Aeroporto di Firenze, pista parallela, due anni per tornare al punto di partenza

L’Ente nazionale per l’aviazione civile, infatti, dichiara che l’unica strada percorribile è quella della pista parallela all’Autostrada. Locci: ''Mezza legislatura spesa in dibattiti per tornare alla pista di partenza''. Legambiente non ci sta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2012 15:06
Aeroporto di Firenze, pista parallela, due anni per tornare al punto di partenza

“Due anni di concertazioni per tornare alla pista di partenza. Quanto è costato, in termini di volume di affari e passeggeri perduti, il ritardo della Giunta nel prendere l’unica decisione possibile?”. Se lo chiede il consigliere regionale Dario Locci (Gruppo Misto), in seguito alla lettura della relazione dell’Enac pervenuta in Regione. L’Ente nazionale per l’aviazione civile, infatti, dichiara che l’unica strada percorribile è quella della pista parallela all’Autostrada, mentre l’ipotesi di quella obliqua non risolverebbe nessuno degli attuali problemi. “Un risultato – commenta Locci - che era noto già da anni.

Eppure Rossi, il Presidente del fare e dell’Avanti tutta, ha traccheggiato per metà legislatura, preso in ostaggio dai piccoli comuni della cintura urbana” “Nel frattempo – continua il consigliere – lo scalo di Bologna ha continuato a guadagnare sul nostro ritardo. Adesso nel conto della spesa dovremo mettere 75 milioni di euro – costo preventivato per realizzare la pista parallela, su cui dovrebbero intervenire in buona parte i privati – più altri 15 che la Regione ha impegnato per acquisire un pacchetto di quote in Adf, la società che gestisce l’Amerigo Vespucci”. “In totale – conclude Locci - la spesa arriva a 90 milioni di euro, cifra piuttosto difficile da raggiungere di questi tempi, specialmente se si tratta di investire su un progetto gravato da plurimi veti incrociati.

L’impressione è che la presentazione in pompa magna dello studio dell’Enac non sia altro che l’ultimo atto di una farsa durata anche troppo a lungo”. Dichiarazione del Vicecoordinatore regionale Vicario del Pdl toscano On. Riccardo Migliori: «Il Popolo della Libertà della Toscana considera positivamente chiusa l’eterna ‘querelle’ aeroportuale». «Se, questa volta, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non sarà bilingue (dato che in Giunta regionale parla in un modo e nella Piana in altro) il sistema aeroportuale toscano potrà finalmente decollare». «Dopo anni ed anni perduti inutilmente, la sinistra scopre l’uovo di Colombo: Pisa è l’aeroporto della Toscana integrato con l’aeroporto di Firenze-Prato che, con la pista parallela, evita la chiusura e la perdita – con l’indotto – di 4.000 posti di lavoro». «Sfidiamo Rossi a portare subito la delibera in Consiglio regionale perché il Pdl sarà il primo a votarla». Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana: “Bretelle, terze corsie autostradali, grandi infrastrutture di scala regionale, da ieri ufficialmente anche una nuova pista aeroportuale.

Tutte cose magari da realizzare con procedura accelerata, ai sensi della LR 35/2011 (la cosiddetta Legge Obiettivo della Toscana). Questo diluvio di grandi opere, però, minaccia fatalmente di erodere l’unica grande suggestione capace di futuro per questo lembo di territorio toscano: il Parco della Piana. Il Presidente della Regione Enrico Rossi, ieri, ha di fatto formalmente avviato la discussione consiliare sull’ipotesi di pista approvata dall’ENAC (la “parallela convergente alla A11”).

Un’ipotesi, sia detto senza giri di parole, che finirebbe per mettere una pietra tombale sulla realizzazione del Parco della Piana, che invece avrebbe dovuto essere “l’elemento ordinatore della globalità dei processi di pianificazione nell’intera area metropolitana”. "Per come stanno oggi le cose, a Legambiente non rimane che annunciare battaglia, plausibilmente durissima e senza quartiere. Dopo aver registrato il fallimento del vertice mondiale di Rio +20, qui e ora, in Toscana, mobiliteremo tutte le forze vive della società civile affinché venga scongiurato questo ulteriore scempio ambientale e territoriale.

Valuteremo, peraltro, nei prossimi giorni, coi nostri giuristi, la possibilità di ricorrere all’istituto referendario o, in subordine, al Dibattito Pubblico, ai sensi della meritoria LR 69/2007”

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