Province nel mirino della Bce

L’idea dell’accorpamento era stata lanciata il 26 gennaio a Firenzedai dieci presidenti delle cosiddette province metropolitane. Nencini: “Necessara riforma istituzionale organica”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 aprile 2012 14:44
Province nel mirino della Bce

FIRENZE– L'auspicio della Banca centrale europea è di riportare al centro del dibattito il capitolo concorrenza e liberalizzazioni e l'accorpamento delle province. Accorpare le Province in Italia "sarebbe l'unica, vera misura di taglio di costi della politica". Parola della Banca centrale europea, che ha fatto sapere di seguire “con attenzione” la spending review. Il richiamo della Bce in tema di accorpamento delle Province ha riacceso i riflettori su un tema da tempo nell'agenda del Parlamento.

Proprio oggi al Cdm, Giarda presenterà il rapporto sulla spending review della PA. Entro l'estate 4 miliardi di tagli attesi. “L’Italia è un paese sovrano, non un vigilato speciale. La Bce si preoccupi di sostenere gli amministratori che vogliono una rapida revisione del patto di stabilità, che è questione europea, e lasci stare i consigli sulle riforme istituzionali nei singoli paesi. Non ci risulta infatti che stia chiedendo l’accorpamento degli oltre 35.000 comuni francesi”. Questo il commento dell’assessore ai rapporti istituzionali Riccardo Nencini in relazione al monito della Bce sul taglio delle province.

“La Regione Toscana – aggiunge Nencini – sta già lavorando in questa direzione e ha già posto la questione, assieme ad Anci Toscana ed al suo presidente Alessandro Cosimi, in Conferenza delle regioni. Per quanto riguarda le province, è sbagliato sostenere oggi l’accorpamento, domani la cancellazione, e dopodomani l’elezione diretta dei presidenti. È necessaria una riforma istituzionale organica, che ridisegni i poteri e le funzioni delle istituzioni in Italia. In quel quadro si possono anche superare le province”. “Trovo preoccupante che ci voglia la Banca Centrale Europea per capire la validità del documento approvato a Firenze, il 26 gennaio scorso, dai dieci Presidenti delle cosiddette province metropolitane”.

E’ quanto afferma Andrea Barducci Presidente della Provincia di Firenze, dopo le dichiarazioni di Mario Draghi sui tagli dei costi della politica. “La nostra proposta di riordino istituzionale – ricorda il Presidente Barducci - prevedeva lo snellimento dell’apparato pubblico e un risparmio di 5 miliardi di euro, con la riduzione - tramite accorpamento - del numero complessivo delle Province italiane, e l’istituzione delle Città metropolitane previste dalla legge sul federalismo.

Inoltre chiedevamo l’eliminazione degli organi periferici dello Stato e l’eliminazione di tutti gli enti intermedi”.“Trovo davvero singolare che il Governo abbia ignorato la nostra precedente proposta, finché le medesime indicazioni non sono arrivate da Francoforte – aggiunge il Presidente della Provincia di Firenze - Ancora una volta non si ascolta la voce di chi è eletto democraticamente dai cittadini italiani e si aspetta invece che arrivi il placet dai banchieri. Si tratta di un grave strabismo istituzionale a cui va posto rimedio”.“A questo proposito resta del tutto integro il problema della rappresentanza istituzionale delle province accorpate.

Deve essere chiaro al Governo e alla Bce che non siamo disponibili a sospendere la democrazia nemmeno per l'Euro. I banchieri europei facciano dunque il loro lavoro occupandosi delle moneta unica, che alle scelte politico-istituzionali dell’Italia ci pensano gli eletti dal popolo”.“E davvero stupefacente – aggiunge infine Barducci - che il sottosegretario Polillo si accorga solo ora che ‘le Province in quanto tali sono previste dalla nostra Costituzione, ma esistono margini per ridisegnarle in modo da ottenere forti riduzioni di spesa con una legge ordinaria’.

C’è da chiedersi dov’era il ministro quando il Governo ha varato il decreto Salva Italia che intervenendo in modo scomposto sulle Province ha mostrato pesanti dubbi di legittimità costituzionale”.

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