“Contraccezione”. Il 26 febbraio a Firenze

Libreria Melbookstore (ore 18). Un manuale concreto e chiaro, scritto, dai ginecologi Carlo Flamigni e Anna Pompilia, 50 anni dalla prima commercializzazione. Come si usano, le controindicazioni, gli effetti collaterali, i costi

Redazione Nove da Firenze
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23 febbraio 2011 15:42
“Contraccezione”. Il 26 febbraio a Firenze

La contraccezione a 360 gradi. Tutto quello che c’è da sapere sulla pillola, che ha compiuto cinquant’anni nel 2010, sulla spirale, sul diaframma, sul preservativo, sui metodi naturali e quelli d’emergenza - come funzionano, con quale grado di efficacia e di sicurezza -, spiegato per la prima volta alla luce dei progressi della scienza, con un linguaggio semplice e chiaro, da due ginecologi di grande esperienza, impegnati da tempo in battaglie di laicità per una sessualità libera e consapevole. “Contraccezione”, il nuovo libro de L’Asino d’oro edizioni, a firma dei ginecologi Carlo Flamigni e Anna Pompili, (collana “Il mito di Cura”), verrà presentato a Firenze sabato 26 febbraio 2011 (ore 18), presso la Libreria Melbookstore (via de’ Cerretani 16r).

Con gli autori saranno presenti, Monica Toraldo di Francia, docente di bioetica dell’Università degli studi di Firenze e Letizia Del Pace, psichiatra e psicoterapeuta. Il libro “Contraccezione” è nelle intenzioni di Flamigni e Pompili, “uno strumento a disposizione delle donne e di tutti coloro che vogliono farsi un’idea chiara della contraccezione - affrontando i dubbi che spesso nella realtà quotidiana restano senza risposta in ambulatori medici e consultori - e pensano sia meglio prevenire che abortire”.

Le statistiche parlano chiaro. Secondo l’Oms, le gravidanze che ogni anno cominciano nel mondo sono circa 200 milioni, la metà delle quali non pianificata; gli aborti clandestini sono circa 20 milioni l’anno; le morti di donne per aborti eseguiti in condizioni sanitarie inadeguate circa 80.000 ogni anno, mentre i decessi correlati alla gravidanza e al parto, circa 600.000 l’anno. “Una società più moderna e più consapevole non può non essere interessata a una efficace politica contraccettiva”, affermano i due medici. “Mezzo secolo di contraccezione ha imposto anche un nuovo rapporto tra medico e paziente: dal momento che il medico viene chiamato in causa non più solo per curare una malattia, ma anche per rispondere all’esigenza di vivere la sessualità in maniera libera e consapevole”, osservano Carlo Flamigni, ginecologo di fama, ordinario di Endocrinologia Ginecologica e Ostetricia all’Università di Bologna fino al 2008, attualmente membro del Comitato Nazionale di Bioetica, e Anna Pompili, ginecologa da sempre impegnata nel campo dell’informazione e della divulgazione scientifiche. “Eppure - aggiungono - a 50 anni dalla commercializzazione della prima pillola l’informazione sui metodi contraccettivi continua a essere estremamente scarsa e a volte contraddittoria, troppo spesso influenzata dagli interessi commerciali e dalle posizioni etiche di chi dovrebbe informare”.

La causa di tali silenzi e falsificazioni, è da ricercare secondo gli autori nel fatto che “ciò comporta l’accettazione dell’idea che la sessualità può essere davvero sganciata dalla funzione riproduttiva e che uomini e donne possono pensare al sesso liberi da paure e sensi di colpa”. “Siamo convinti che la corretta informazione e la conoscenza siano la premessa irrinunciabile per essere liberi - affermano Carlo Flamigni e Anna Pompili -. La pillola ha cambiato la storia e le vite personali di milioni di donne e uomini.

Questo libro è un omaggio a quella storia, a quell’anelito di libertà che viene oltraggiato da informazioni false e distorte, da preconcetti e bugie. Il controllo della fertilità - concludono -, molto prima di essere un problema tecnico, è un problema culturale. Dalla cultura dovremmo ricavare la capacità di gestire la nostra vita sessuale e affettiva secondo le nostre intenzioni e le nostre scelte; la tecnica dovrebbe darci gli strumenti per gestire una vita sessuale libera da rischi procreativi, senza alcun coinvolgimento per la nostra salute”.

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