Elba e Gorgona, carceri senza assistenza sanitaria

Taradash e Mugnai alla Regione: «Chiarezza sui fondi assegnati e utilizzati per la salute in carcere»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2012 17:28
Elba e Gorgona, carceri senza assistenza sanitaria

Quanti fondi sono stati assegnati all’assistenza sanitaria in carcere, Asl per Asl, e quanti sono stati effettivamente utilizzati e come? C’è congruità fra la situazione che si verifica nelle carceri di Elba e Gorgona e le normative nazionali e regionali? Sono sostanzialmente queste le domande che i Consiglieri regionali del Pdl Marco Taradash e Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione Sanità) rivolgono alla Regione Toscana. I due esponenti del Pdl intervengono così, attraverso un’interrogazione a risposta scritta, sulla «situazione di estrema gravità per quanto concerne l’assistenza sanitaria ai detenuti e al personale dei penitenziari di Gorgona e Porto Azzurro» di cui sono venuti a conoscenza tramite segnalazioni reiterate e circostanziate. In particolare, raccontano Taradash e Mugnai: «La direzione generale della Asl 6 di Livorno ha recentemente sollevato dal suo incarico il medico incaricato di Gorgona, dottor Leonessi, e ha affidato l’incarico al dottor Domenico Tiso, referente aziendale per i carcere, il quale espleta questa funzione da Livorno senza risiedere, come d’obbligo, all’isola di Gorgona.

Nel maggio scorso – si legge ancora nell’interrogazione – l’unico medico incaricato del carcere di Porto Azzurro, isola d’Elba, Dr. Luciano Rossi, è andato in pensione e non è stato sostituito, tanto che la direttrice generale della Asl 6 dottoressa Monica Calamai ha affidato anche il coordinamento di Porto Azzurro (500 detenuti) allo stesso Dr. Tiso che, a quanto risulta, gestisce tutto da Livorno, senza risiedere in prossimità del carcere di Porto Azzurro».Il fatto che il dottor Tiso non risieda in prossimità delle strutture penitenziarie è rilevante: «L’incarico di referente aziendale del dr.

Tiso – spiegano infatti Taradash e Mugnai nel loro documento – appare incompatibile con quello di Coordinatore Sanitario di Gorgona e Porto Azzurro, poiché l’art. 15 della legge 740/70 recita che “Il medico incaricato deve risiedere nella sede ove è situato l’istituto o servizio cui è addetto. Tuttavia può essere autorizzato dal Ministero, per particolari motivi, sentito il direttore dell'istituto o servizio stessi, a risiedere altrove, quando ciò sia conciliabile col pieno e regolare adempimento di ogni altro suo dovere”.

Conciliabilità che appare difficile da garantire quando il carcere sia su un’isola lontana dalla terraferma come Gorgona o distante da Livorno come l’Elba».Stabilire come e quando sanare la questione ora spetterà alla giunta regionale a cui i due Consiglieri del Pdl nello specifico domandano «se siano state seguite con correttezza le normative regionali e statali» e «come e in che tempi si intenda porre rimedio a una situazione che appare del tutto incompatibile con l’assistenza sanitaria che la Asl 6 deve assicurare alla popolazione carceraria».

Non solo, perché Taradash e Mugnai chiedono di sapere dettagliatamente «quanti fondi sono stati stanziati per le aziende sanitarie alla luce della riforma della medicina penitenziaria e quanti risultano spesi o impegnati sulle carceri toscane, suddivisi per azienda sanitaria».

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