Ancora in aumento l'inflazione nel mese di marzo

In salita i prezzi di gasolio, affitti, raccolta dei rifiuti. I prezzi medi di Unicoop Firenze sono cresciuti del 7% nel decennio dell'euro, contro il 25,8% dell'Istat alimentari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2012 15:23
Ancora in aumento l'inflazione nel mese di marzo

Ancora in aumento l’inflazione a Firenze: la variazione mensile dei prezzi in marzo è +0,3%, mentre a febbraio era +0,2%; la variazione annuale è +2,8%, come nel mese scorso. La rilevazione, effettuata dall’Ufficio Statistica del Comune, si è svolta come di consueto dal 1° al 21 del mese di marzo su oltre 900 punti vendita (anche fuori dal territorio comunale) appartenenti sia alla grande distribuzione sia alla distribuzione tradizionale, per complessivi 11.000 prezzi degli oltre 900 prodotti compresi nel paniere.

A contribuire all’aumento sono state le variazioni nei settori Trasporti (+1,8%), Abitazione, acqua, energia (+0,6%); in calo invece Ricreazione, spettacolo e cultura (-1,1%). Nei trasporti sono in aumento i prezzi di carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati (+3,6%) e il trasporto aereo passeggeri (+16,4%); da segnalare che l’intera divisione Trasporti registra un aumento, rispetto allo stesso mese del 2011, pari al +9,1%. Per la divisione “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili” si registrano in aumento la raccolta rifiuti (+1,6%), il gasolio per riscaldamento (+2,4%) e gli affitti reali per l’abitazione principale (+0,3%). Nella divisione “Ricreazione, spettacolo e cultura” in diminuzione giornali e periodici (-1,2%) e gli apparecchi per il trattamento dell’informazione (-7,2%).

Si segnalano anche le diminuzioni su base mensile per alimentari (-0,1%) e per servizi sanitari e spese per la salute (-0,6%). Su base annuale, diminuiscono le divisioni Comunicazioni (-2,3%), Servizi sanitari e spese per la salute ( 1,8%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,5%). I beni, che pesano nel paniere per circa il 56%, hanno fatto registrare a marzo 2012 una variazione di +3,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I servizi, che pesano per il restante 44%, hanno fatto registrare una variazione annuale pari a +1,5%.

Scomponendo la macrocategoria dei beni, si trova che i beni alimentari registrano una variazione annuale pari a +2,7%. I beni energetici sono in aumento di +16,5% rispetto a marzo 2011. I tabacchi fanno registrare una variazione di +8,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La componente di fondo (core inflation) che misura l’aumento medio senza tener conto di alimentari freschi e beni energetici è +1,5%. L’indice generale esclusi energetici è +1,5%. Per quanto riguarda i dati definitivi del mese di febbraio, si segnalano per la nostra città le diminuzioni rispetto a gennaio per le camere d’albergo (-9,4%).

Inoltre, su base annuale, sono in aumento la riparazione auto – equilibratura gomme (+13,6%), la benzina verde (+22,4%) e il gasolio per auto (+25,4%) mentre è in forte diminuzione il prezzo delle patate (-14,1%). Inoltre, a febbraio i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 4,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I prezzi medi di Unicoop Firenze sono cresciuti appena del 6,9% dal 2001, l’anno che precede l’introduzione della moneta unica, al 2011.

Meno di un terzo rispetto alla media italiana, dove il paniere dei beni alimentari è salito del 25,8%. Meno della metà rispetto a Firenze, dove l’incremento si è mantenuto sul 15,8%. In uno dei decenni più “caldi” dal punto di vista inflattivo la politica di tutela del consumatore, che è parte integrante degli obiettivi di Unicoop Firenze, si è fatta particolarmente aggressiva. Questa strategia si è concretizzata in precise scelte nel tempo, come dimostra un’analisi su centinaia di prodotti condotta dall’Osservatorio interno di Unicoop Firenze. Correva l’anno 2001 e l’euro era ancora una moneta virtuale.

C’era ancora la lira e il caffè costava in media 1100 lire (oggi lo paghiamo un euro, quasi il doppio) il cinema 10 mila lire (ora il 50% in più, 7,50 euro). L’effetto euro è stato molto pesante per le tasche degli italiani: il potere d’acquisto si è ridotto in termini reali, ed è diminuita la quota di risparmio che gli italiani, storiche formichine, riuscivano a sottrarre al consumo. In dieci anni i prezzi al consumo in Italia hanno subito una crescita del 22,9% secondo i dati Istat, ma le dinamiche inflattive hanno avuto un andamento fortemente differenziato. Alcuni settori hanno subito drastiche diminuzioni.

Si tratta soprattutto di merceologie in cui il progresso tecnologico è riuscito ad abbattere i costi unitari: computers e prodotti multimediali (-50%). O prodotti più esposti alla concorrenza interna e internazionale: farmaci e parafarmaci (-13,5%), servizi di telefonia (-10,7%). Diverso invece il comportamento dei segmenti più “protetti” dell’economia. Tra i comparti a più alto tasso di inflazione contiamo le utenze domestiche (acqua +44%, gas, elettricità +32%). O le sacche di rendita come quelle rappresentate dagli affitti (+43%).

O i settori in cui la dipendenza del nostro paese dalle fonti energetiche esterne è totale come i carburanti (+41%). Unicoop Firenze nel decennio ha consolidato la leadership di prezzo nelle sette province in cui opera, grazie anche a concrete scelte di posizionamento. Questo dimostra l’analisi effettuata dall’Osservatorio interno. In particolare l’Osservatorio ha selezionato alcune centinaia di prodotti industriali a più alta intensità di vendita i cui prezzi fossero confrontabili nell’arco di tempo 2001-2011.

Ne ha estratti 50 fra i più significativi, quelli che rappresentano una spesa tipo quotidiana (latte, zucchero, pasta, e così via), e ha seguito le loro variazioni di prezzo nel decennio. Il risultato è che i prodotti delle marche leader hanno avuto una crescita del 13,6%, mentre il prodotto Coop è rimasto addirittura vicino allo zero in dieci anni! (+0,56%). In sostanza la forte compressione dei prezzi del prodotto a marchio ha consentito un effetto di contenimento dell’inflazione interna.

Di conseguenza i consumatori che non si sono fatti ammaliare dalle sirene del “brand”, privilegiando il rapporto prezzi-qualità, sono riusciti ad abbattere drasticamente il caro-spesa. Non è cosa da poco in una fase in cui salari e stipendi vengono erosi da mille altre voci di spesa quotidiane. Qual è il risultato sui bilanci familiari per un consumatore che fa la spesa nei punti vendita di Unicoop Firenze? Nel 2011, facendo 100 l’indice medio dei prezzi dei prodotti industriali delle principali insegne italiane di super ed iper, Unicoop Firenze si posizione a ben 11 punti di distanza (89).

In “soldoni”, calcolando che la spesa media alimentare di una famiglia si aggira sui 6500 euro l’anno, il risparmio si aggira sui 700 euro annui. Sempre che, ovviamente, la spesa venga fatta con la testa.

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