Il Louvre nega il prestito della Gioconda, ma la raccolta firme parte ugualmente

La campagna di comunicazione è partita, la raccolta delle 100 mila firme non si arresterà davanti alla prima risposta del museo francese che ha escluso la possibilità di un prestito epocale dell'opera a causa della fragilità del quadro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2011 08:31
Il Louvre nega il prestito della Gioconda, ma la raccolta firme parte ugualmente

"L'abbiamo prestata nel 1963 agli Stati Uniti d'America - spiega il responsabile del quadro nel museo parigino del Louvre - ed escludiamo che il quadro di Leonardo possa nuovamente abbandonare la sua teca blindata e climatizzata per far tappa in qualsiasi altro museo internazionale" parole che suonano come un sentito "No, grazie" alla richiesta avanzata dal Comitato per la Valorizzazione dei beni culturali e ambientali guidato dal professor Silvano Vinceti e che ha fin da subito appassionato tutta Italia. Per Vinceti ancora una partenza ad effetto, con l'appoggio delle Istituzioni locali ed il richiamo mediatico del quale oramai gode a pieno titolo la sua impresa culturale sul territorio fiorentino con la ricerca dei resti mortali di Lisa Gherardini presso l'ex Convento di Sant'Orsola. La struttura nei prossimi mesi vedrà il recupero architettonico secondo il progetto varato dalla Provincia e nel disegno finale non mancherà lo spazio dedicato al Genio di Vinci.

Una battaglia già vinta quella della continuazione degli scavi a suon di delibere di finanziamento per valorizzare la scoperta e dare lustro agli spazi che nasceranno nell'ex manifattura ed ex Convento delle orsoline, tra le quali figurava nel 1500 anche la figlia della madonna Lisa del Giocondo. "A quell'epoca c'era J.F.Kennedy" sembra questa la risposta del Louvre più che la mera questione tecnica, che Vinceti continua a considerare superabile con accorgimenti che non sarebbero impossibili per la tecnologia italiana, così come la copertura assicurativa dell'opera o la conservazione del prezioso legno di pioppo attraverso sofisticati sistemi di allarme "Non siamo secondi alla Francia - continua a sostenere con forza il professore - abbiamo delle opere incredibili anche a Firenze, visitate ogni giorno da migliaia di turisti.

Non avrebbero senso i nostri musei se non fossimo all'altezza di poter garantire la sicurezza delle nostre opere d'arte" e la stoccata è al Direttore degli Uffizi, Antonio Natali che ha messo le mani avanti sull'impossibilità pratica di poter gestire la presenza della Giocanda nelle sale degli Uffizi. Di altro avviso è stata invece Cristina Acidini, Soprintendente fiorentina che si è detta pronta ad accogliere una simile visita di cortesia. La raccolta firme andrà comunque avanti, è la risposta di Vinceti che da oggi con banchini sparsi sul territorio e capitanati da amanti della cultura contribuirà al raggiungimento delle 100 firme.

Una figura illustre quella del presidente americano che Vinceti conta di eguagliare con una richiesta popolare trasversale che risvegli la coscienza culturale di una intera nazione per una operazione che potrebbe portare enorme richiamo per Firenze, ma per l'Italia intera che spesso con la cultura "ci mangia" senza però osare più di tanto nei contenuti e nelle forme. Antonio Lenoci

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