Vino certificato, la qualità non basta per competere nel mondo

Dalle grandi Dop come il Chianti e tutte le sue sottozone, per passare al Carmignano, al Cortona, fino ad arrivare al Vin Santo del Chianti o al grande mondo dell'Igp toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2012 13:44
Vino certificato, la qualità non basta per competere nel mondo

Dalle grandi Dop come il Chianti e tutte le sue sottozone, per passare al Carmignano, al Cortona, fino ad arrivare al Vin Santo del Chianti o al grande mondo dell'Igp toscano, per una capacità di controllare e garantire oltre 1,5 milioni di ettolitri di vino e 2,1 milioni di quintali di uve, pari al 63% della produzione toscana. Sono i numeri di Toscana Certificazione Agroalimentare (TCA), il più grande ente di certificazione a livello regionale. Una partita, quella della certificazione, ormai fondamentale anche per il mondo del vino.

Le nuove norme in materia, a partire dalla riforma delle denominazioni dettata a livello comunitario che ha trasformato le Doc e Docg in Dop e l'Igt in Igp, e le richieste di un mercato sempre più globalizzato ed esigente, impongono al mondo del vino di garantire le produzioni. La qualità da sola non basta, deve essere necessariamente certificata. Una garanzia per i consumatori e una certezza in più per i produttori che si muovono su mercati sempre più ampi e lontani e che portano il marchio della Toscana nel mondo.

Una spinta poi per i vignaioli a migliorare sempre più il proprio lavoro se una produzione non passa i “severi test” di TCA. Se un tempo l’attività di verifica era svolta da più soggetti, oggi questo compito è portato sempre più avanti da realtà specializzate e leader come Toscana Certificazione Agroalimentare. Dal controllo scrupoloso in vigna fino alla cantina, tutte le fasi di produzione passano alla lente di TCA. Dal 1 agosto è iniziata la certificazione dei vini Igp e, anche con la collaborazione dei Consorzi, si è aperta la campagna informativa verso i produttori che sul sito di TCA possono trovare le norme e la modulistica di riferimento. “Certificare una produzione – sottolinea il presidente di TCA Ilio Pasqui – rappresenta un'opportunità e un indubbio vantaggio per il produttore, ma non deve essere un onere eccessivo.

Per questo motivo oltre a essere la maggiore realtà regionale del settore, miriamo e riusciamo ad assicurare le tariffe più vantaggiose. E' la nostra filosofia. Toscana Certificazione Agroalimentare è una realtà giovane, ma già profondamente radicata nei nostri territori e puntiamo a crescere sempre di più con lo sguardo sul mondo del vino, ma anche sull'agroalimentare toscano che per crescere sui mercati deve puntare con decisione sulla certificazione”. Inoltre, aggiunge Pasqui, “da oggi siamo impegnati più che mai perché dal primo di agosto è partita quella che potremmo definire la 'rivoluzione dell'Igp toscano'.

Fino ad oggi infatti il vino a Igp, che rappresenta un terzo o forse più della produzione toscana, non era certificato da nessuno. Adesso le regole sono cambiate e questo è un aspetto che i produttori devono conoscere”. 27.334,56 ettari, 2.102.728,71 quintali di uva e 1.529.722,45 ettolitri di vino certificati rispetto a una produzione regionale che nel 2011 è stata di 3.348.184,66 quintali di uve e 2.426.501,13 ettolitri di vino. Denominazioni di origine e indicazioni geografiche certificate da TCA Barco Reale di Carmignano Bianco dell'Empolese Carmignano Chianti Colli dell'Etruria Centrale Colline Lucchesi Cortona Grance Senesi Montecarlo Orcia Parrina Pomino Terre di Casole Val d'Arbia Valdarno di Sopra Valdichiana toscana Valdinievole Vin Santo del Chianti IGP Colli della Toscana Centrale IGP Costa Toscana IGP Toscano

Notizie correlate
In evidenza