno in più) e questo può succedere se – e solo se – gli viene completamente spianata la strada bloccando la marcia di altri eventuali treni che fermano nelle stazioni intermedie. Questo per dire che – oltretutto – l'espulsione dei Regionali dalla DD provocherebbe a cascata forti disagi nella gestione della Linea Storica, dove peraltro passano e devono passare anche treni merci. Ma – insistiamo – togliere i treni regionali dalla DD sarebbe una pessima pubblicità per le Ferrovie ed uno spettacolare regalo ai NO-TAV di cui non se ne vede bisogno alcuno.

Anche se (quasi) tutti il comportamenti della dirigenza FS negli ultimi 10 anni lo sono stati e torniamo a ripetere che il Gruppo Ferrovie dello Stato è uno dei più grossi ostacoli alla formazione di una vera cultura ferroviaria in Italia. di ALDO PIOMBINO

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