Bocelli canta in Duomo a Firenze

Il concerto è avvenuto per commemorare il ritorno della Porta del Paradiso del Ghiberti, dopo 27 anni di restauro.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2012 14:49
Bocelli canta in Duomo a Firenze

La voce del grande Andrea Bocelli ha risuonato nella Cattedrale di Firenze, in un concerto di musica sacra intitolato “Inno al Paradiso” insieme al Coro del Maggio musicale fiorentino, con il mezzo soprano Patrizia Scivoletto e l'Ensemble musicale Suavis Concentus, curato da Unitalsi e Opera di Santa Maria del Fiore. L’occasione è stata data dal ritorno, dopo un restauro durato 27 anni, della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, di Lorenzo Ghiberti. Incontrando la stampa Andrea Bocelli ha detto: “È un grande onore essere qui, a Firenze, perché siamo in Toscana, ed è un modo per smentire il detto nemo profeta in patria.

Essere qui oggi significa che i suoi abitanti mi vogliono bene, perciò sono molto felice di questo.”. E prosegue: “Il programma musicale per questa occasione è un estratto dal mio album di arie sacre, perché la musica sacra ha regalato all’umanità pagine straordinarie e questa è una delle grandi occasioni in cui è possibile rispolverare questo grande repertorio. E credo che alla gente faccia sempre piacere ascoltarla”. Nel 2011 è stato insignito del premio Beato Angelico, il premio che Firenze, dona agli artisti, e ammette di avere un rapporto molto stretto con la spiritualità, dal momento che non si può vivere senza, per capire e approfondire il senso della vita e lo scopo dell’uomo sulla Terra.

Nel cuore della città che ha dato i natali all’opera, Andrea Bocelli, ricorda Jacopo Peri e Giulio Caccini, della fine del cinqucento, ma anche Puccini, Catalani, Mascagni, Boccherini e grandi cantanti come Del Monaco, Filippeschi e Galliano Masini che hanno contribuito alla sua formazione musicale fin da giovane. Infine ha un pensiero particolare per il Maestro Pavarotti: “Per me è stato come un faro, soprattutto per quanto riguarda la tecnica del canto. Lui mi ha insegnato a cantare senza faticare, in modo da poter usare la voce come uno strumento che è in grado di dare il meglio di sé senza sforzo.

Questa è stata una importante, esperienza, anzi fondamentale”. Cecilia Chiavistelli

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