Toscana: i problemi economici e sociali nel 1° trimestre 2012

Dopo un 2011 difficilissimo, l'attuale annata si annuncia peggiore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2012 14:11
Toscana: i problemi economici e sociali nel 1° trimestre 2012

Il 70% dei lavoratori toscani e l'82% dei pensionati perde reddito rispetto all'inflazione e alle tasse secondo le elaborazioni sui redditi presentati nel 2011. Nel 2012 la situazione si aggrava. Non una stima quella di Ires per la CGIL Toscana ma un' analisi su un campione effettivo di 260.000 denunce dei redditi. Cresce ancora la disoccupazione con tassi di occupazione femminile ormai intorno al 54% e 168.000 persone tra disoccupati, cassintegrati e lavoratori in contratto di solidarietà pari al 10.75% del totale della forza lavoro toscana, che vive grazie ad ammortizzatori sociali o addirittura ne è sprovvisto.

Si mantiene inalterato e anzi si accentua il dato della precarietà del lavoro che, sulla base dell'esperienza locale, non sembra poter avere sostanziali cambiamenti alla luce delle modifiche al mercato del lavoro di cui alla proposta del governo. Redditi e pensioni che perdono in modo marcato rispetto al costo della vita, precarietà dilagante, drammatica riduzione dell'industria, tassi di occupazione (soprattutto femminile) ai minimi, quasi l'11% dei cittadini toscani gode di ammortizzatori sociali, che presto saranno ridotti, o addirittura ne sono sprovvisti. Sono questi i tratti essenziali del rapporto IRES Toscana per CGIL presentato oggi a Firenze. In particolare la crisi sociale del territorio, in linea con il dato nazionale, propone numeri impressionanti per qualità e quantità su vari aspetti: ai 126.000 disoccupati infatti che riportano il dato al 1998 vanno aggiunti i 38.000 cassintegrati medi e i circa 4.000 lavoratori in contratto di solidarietà ad orario ridotto.

168.000 lavoratori quindi su un totale di 1.564.000 occupati in regione che costituiscono il 10,75% del totale. Più di una persona su 10 in Toscana, quindi, vive uno stato di disagio. In modo particolare segnaliamo la crescita del 2% delle iscrizioni alla mobilità, con la sola Prato ancora in controtendenza, e del 26% della disoccupazione ordinaria (+ 10.887), dati che sembrano indicare non solo il perdurare della crisi, ma anche lo scadere del periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali per tanti lavoratori.

Nei primi tre mesi del 2012 nel raffronto con il 2011 cala del 12% la cassa integrazione (in controtendenza però a febbraio e marzo quando riprende a crescere) mantenendosi però su livelli molto elevati simili al 2010. La cassa in deroga, di cui è stato proposto il superamento da parte del Governo, rappresenta il 47% del totale. Per dare il senso della profonda modificazione del tessuto produttivo toscano basta ricordare che, raffrontando i dati degli occupati nei differenti settori, tra il 2008 - ultimo anno prima della crisi - e il 2011, l'industria in senso stretto (senza il settore delle costruzioni) perde 81.000 addetti a cui vanno a sommarsi altri 7.000 delle costruzioni, mentre una cifra analoga ( 90.000) li guadagna il commercio.

Il dato sembra essere un po' un controtendenza nel 2011 con gli avviamenti nel manifatturiero in ripresa (+10%). Quanto sopra in un quadro che vede le vendite al dettaglio nell’ultimo trimestre disponibile calare del 2,4% evidenziando quindi una produttività in calo frutto di lavoro povero e poco pagato. Senza voler demonizzare quindi settori o categorie merceologiche è evidente, come dimostrato dall'andamento dei redditi e dalla qualità dell'occupazione, ciò che la tendenza sopradescritta determina per dimensione professionale e salariale in Toscana. Analizzando il totale dei posti di lavoro creati nel 2011 in regione (710.338!!!!) vediamo, infatti, come il tempo indeterminato rappresenti il 12% del totale, quantità che si riduce al 10% per gli under 35, in linea con un dato tendenziale ormai stabilizzatosi.

Nel raffronto 2007-2011 la riduzione degli avviamenti a tempo indeterminato è stata del 50% nel quadro di una riduzione complessiva degli avviamenti dell'8% soltanto. Un’analisi dei redditi su un campione di 260.000 denunce, presentate ai CAAF della CGIL Toscana nel 2011 sui redditi 2010, testimonia una progressiva erosione rispetto al costo della vita determinata essenzialmente dall'aumento delle tasse sul lavoro. Con tassi di inflazione al 1,7% nel 2010 i redditi e le pensioni hanno perso infatti uno 0,65% nel privato, lo 0,85% nel pubblico, l'1,1% per i pensionati.

Se consideriamo la dinamica contrattuale e il blocco delle retribuzioni in interi settori, l'aumento dell'inflazione ( 2,8% nel 2011, 3,3% nei primi mesi del 2012) è ragionevole stimare per l'anno corrente una perdita di oltre 2,8 punti percentuale di reddito per i pensionati e del 2,25% medio tra i lavoratori dipendenti. Quanto sopra senza tener conto dell'impatto di nuove misure di tassazione locale possibili o già decise a livello centrale come l'IMU. A fine 2011 la produzione industriale torna a flettere di quasi 1 punto tornando ai livelli inizio 2010, prima della “ ripresina”.

Tutti i settori sono in calo. Le esportazioni si consolidano in crescita trainati dalla pelletteria ( + 13,2%) e metalmeccanico (+23,7), elemento che si riduce sensibilmente se depurato dal dato dell'oro (lingotti essenzialmente e non gioielleria lavorata) che assume dimensioni imponenti come bene rifugio, fenomeno che meriterebbe un approfondimento che rimandiamo ad altra sede. Il saldo import-export appare in miglioramento anche per effetto di un calo dei consumi interni. Continuano a crescere le sofferenze bancarie e a dicembre 2011 viene superata la soglia di 8 Mld (8.110.000) in valore e di 64.000 per il numero di affidamenti in sofferenza.

Appare degno di interesse un confronto fra i finanziamenti in banca tra il marzo 2009, inizio della crisi (305.750 persone) e quelle a dicembre 2011 (269.936): -12% lo stock, 35.814 le “teste”. Trattasi di finanziamenti riferiti ad esempio a scoperti, anticipo fatture, portafoglio ordini che interessano nelle variazioni i piccoli importi in misura più rilevante. Specularmente nello stesso periodo assistiamo ad una crescita in valori assoluti (+ 40.571 soggetti) dei finanziamenti operati da società finanziarie. L'economia Toscana, per Fabio Giovagnoli, Direttore di Ires, è ormai risucchiata dalla recessione in atto: i dati sulla produzione industriale annullano le seppur flebili spinte registrate nei mesi scorsi.

Mercato del lavoro, redditi, occupazione, continuano ad essere penalizzati e la spinta all'export, da sola, non basterà. Dalla Toscana deve venire una richiesta forte di cambio di marcia delle politiche nazionali in favore della crescita. Secondo Daniele Quiriconi, responsabile mercato del lavoro e attività produttive della Segreteria regionale della CGIL: I dati confermano un quadro drammatico della condizione economica dei lavoratori e dei pensionati, con un mercato del lavoro sempre più segmentato; una situazione tendente ad aggravarsi con l'entrata in vigore della nuova Legge sulle pensioni e con la riforma degli ammortizzatori. Vanno assunte immediatamente misure a sostegno della crescita e politiche fiscali di redistribuzione per contenere le crescenti diseguaglianze che si vanno affermando drammaticamente anche in Toscana.

Tutto il contrario di ciò che anche il Governo attuale sta realizzando.

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