Alla Champion di Scandicci procedura di mobilità per 23 addetti

La ditta di abbigliamento sportivo, nata a New York nel 1919, ed oggi leader in 60 paesi in Europa, Africa e Medioriente con 200 negozi lo scorso 22 gennaio ha aperto una procedura di mobilità per 57 addetti, 23 dei quali operano nella sede di Scandicci.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2010 19:48
Alla Champion di Scandicci procedura di mobilità per 23 addetti

L’assessore ai Rapporti col Consiglio ha risposto ad un’interrogazione dei consiglieri Nascosti, Sensi e Franchi sulla situazione alla Champion Europe Srl di Scandicci. Una ditta di abbigliamento sportivo, la Champion appunto, nata a New York nel 1919 ed oggi leader in 60 paesi in Europa, Africa e Medioriente con 200 negozi. Il gruppo, formato da 4 aziende, ha tre sedi ove sono impegnati 800 dipendenti. L’assessore ha spiegato che a Scandicci opera il centro design con l’ideazione dei prototipi ed è, quindi, la sede dove è presente il cervello del gruppo.

La Champion, lo scorso 22 gennaio ha aperto una procedura di mobilità per 57 addetti, 23 dei quali operano nella sede di Scandicci. La vertenza ha carattere nazionale. Il 5 febbraio si è svolto il primo incontro tra le parti, il 10 febbraio si è tenuta l’assemblea dei lavoratori e lo scorso 18 febbraio si è svolto un ulteriore incontro tra le parti. L’azienda ha motivato la richiesta di mobilità con la crisi dell’abbigliamento sportivo e la conseguente perdita di importanti commesse, a cominciare dall’esclusiva che l’azienda aveva con la Lega professionistica di basket statunitense.

Da ricordare che nel 2011 scadrà l’affitto della sede di Scandicci. L’azienda avrebbe comunque rassicurato i sindacati circa la permanenza a Scandicci anche in considerazione della rilevanza di Firenze nel campo della moda. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda di versare quanto dovuto a livello previdenziale per garantire ai lavoratori l’accesso agli ammortizzatori sociali ma per quasi tutti i lavoratori è previsto un solo anno di mobilità. Per Franchi si è detta convinta che le parti si siano mosse a tutela insomma di questi operai.

Ed è interessante la rassicurazione che l’azienda ha interesse a rimanere a Scandicci. Franchi ha ricordato come Scandicci, negli ultimi anni, ha pian piano subito un abbandono da parte di molte aziende e quindi questo sarebbe un colpo molto grosso per l’economia del Comune. La consigliera ha invitato l’Amministrazione ad essere vigile, perché il territorio scandiccese è, insieme a quello di Sesto, quello che ha subito maggiormente una forte contrazione.

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