“Le Civette”: e il vincolo della territorialità?

A distanza di un anno dall’esborso di 4 milioni per Villa Iris, l’ASL decreta la diaspora dei lavoratori e dei pazienti di un'altra clinica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 settembre 2011 09:05
“Le Civette”: e il vincolo della territorialità?

“Poi c’è da rispettare il vincolo della territorialità: se i pazienti sono stati per anni inseriti in una zona, non si può spostarli all’improvviso in un’altra”. Era il 29 ottobre 2010 e l’ing. Marroni, direttore generale dell’ASL fiorentina, così giustificava l’acquisto a circa 4 milioni di euro di Villa Iris. A chi gli faceva notare che, vista la crisi economica e i buchi di bilancio della sanità regionale, sarebbe stato opportuno recuperare le strutture già esistenti a San Salvi per ospitare alcuni pazienti, il sosteneva che questi hanno il diritto di restare nei luoghi di abituale residenza. 22 Settembre 2011: l’ASL fiorentina intima la chiusura della RSA “Le Civette” che opera all’interno di San Salvi.

Questo atto comporta il licenziamento di 73 operatori, di collaudata e riconosciuta esperienza e professionalità, e il trasferimento di 67 anziani e pazienti lungodegenti. Inutile ribadire che questi hanno vissuto gran parte della loro esistenza proprio negli ambienti de “Le Civette”. Questi luoghi sono la loro casa, San Salvi è il loro mondo. Gli operatori sanitari e gli altri pazienti, la loro famiglia. "Cinicamente, i dirigenti dell’ASL fiorentina ne sanciscono la deportazione, sì la deportazione coatta in altri ambienti, in altri luoghi, a contatto con altre persone, con altre realtà.

E’ un mondo che si sgretola e a farne le spese sono proprio i più deboli, i più indifesi -intervengono dal Comitato SAN SALVI CHI PUO’- Cosa vuoi che contino alcuni malati, per di più in età avanzata, e alcuni lavoratori, che tanto una sistemazione la troveranno! Sono vite di scarto, esseri in esubero di cui l’azienda si può sbarazzare facilmente" Le Civette, uno dei quattro Centri Diurni Alzheimer attivi sul territorio della ASL, un Centro di eccellenza, realizzato con un cospicuo finanziamento della Regione Toscana, che ha consentito, di creare un ambiente architettonico, sia interno che esterno, adatto ai bisogni di cura e assistenza dei malati di Alzheimer.

"La decisione della ASL di chiudere il centro conferma quanto era già evidente nei recenti interventi relativi ai Moduli Alzheimer delle RSA, e cioè che la priorità è il risparmio, un risparmio perseguito tagliando seccamente le spese, piuttosto che attraverso un recupero di appropriatezza nella gestione ed erogazione dei servizi" a dirlo è Manlio Matera, presidente di AIMA Firenze e vicepresidente nazionale. "A cosa è servito introdurre il modello della Società della Salute per la gestione dei servizi ad alta integrazione sociosanitaria? A cosa è servito unificare, in Regione, l’Assessorato al Diritto alla Salute e quello delle Politiche Sociali, se non per fare, dei servizi per la non autosufficienza, la cenerentola del Sistema Sanitario, proprio quando è chiaro a tutti oggi che la sfida della Sanità nei Paesi sviluppati è la cura delle malattie croniche? La percezione, non solo degli utenti, delle associazioni di tutela e dei sindacati, ma anche degli operatori del settore, sociali, sanitari o addetti all’assistenza, è che, dopo il virtuoso percorso fatto dalla Regione Toscana nello sviluppo delle politiche per la non autosufficienza, iniziato con la Delibera di Consiglio N.311 del 1998, proseguito con la Delibera di Giunta N.402 del 2004, e culminato nel 2008, con la Legge N.66, che ha istituito il fondo regionale per la non autosufficienza, oggi si sia avviato un percorso di involuzione. L’AIMA esprime la più sincera solidarietà ai malati, ai familiari e agli operatori della RSA Le Civette, chiedendo, anche in questa occasione, alla Regione di svolgere il suo ruolo di governo del sistema per salvaguardare quanto è stato costruito negli anni". "Sono a rischio 60 posti letto e 53 posti di lavoro - dichiarano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - La motivazione addotta riporta che si 'tratta di una semplice riorganizzazione degli spazi'.

Una decisione considerata, invece, da Rifondazione "grave, irresponsabile e di basso profilo socio-sanitario, poiché azzera l’esperienza di una struttura qualificata che da tempo si occupa di anziani, persone con malattie psichiatriche e Alzheimer". Oltre al danno occupazionale "vanno scongiurate le pesanti ricadute legate al ricollocamento degli utenti e le loro famiglie e all’aggravarsi della situazione, già critica, delle liste di attesa". Rifondazione Comunista chiede che la decisione venga revocata "al fine di salvaguardare l’insieme del servizio sanitario fiorentino, il diritto all’assistenza e al lavoro.

Le Istituzioni Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana devono contrastare tutte quelle scelte che in nome dei risparmi fanno cassa sui diritti". "Il tentativo di dismettere Poggio Sereno e ora Le Civette fanno nascere il sospetto che dietro ci sia una correlazione, un analogo disegno che in nome di un ipotetico risparmio e soprattutto di un pericoloso riassetto delle attività tra componenti societarie e lobbistiche riduce la qualità del servizio sanitario, alleggerendolo nelle prestazioni e tutele laddove i bisogni di salute sono più fragili e liberandosi di un numero imprecisato di lavoratori.

Inoltre non dimentichiamoci che nell’area di S. Salvi insite da tempo una pericolosa privatizzazione che cerca di liberarsi di strutture pubbliche. Pesa inoltre la modalità con la quale l’ASL 10 ha attivato la procedura dimenticandosi che la residenza era stata oggetto di notevoli investimenti finanziari al fine di adeguarla funzionalmente ai servizi offerti. Grave è il fatto che chi ha messo in essere questa operazione non abbia valutato gli effetti derivanti dalla cancellazione di 60 posti letto né tanto meno la ricaduta occupazionale.

“Improvvisamente chiude la Rsa “Le Civette” di San Salvi. 70 licenziamenti? 60 malati che non sanno dove verranno trasferiti? La Lega Nord interroga in merito la Provincia di Firenze”. E' il titolo della domanda d'attualità presentata sul tema da Marco Cordone, consigliere provinciale della Lega Nord.

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