Legge sul commercio in Toscana: favorite le piccole attività?

Tra le proposte: la valorizzazione dei Centri Commerciali naturali. Maggiore spazio alla competitività, ma le piccole aziende potranno sopportare volumi di vendita praticamente raddoppiati?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2012 20:45
Legge sul commercio in Toscana: favorite le piccole attività?

Cambia la legge sul commercio in Toscana, in linea con le direttive del decreto Monti oltre che europee in materia di crescita e competitività che aprono a liberalizzazioni e alla legittima concorrenza. Oggi il Consiglio regionale ha approvato, con voto unanime, la proposta di legge che modifica la legge regionale 28 (il cosiddetto Codice del commercio) e la legge 1 (quella sul governo del territorio). La Toscana a partire da ottobre vedrà, unica regione in Italia, le piccole imprese avere facoltà di portare a 300 mq la superficie di vendita con la semplice Scia (Segnalazione certificato di inizio attività).

Il limite ad oggi era di 150 mq. Finanziamenti agevolati per aiutare gli investimenti: questa la promessa dell'assessore Scaletti, assieme a garanzie per ottenere finanziamenti dalle banche, consulenze e aiuto, anche da parte dei Centri di assistenza tecnica del commercio. Si potrà puntare all' innovazione tecnologica dei sistemi di vendita al dettaglio. Approvata all’unanimità anche una proposta di risoluzione che impegna la Giunta a valorizzare l’esperienza dei Centri commerciali naturali ; a informare il Consiglio circa l’attuale situazione delle grandi strutture di vendita e sui procedimenti in essere per la realizzazione di nuove strutture, a informare il Consiglio sullo stato di attuazione degli Sportelli unificati delle attività produttive (Suap) e su eventuali problemi emersi in questi mesi; ad approvare tempestivamente le modifiche alla legge regionale sull’urbanistica e il paesaggio per la parte riguardante la programmazione commerciale.

La scadenza per il recepimento dei decreti legislativi del Governo fissata per il 30 settembre è stata così rispettata. Ad illustrare l’atto in aula è stata la presidente della commissione Sviluppo economico,Caterina Bini (Pd) . Non sono state riviste invece le norme che definiscono le dimensioni delle strutture commerciali di medie dimensioni. Pertanto queste restano fissate in 1.500 metri quadrati, se insediate in Comuni fino a 10 mila abitanti; mentre, per le strutture nei Comuni con popolazione superiore a 10 mila abitanti e inserite nelle aree commerciali metropolitane Firenze-Pistoia-Prato e Livorno-Pisa il limite resta a 2.500 metri quadrati. In accordo con le osservazioni della commissione Ambiente e territorio, per le strutture con una superficie di vendita maggiore di cinquemila metri quadrati, il rilascio dell’autorizzazione da parte della conferenza di servizi è subordinato al parere favorevole del rappresentante della Regione.

“Il veto della Regione”, ha spiegato Caterina Bini, “è stato invece eliminato per le conferenze dei servizi che riguardano insediamenti commerciali inferiori ai 5 mila metri quadrati”. Una novità, riguarda invece i nuovi impianti di erogazione di carburanti , che dovranno erogare benzina e gasolio e almeno un prodotto a scelta tra metano, Gpl o relative miscele a meno che non esistano “ostacoli tecnici o oneri economici e eccessivi e non proporzionali alla finalità dell’obbligo” previste da normative e regolamenti specifici. Nicola Nascosti del Pdl ha parlato di “un utile punto di sintesi”, visto che “partivamo da un testo iniziale che era più vicino alla tutela del piccolo commercio, cosa che mi sta a cuore, ma in rotta di collisione con i decreti Monti”.

E ha aggiunto: “Certo, si poteva fare meglio, ma questa legge rappresenta un punto di partenza importante per guardare a uno sviluppo omogeneo del commercio in Toscana e andare a una riprogrammazione del territorio che tenga conto degli aspetti ambientali e anche di quelli urbani”. Nascosti ha giudicato positivo l’inserimento degli elementi di perequazione territoriali in caso di insediamento di grandi strutture commerciali “che inevitabilmente hanno ricadute nei Comuni confinanti” e ha chiesto un attento monitoraggio “per verificare eventuali saturazioni territoriali” e per valutare “l’applicazione della legge sullo Sportello unico delle attività produttive” (Suap).

Secondo la capogruppo Idv Marta Gazzarri, la legge in discussione “è di grande rilievo dal punto di vista urbanistico e del governo del territorio. Il giudizio è positivo, perché bilancia l’esigenza di consentire la libertà di concorrenza e di iniziativa imprenditoriale con la tutela dell’interesse pubblico”. Tra gli aspetti positivi della normativa, secondo Gazzarri, “c’è la conferma della richiesta di autorizzazione per l’apertura delle grandi strutture commerciali”. Giudizio “abbastanza positivo” sulla legge è stato espresso anche da Giuseppe Del Carlo dell'Udc, che ha sottolineato “i buoni risultati ottenuti con la concertazione con le categorie economiche e l’importanza di aver riconosciuto ai Comuni un ruolo di valutazione e di decisione”.

Anche la consigliera Marina Staccioli del Gruppo misto, ha espresso voto favorevole e si è augurata “che il regolamento della Giunta sia davvero stringente riguardo alle attività di sommistrazione temporanea, perché le sagre rappresentano spesso un danno alle imprese commerciali che sottostanno ai vincoli sanitari e fiscali richiesti dalle leggi”.

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