Parte la rassegna Fior di Danza 2010

Martedì 30 marzo, ore 21, inaugurazione della rassegna “Fior di Danza” con il Balletto di Roma e il “suo” Otello, con la coreografia di Fabrizio Monteverde.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2010 21:45
Parte la rassegna Fior di Danza 2010

Martedì 30 marzo ritorna Fior di Danza, un appuntamento consolidato, molto atteso e di indubbio richiamo per gli appassionati dell’arte coreutica. Per questa quinta edizione Fondazione Toscana Spettacolo (circuito regionale riconosciuto dal Ministero per la prosa e, da poco meno di un decennio, anche per la danza) ha trovato nel Comune di Campi Bisenzio un interlocutore ideale che ha sposato il progetto di FTS di diffusione della danza, per una nuova cultura e formazione del pubblico, mettendo a disposizione della rassegna il “nuovo” Teatro Dante, uno spazio moderno e di grande prestigio. L’inaugurazione è affidata al Balletto di Roma impegnato nella rilettura dell’Otello, una produzione per l’ensemble firmata da Fabrizio Monteverde. Dopo il grande successo di critica e pubblico riscosso nelle scorse stagioni con il suo Giulietta e Romeo sempre per il Balletto di Roma, il Maestro del dance-drama “post romantico” si cimenta in una nuova rivisitazione ispirata al testo shakespeariano (quindici anni fa si era già confrontato con questo capolavoro realizzando uno spettacolo per il Balletto di Toscana).

Per il Balletto di Roma Monteverde fa un’esplorazione contemporanea e provocatoria della tragedia e propone una narrazione danzata che mira a svelare ed esaltare le pulsazioni della passioni che si celano dietro la ragione, piuttosto che a ripercorrere la storia. Lo spettacolo Il racconto si consuma in un moderno porto di mare, una scelta mirata di Monteverde a voler chiarire la sua personale intuizione: se Otello è davvero un “diverso”, un outsider, non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere “straniero”, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di “zona franca”, un limbo dove si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità dove, per il continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero, il diverso non esistono.

Allo stesso modo, la forte presenza del mare – che qui non viene relegato, come nel testo di Shakespeare, ad un suggestivo sfondo di Venezia o Cipro – suggerisce i segreti della passione e la loro tempestosa ingovernabilità, gli slittamenti progressivi e inevitabili nei territori proibiti del piacere, della gelosia e del delitto. Il protagonista è un dominatore che, imbrigliato nel triangolo mai equilatero Otello – Desdemona – Cassio, sottomette quest’ultimo e soggioga la donna, figura non più angelicata come nel racconto originale, ma creatura volitiva, passionale e sensuale.

La trama funge solo da fil rouge per unire le situazioni erotiche e le numerose danze di insieme. Suggestionato anche da atmosfere cinematografiche (esplicito è l’omaggio a Querelle de Brest di Fassbinder) il coreografo-regista lascia confluire tutto nel tragico finale, nel quale la violenza deflagra nell'omicidio della donna, vittima sacrificale di intrighi, giochi di prevaricazione erotica e di subdoli legami psicologici. Pertinente anche la scelta musicale, lo spartito languido e sensuale di Dvoràk, che qui trova una sua perfetta collocazione fungendo da sottile contrappunto ironico all’azione dei personaggi. Interpreti principali: Giovanni Ciracì (Otello), Claudia Vecchi (Desdemona) - già partner di Kledi Kadiu nel Giulietta e Romeo - Placido Amante (Cassio), Marco Bellone (Jago), e Azzurra Schena (Emilia) - che interpretò il ruolo di Cenerentola creato sempre da Monteverde.

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