Finanziata, progettata, doveva aprire nel marzo 2011: è diroccata

Così Casa Martelli a Firenze; Donzelli e Mugnai (Pdl) con i pazienti: «Intanto i malati mentali e le loro famiglie hanno fame di assistenza»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2012 15:41
Finanziata, progettata, doveva aprire nel marzo 2011: è diroccata

Dal Pdl interrogazione a Rossi e Marroni. Per l’opera stanziati 2 milioni di euro L’opera era interamente finanziata, e la struttura doveva essere pronta per accogliere venticinque malati psichici già nel marzo 2011. Invece Casa Martelli, una colonica proprio dietro l’Iot che doveva diventare comunità terapeutica per le malattie mentali, è ancora lì: in stato di abbandono, sempre più diroccata ogni stagione che passa. I pazienti che speravano di esservi ospitati e i loro familiari sono esasperati.

Che fine hanno fatto i circa 2 milioni di euro stanziati in più tranches dal 2004 in poi con delibere della Asl 10 (il direttore generale era l’attuale assessore regionale alla sanità Luigi Marroni) e della giunta regionale (l’assessore al diritto alla salute era l’attuale governatore Enrico Rossi)? E, soprattutto, che fine ha fatto quel progetto di assistenza cura che avrebbe recato sollievo a malati che a Firenze sono pressoché privi di una rete di sostegno adeguata al bisogno? Questi i dubbi principali sollevati questa mattina nel corso di una conferenza stampa dai Consiglieri regionali del Pdl Giovanni Donzelli e Stefano Mugnai (Vicepresidente Commissione sanità). I due esponenti del Pdl hanno incontrato i giornalisti insieme a un nutrito gruppo di pazienti affetti da malattia mentale e di loro familiari, guidati dalla presidente della Consulta malattie mentali di Firenze Giovanna Borri e dal presidente dell’Associazione Nuova Aurora Alvaro Lepri. «La questione qui è bifronte», hanno spiegato Donzelli e Mugnai.

«Da un lato – hanno illustrato – siamo davanti a una cattiva gestione, quanto meno, delle risorse regionali e della sanità. Questi denari sono infatti stati stanziati senza esser messi a frutto. Per di più la Asl 10 di Firenze, pur in possesso di questo villino che è Casa Martelli e pur lasciandolo andare in rovina, ha continuato a compiere acquisizioni immobiliari su cui, a quanto si è appreso nei mesi scorsi dalla stampa, pare sia al lavoro la magistratura fiorentina. Qualcosa non torna».

C’è poi la questione della capacità di cura rispetto alla malattia mentale: «Questi pazienti – sono le parole di Donzelli e Mugnai che hanno trovato ampio riscontro nelle testimonianze della signora Borri e degli altri intervenuti – sono deboli tra i deboli, e le loro famiglie si trovano troppo spesso abbandonate a sé stesse, prive di adeguati percorsi di un’assistenza che in questi casi non può essere solo farmacologica. Per questo è ancor più grave che il recupero della colonica e l’attivazione del centro per la salute mentale che doveva sorgere a Casa Martelli, ospitando 15 pazienti in regime residenziale più altri 10 nel centro diurno, siano rimasti lettera morta». Sul caso, i due esponenti del Pdl hanno presentato oggi un’interrogazione alla giunta regionale ed a rispondere dovranno essere Luigi Marroni ed Enrico Rossi.

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