Operazione Cian ba 2012: Sequestri patrimoniali per 47 milioni di euro

Lazzeri (Lega Nord): “Plauso alla Guardia di Finanza, ma ognuno faccia la propria parte, a partire dal neoeletto vicepresidente del Cna pratese”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2012 13:43
Operazione Cian ba 2012: Sequestri patrimoniali per 47 milioni di euro

Stamattina 400 finanzieri dei Comandi Provinciali di Firenze e di Roma, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, hanno eseguito centinaia di perquisizioni e sequestri di beni ordinati dal G.I.P presso il Tribunale di Firenze, su richiesta del P.M. della Procura Distrettuale Antimafia. Le perquisizioni locali e domiciliari sono 111 in tutto, di cui 55 a Roma, 25 a Firenze, 21 a Prato, 2 ad Arezzo, 2 a Brescia, 1 a Livorno, 1 a Foggia, 1 a Verona, 1 a Mantova, 1 a Reggio Emilia e 1 a Bergamo. Contemporaneamente, i sequestri di beni, eseguiti fino a copertura del valore di 47.567.000 euro, hanno riguardato: 52 imprese cinesi (21 a Roma, 18 a Prato, 11 a Firenze, 1 a Brescia e 1 a Livorno), 22 appartamenti e 4 immobili commerciali (14 a Prato, 8 a Roma, 3 a Bologna e 1 ad Arezzo); 103 autovetture e 183 conti correnti bancari. Si conclude così la terza fase delle indagini antiriciclaggio sviluppate dal Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze nei confronti della società "Money2Money" (M2M) e delle 14 agenzie di money transfer ad essa affiliate, che risultano utilizzate dal gruppo criminale italo-cinese "Cai-Bolzonaro" come canale per la ripulitura ed il trasferimento in Cina di grosse somme di denaro accumulate illecitamente da società ed imprese cinesi operanti in Italia, nel periodo da ottobre 2006 a giugno 2010. La prima fase delle indagini, denominata "CIAN LIU" ("fiume di denaro"), condusse due anni fa, il 28 giugno, all'arresto di 24 persone ad alla chiusura delle 14 agenzie "M2M" per associazione per delinquere, riciclaggio ed altri reati aggravati dal metodo mafioso, con il coinvolgimento di 85 aziende cinesi ubicate prevalentemente in Toscana. L'anno scorso, il 21 giugno, l'operazione "CIAN BA" ("diga sul fiume") fece luce su 2 agenzie "M2M" di Prato e Firenze che avevano effettuato 242.000 trasferimenti illeciti di denaro, inclusi quelli per conto di 318 imprese cinesi che avevano occultato e inviato all'estero 238 milioni di euro. Oggi si conclude il troncone investigativo riguardante le altre 12 agenzie "M2M" ubicate a Firenze (2), Prato (2), Roma (4), Milano (2), Padova (1), e Napoli (1), che stanno dietro 1.514.000 rimesse di denaro frazionato in tranches da 1.999 euro ciascuna, effettuate nascondendo i reali mittenti dietro i nominativi di prestanomi consapevoli (dipendenti o familiari) o di cittadini cinesi completamente ignari o inesistenti. Con "CIAN BA 2012" le Fiamme Gialle sono riuscite a risalire mediante indagini finanziarie ed informatiche ai flussi di riciclaggio originati da 155 altri imprenditori cinesi-reali mittenti, i quali avvalendosi di 58 "teste di legno" hanno ripulito 50 milioni di euro con la solita tecnica dello smurfing, al fine di far perdere le tracce dei capitali accumulati grazie alle vendite in nero di prodotti tessili (capi di abbigliamento e "pronto moda"), borse e pelletterie, stamperie di stoffe, bar, pasticcerie e ristoranti, import-export ecc., esercitate a Prato (41), Firenze (26), Roma (36) ed altre province (21). I casi più rilevanti sono quelli di: 6 imprenditori cinesi che non hanno presentato nessuna dichiarazione dei redditi, a fronte di trasferimenti di denaro all'estero per 6.088.000 euro; 21 altri operatori sinici che avevano presentato dichiarazioni dei redditi ed IVA per importi esigui, del tutto incongrui rispetto a 22.293.000 euro spediti in Cina; 19 amministratori di società di capitali che si sono appropriati di denaro sottratto alle casse aziendali per 3.808.000 euro; 14 titolari di laboratori ed aziende commerciali cinesi già denunciati più volte dalla Guardia di Finanza e dalle altre Forze di Polizia per reati di contraffazione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, contrabbando e ricettazione, commessi negli anni degli illeciti trasferimenti verso la madrepatria di 2.591.000 euro di origine non giustificabile. Le ricchezze reali ricostruite in capo a ciascun indagato sono basate su fonti di prova assolutamente certe, costituite dalle tracce di nominativi e numeri telefonici segnati su "ricevute di versamento" informali, su agende ed estratti conto, nonché all'interno di 92 archivi informatici (hard disk, pen drive, personal computer) sequestrati nel 2010 presso le agenzie M2M. Tutto il materiale è stato esaminato con incroci e tecniche di computer forensics da parte di 5 team di investigatori, i quali hanno infine acquisito riscontri precisi tramite interrogatori dei gestori delle agenzie e dei loro dipendenti. Parallelamente, i Nuclei di Polizia Tributaria di Prato e Firenze hanno sviluppato verifiche fiscali più approfondite nei confronti di 16 imprese cinesi già coinvolte nell'operazione "CIAN LIU", acquisendo così le conferme probatorie di gravi reati fiscali per omesse o infedeli dichiarazioni dei redditi ed IVA.

In base a ciò, il G.I.P. ha disposto il sequestro di beni di valore corrispondente alle imposte evase, pari a 12.787.000 euro. In conclusione, tirando le fila delle tre operazioni "CIAN LIU", CIAN BA 2011" e "CIAN BA 2012" i risultati complessivi sono così riassumibili: 4,5 miliardi di euro illecitamente trasferiti in Cina; 558 imprese cinesi che hanno accumulato e spedito all'estero proventi occulti pari a 300 milioni di euro; 24 persone arrestate; 581 persone denunciate; 14 agenzie di money transfer bloccate; 207 aziende cinesi sequestrate, unitamente a 283 beni immobili e 471 automezzi, per un valore complessivo di 152 milioni di euro. «Con l’operazione odierna, compiuta dalla Guardia di Finanza, si è cominciato a fare luce sulla cupola mafiosa che lega tra loro molte aziende cinesi in Toscana».

È il commento del consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, a seguito del blitz antimafia, condotto dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito in Toscana 49 perquisizioni, oltre ai sequestri di 30 aziende, 15 immobili, autovetture e conti correnti bancari. «Dopo questo importante colpo alla mafia cinese – chiosa l’esponente del Carroccio –, è necessario che ognuno faccia la propria parte per debellare definitivamente questa piaga che affligge il nostro territorio.

Fondamentale per il raggiungimento del traguardo è l’apporto delle associazioni che rappresentano le imprese in Toscana. Pertanto, invito i presidenti degli industriali, in particolare quelli di Firenze e Prato, e le associazioni di categoria, a partire dal neoeletto vicepresidente del Cna di Prato Wang Li Ping, ad intervenire sul punto, incrementando il proprio contributo per una sempre maggiore sinergia con le forze dell’ordine allo scopo di far emergere zone di illegalità nel tessuto produttivo toscano. Le imprese che rispettano le regole – conclude Lazzeri –, anche in questo momento di crisi, sono stanche della concorrenza sleale di molte aziende cinesi.

È loro diritto ricevere delle risposte concrete». “Le centinaia di perquisizioni scattate stamani in Toscana, ma anche in Puglia, Lombardia, Emilia e Lazio, e i sequestri di beni e conti bancari disposti dall’autorità giudiziaria conferma l’urgenza di intervenire su un settore come quelli dei money transfer, utilizzati con troppa facilità da numerose aziende, cinesi in questo caso, per riciclare denaro o trasferirire all’estero guadagni frutto di tasse non pagate. Una conferma anche all’illegalità diffusa in quel distretto”.

E’ il commento dell’assessore al bilancio della Regione Toscana, Riccardo Nencini, che dopo l’operazione di oggi ne approfitta per ricordare al governo le proposte avanzate al riguardo un mese fa. “L’anello debole sono i subagenti. Noi – spiega l’assessore – abbiamo proposto allo Stato di introdurre norme più stringenti nella concessione delle autorizzazioni. Sburocratizzare e togliere lacci e laccioli va bene, ma non in questo settore dove è necessario invece stringere le viti.

Abbiamo proposto che gli agenti che svolgono la loro attività per conto di istituti stranieri siano sottoposti alla disciplina nazionale. Ritiene necessario anche un sistema di controllo dei beneficiari e una ‘soglia limite’ per chi riceve denaro e non solo, come oggi, per chi lo invia”. Visto che per eluderla basta eseguire il trasferimento in più tranche e con più nomi. A seguito dell'operazione della Guardia di Finanza "Cian Ba 2012" il sindaco di Prato Roberto Cenni, afferma quanto segue: "Desidero esprimere le più sentite congratulazioni, a nome della Città di Prato, al Pm della DDA Pietro Suchan e alle Fiamme Gialle di Firenze, Roma e Prato per la brillante operazione denominata "Cian Ba 2012", che dimostra come l’innalzamento del livello delle indagini raggiunto in questi ultimi tre anni, col massimo impegno profuso da tutti gli attori coinvolti, riesce a incidere in profondità sul sistema organizzato di illegalità presente nel nostro territorio.

Operazioni di grande portata come queste, finalmente possibili, unite agli implementati controlli del gruppo interforze, dimostrano che la battaglia contro l’illegalità può essere condotta e un giorno, auspichiamo tutti, vinta". L'assessore Aldo Milone afferma: "La maxi-operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla DDA di Firenze, diretta a contrastare l'esportazione illegale di valuta verso la Cina è l'ulteriore conferma di quanto una buona parte della comunità cinese continua imperterrita a svolgere attività illegali nella nostra città.

Quest'operazione va a rafforzare anche l'ottimo lavoro che stanno svolgendo le Fiamme Gialle di Prato e le altre Forze di Polizia, compreso la Polizia Municipale, nel contrastare ogni forma di illegalità. Quello che emerge da questa indagine, e dalle molte altre compiute in questi tre anni, è l'assoluta mancanza di rispetto delle leggi e il voler continuare a usare Prato come fonte di ricchezza da trasferire successivamente nella madre patria, ovvero in Cina. In un momento di persistente crisi economica per Prato e per i pratesi, vedere che un fiume di denaro, frutto di evasione fiscale, contributiva e di altre violazioni di leggi, parte dalla nostra città per essere trasferito illecitamente in Cina, non può che lasciare attoniti i cittadini onesti che con enormi difficoltà hanno dovuto pagare nel mese di giugno e in questa decade di luglio tanti tributi (IMU e imposte statali) e forse devono fare, come si suol dire, salti mortali per arrivare a fine mese.

Colgo l'occasione per ringraziare la G.d.F di Prato, Firenze e Roma per questa brillante operazione che lancia un messaggio rassicurante a quei cittadini che si comportano onestamente. Perché Prato non può e non vuole arrendersi a questo sistema organizzato di illegalità ingrassato negli anni del centrosinistra, nonostante i miei ripetuti allarmi, che è stato cieco prima e resta cieco adesso senza rendersi conto di quanto male ha fatto alla nostra comunità". Il presidente della Provincia Lamberto Gestri ha inviato un messaggio al comandante della Guardia di Finanza di Prato per esprimere la propria soddisfazione in merito all'operazione “CIAN BA 2012” condotta anche a Roma, Firenze e in molte altre città. “La Guardia di Finanza sta lavorando con grande rigore e competenza per combattere il fenomeno del trasferimento illecito di denaro dall'Italia alla Cina, che rappresenta un danno pesante per l'economia e la società locale – dice il presidente Gestri – Le ampie dimensioni dell'operazione confermano l'attenzione che, nel contesto del patto Prato Sicura, la Guardia di Finanza sta dedicando alla battaglia su questo fronte.

Esprimo dunque, anche a nome della giunta tutta la mia gratitudine”.

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