Quarant’anni dei Bronzi di Riace

Tra polemiche e attesa del ritorno al Museo di Reggio Calabria. Il primo restauro fu realizzato al Museo Archeologico di Firenze negli anni '70

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 agosto 2012 19:21
Quarant’anni dei Bronzi di Riace

di Adele Messina REGGIO CALABRIA- Era il 16 agosto del 1972. Fu la data di un grande ritrovamento. Tutto avvenne per caso, e quell’alone di magia e mistero non si è mai sopito. Emersero, dalle acque del mare Ionio, nel tratto antistante Riace marina, due statue bronzee. Fu un appassionato subacqueo, Stefano Mariottini, in vacanza in Calabria, ad avvistare prima un viso di una statua, poi un braccio. In maniera del tutto casuale, stava segnando la storia. Le sculture venute alla luce, denominate bronzo A “il giovane”, bronzo B “il vecchio” rappresentano probabilmente due guerrieri risalenti al V secolo a.

C. di provenienza ellenica alti circa due metri, dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità. Il primo restauro fu eseguito a Firenze, al Museo Archeologico nazionale. L’allora soprintendente per i Beni archeologici della Toscana Francesco Nicosia contattò un giornalista di un quotidiano fiorentino comunicando che avevano messo le statue in piedi e che le valutava di una bellezza sconvolgente e che avrebbero meritato un bel servizio giornalistico. Fu un vero evento, che radunò folle mai viste prima, arrivate per ammirare i Bronzi nella loro prima esposizione al pubblico, a seguito di un restauro durato cinque anni, con aperture del Museo a orario continuato.

Era il maggio del 1981. Da allora, non si sono più spostati dalla Calabria. Dopo l’esposizione di sei mesi a Firenze e quella, di altrettanti successi di pubblico, al Quirinale. Al mondo sono cinque le statue in bronzo elleniche arrivate fino a noi complete e integre risalenti al V secolo a.C., e i Bronzi rappresentano forse le più belle. Curiosità sui Bronzi La prima differenza che emerge tra le statue è quella del colore.

La statua B è più verdastra perché il rame è prevalente. Lo spessore dei bronzi è 8,5 mm per la statua A, mentre 7,5 mm per la statua B. Sono caratterizzati dall’uso di più materiali insieme. Le due statue probabilmente appartengono alla stessa scuola, sono simili nella postura, entrambi hanno labbra e capezzoli in rame. Le due statue prima del restauro pesavano 160 e 170 kg, ma il loro peso andrà rivisto a seguito del restauro poiché è continuata la rimozione della terra di fusione. Analizzando proprio la terra di fusione è emerso che tra le due statue c’erano trent’anni di differenza (430 a.C.

e l’altro nel 460 a.C. l’una dall’altra) e che venivano da due città diverse della Grecia (la statua A veniva da Argo, mentre la statua B da Atene). Sembra accreditata l’ipotesi che la nave si sia abbattuta in un nubifragio, e abbia gettato in mare le statue perché erano troppo pesanti. Poiché era prassi spogliarle e poi ricomporle una volta giunte a destinazione, forse elmi e scudi erano ancora sulla nave che ha proseguito il suo cammino. Un restauro “conservativo”. Le due statue sono ancora oggetto di un “restauro conservativo”, in attesa della riapertura del museo Magna Grecia di Reggio Calabria, per tenere sotto controllo in particolare il fenomeno della corrosione, detta “il tumoretto del bronzo”.

Attraverso una vetrata sita nella sala Monteleone del Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, sono visitabili, sotto continua osservazione degli esperti. Una sala sofisticata, monitorata con il luxometro, “metro della luce”, un piccolo macchinario che stabilisce che all’interno della sala non ci possano essere più di 400 lux. Eventi in programma Ma quali gli eventi in programma per festeggiare il compleanno dei quarant’anni dei Bronzi di Riace? Oggi alle 21 a Riace Marina si terrà un convegno dal titolo “Due bronzi da quaranta anni tra i piedi”, organizzato dalla pro loco “I Bronzi per Riace” per valorizzare e ricordare il luogo dove i celebri statue furono ritrovate.

Il 24 agosto è previsto un incontro con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria e il Premio Mondiale di Poesia Nosside che organizzano un grande evento sulle vicende di cui sono stati personaggi principali i due splendidi massimi capolavori della scultura ellenica classica. La conferenza verterà su “I 40 anni dei Bronzi di Riace. La seconda vita di un suggestivo viaggio nel cuore della storia”. Le polemiche E’ proprio il caso di dirlo. I Bronzi, emersi dal mare, sono rimasti costantemente in un mare sì, ma di polemiche.

Un’odissea che continua. Si parte dal mistero legato al momento del ritrovamento, al dubbio relativo al sub che potesse aver nascosto altri elementi dei bronzi come i tanto discussi elmi che non furono mai trovati. Proprio oggi, anche Vanity Fair, interviene con un servizio sulla presunta scomparsa anche di un “fratello dei Bronzi”, un terzo bronzo mai ufficializzato, ma che sarebbe stato ritrovato. Passando per il numero di visitatori che- va detto- non hanno mai raggiunto punte eccezionali.

Una eccezionalità che i Bronzi meriterebbero. Anche in considerazione dei numeri toccati con le loro prime apparizioni, quando trovare il museo chiuso spingeva i turisti a dure proteste spontanee. Quando i Bronzi nel 1981 avevano inorgoglito Firenze e mettevano d’accordo critici d’arte e gente comune, facendo riscoprire l’arte della bellezza. Hanno grandi racconti i Bronzi. I visitatori iniziali superarono il milione. Grandi numeri, in questi anni, non sono più stati fatti. Dopo il 2006 purtroppo sono anche diminuiti.

E di dati, i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo ne hanno pubblicati a bizzeffe. Dopo i numeri, la pubblicità. Nell’estate del 2011 lo spot per promuovere il turismo in Calabria, che vedeva i Bronzi combattuti tra il mare e la montagna come luogo dove passare le vacanze davanti a un touchscreen, fu molto discusso. Furono definiti “volgarissimi giovanotti” e anche “bulli”, in un articolo del Corriere della Sera. E quando l’ex ministro alla cultura Giancarlo Galan appena insediatosi a sostituire Sandro Bondi- un po’ provato dallo scandalo delle cadute avvenute a Pompei- aveva dichiarato che i Bronzi di Riace potevano andare via dalla Calabria? Il governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, in quella occasione, aveva replicato testualmente “Non si muoveranno da qui”.

Ma ora non è più così categorico: “Valuteremmo”. E in futuro? Il museo ”Magna Grecia” che ospita i Bronzi, ideato da Marcello Piacentini l’architetto “fascista”, è chiuso dal 2009 per una ristrutturazione. L’apertura del museo era inizialmente prevista per marzo 2011, nel contesto dei festeggiamenti del 150esimo dell’Unità d’Italia. Il costo per realizzarlo, è passato da 17 a 32 milioni di euro. Scopelliti, ricordando che la sua realizzazione sarà possibile anche grazie ai soldi sbloccati dal Comitato Interministeriale per la programmazione economica (Cipe) e ai cinque milioni stanziati dalla regione Calabria, ha detto: “Sarà un museo avveniristico.

Aprirà al più tardi a dicembre”. Intanto, per l’occasione è previsto un grande evento organizzato in accordo con i ministri Lorenzo Ornaghi e Fabrizio Barca. Grandi feste per i bronzi, che dopo aver passato il compleanno a letto sono in attesa di passare il Natale finalmente con i piedi per terra.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza