Cala il numero degli avvelenamenti

In base ai dati diffusi dalla polizia provinciale i casi più numerosi riguardano cani e gatti. Il tasso di mortalita' degli animali avvelenati e' pari al 55%. Passa da quasi 500 del 2009 a 127 del 2010 il totale degli animali avvelenati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2011 19:00
Cala il numero degli avvelenamenti

Firenze - Diminuisce il totale degli animali avvelenati in provincia di Firenze: da 484 del 2009 a 127 del 2010. Le cifre, che sono state fornite dalla polizia provinciale, mostrano un primo risultato positivo derivante dall’azione del nuovo gruppo di Guardie Ambientali Volontarie che svolgono un'azione di contrasto al fenomeno dell’avvelenamento degli animali, in collaborazione con il Gruppo Antiveleni del Coordinamento Provinciale Guardie Ambientali e la partecipazione con il Nucleo Guardie Zoofile dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) di Firenze. Per quanto riguarda i 127 animali avvelenati nel 2010, il 75,6% è composto da cani (96 casi) e quasi il 15% da gatti (19); il restante 10% si suddivide tra piccioni, volpi ed istrici.

Un anno prima, si erano verificati 97 avvelenamenti per cani e 19 per i gatti. Il dato di diminuzione è infatti determinato dalla drastica riduzione degli avvelenamenti per altre specie animali, soprattutto per quanto riguarda gli avvelenamenti di pollame (azzerati) e piccioni (in quest’ultimo caso siamo passati da 252 casi del 2009 a 10 episodi del 2010). Il tasso di mortalità degli animali avvelenati è superiore alla metà; la morte per avvelenamento infatti colpisce nel 55% dei casi (70 su 127).

Tra le sostanze maggiormente utilizzate per compiere questi reati, spicca l’utilizzo del Fosfuro di Zinco, composto chimico utilizzato per i ratti, in 29 casi, e del Metaldeide, un pesticida abbastanza comune utilizzato per le lumache, in 27 casi. Nel dettaglio, il 2010 conferma un trend in calo per quanto riguarda i fascicoli d’indagine aperti dagli operatori della Provincia di Firenze per casi di avvelenamento; dai 250 del 2005 (dato più alto degli ultimi 10 anni), si è arrivati ai 130 del 2010.

Un sintomo dell’efficacia dell’azione preventiva e repressiva.

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