Giorgio Vasari: l'affresco dimenticato in un palazzo di Pozzuoli

Il dipinto è andato perduto, anche se gli esperti hanno individuato la cappella dove sarebbe stato realizzato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 aprile 2012 20:59
Giorgio Vasari: l'affresco dimenticato in un palazzo di Pozzuoli

di Nicola Novelli Giorgio Vasari, maestro del Manierismo e padre della moderna critica dell'arte, poco più che trentenne fu attivo nella Napoli governata dal viceré spagnolo Don Pedro Álvarez de Toledo y Zuñiga per un breve soggiorno dal 1544 al 45. L'artista lasciò la sua firma nella sacrestia di San Giovanni a Carbonara, a Santa Maria di Monteoliveto, al Duomo e nella Cappella della Sommaria in Castel Capuano, riuscendo a guadagnare una cifra ragguardevole per i tempi, prova dell'apprezzamento del committente spagnolo.

Sembra che Vasari nel 1545 avesse dipinto anche nella villa del medesimo viceré . Il lavoro fu realizzato in un palazzo identificato a Pozzuoli anche nel libro delle Ricordanze di Giorgio Vasari: “dipinsi a fresco nel suo giardino di Pozzuolo una cappella, ed alcuni ornamenti di stucchi sottilissimi”. Il dipinto però è andato perduto anche se gli esperti ritengono di aver individuato la cappella in un locale sito al piano terra dell'attuale edificio, dopo che è stato sottoposto a restauro di consolidamento statico dovuto al bradisismo del triennio 1983–1985. Quest'ultimo lavoro deve aver consacrato un rapporto che andava oltre la semplice committenza e che si consolidò di certo quando Don Pedro decise che sua figlia, Eleonora Álvarez de Toledo y Osorio, avrebbe sposato il duca Cosimo I de' Medici per diventare duchessa di Firenze e di Siena.

Né avrebbe immaginato il nobile spagnolo che, pochi anni dopo, in viaggio verso Siena, comandato dall'Imperatore nonostante le già precarie condizioni di salute, sarebbe stato trasportato a Firenze in gravi condizioni e ivi sarebbe morto il 22 febbraio 1553. Il sepolcro che si era fatto costruire nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli restò vuoto. Don Pedro fu sepolto nel Duomo di Firenze. Il Palazzo del Vicerè Don Pedro a Pozzuoli è un edificio particolare, l'atto d'amore di uno straniero invaghitosi di uno splendido panorama italiano.

Data infatti 1538 un'improvvisa eruzione del Monte Nuovo [nella foto il cono vulcanico, che sorse dal nulla nel giro di un paio di settimane] che oggi sovrasta la città di Pozzuoli. Appena avuta notizia del disastro don Pedro vi si recò a cavallo e, fermatosi sulla collina di San Gennaro vide lo spaventoso spettacolo della città ricoperta di cenere e ne rimase profondamente colpito. I Puteolani atterriti avevano abbandonato la città, ma Don Pedro, non volendo consentire che si spopolasse una città importante sin dall'epoca romana, annunciò l'intenzione di farla rinascere dalle sue rovine.

All’inizio del 1539, emise un bando che esonerò dai tributi i puteolani che fossero ritornati ad abitare la città. E per dare il buon esempio vi fece ricostruire dall'architetto Ferdinando Manlio il palazzo con torre e ampio giardino, invitando i nobili napoletani ad imitarlo. Ornò la villa di fontane, colonne e statue, e commissionò a Giorgio Vasari l'affresco di una cappella. La conoscenza diretta che Vasari, eseguendo il lavoro, ebbe di Pozzuoli e delle sue terme, consentì a Girolamo Macchietti di realizzare il quadro raffigurante Le terme di Pozzuoli per lo studiolo di Francesco I dei Medici in Palazzo Vecchio. La residenza del Viceré, in seguito alla dipartita degli spagnoli da Napoli, fu trasformata in granaio nel ‘700 e poi in carcere nell’800.

Furono realizzate trasformazioni, come la demolizione della merlatura sommitale e l’alzata di un parapetto. Nel 1870 fu acquistato dal Comune e trasformato in ospedale civile fino al 1970, anno del primo bradisismo. Di recente il palazzo è stato riaperto al pubblico, tra l'altro come Biblioteca comunale, e passeggiando all'interno, i visitatori più appassionati proveranno a immaginare i tratti della mano pittorica del Vasari sulle volte della cappella.

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