Autotrasporti: lavoro e sicurezza sulle strade toscane

Sciopero di camionisti e conducenti con presidio Cgil-Cisl-Uil di categoria a Firenze davanti alla Prefettura e a Livorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2017 15:30
Autotrasporti: lavoro e sicurezza sulle strade toscane

 A Firenze si è svolto un presidio sotto la Prefettura, a Livorno sono stati effettuati presìdi alle Rotatorie di Stagno e in via di Firenze per lo sciopero nazionale dei lavoratori indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti per l’intero turno di lavoro.L'agitazione vuole contrastare la Commissione Europea che intende modificare il regolamento che disciplina i tempi di guida e riposo del personale viaggiante, cosa che andrebbe a "ridurre drasticamente i tempi di riposo, quello settimanale per i conducenti di autobus e camion scenderebbe da 45 a 24 ore, con le conseguenze di aumentare i carichi di lavoro, minare la salute degli autisti, compromettere la sicurezza di tutti gli utenti stradali".

Ettore Montagna della Filt Cgil Firenze spiega a Nove da Firenze: "Chiediamo che il Governo prenda una posizione chiara sull'orario di lavoro degli autotrasportatori che fanno dalle 13 alle 15 ore di lavoro al giorno. Eliminare un riposo di quasi 2 giorni che spetterebbe di diritto è un rischio per la sicurezza di tutti, lo vediamo con i grandi incidenti in cui sono coinvolti mezzi pesanti".Ecco appunto, noi pubblichiamo ogni anno i dati degli incidenti stradali, ma i protagonisti si sentono coinvolti a che titolo? "Riteniamo doveroso che esistano delle regole per tutto il mondo dell'autotrasporto altrimenti si apre una competizione nell'illegalità che già oggi è presente nel settore.

Già oggi viene chiesto ad alcuni trasportatori di lavorare con il doppio cronotachigrafo in modo da risultare come se ci fossero due autisti mentre spesso si è soli". Mancano gli autisti? "Paesi come la Francia hanno 2000 autisti e spesso sono in due a guidare il mezzo, in Italia questo non avviene ma ci sono 140mila aziende di autotrasporto in Italia ed è un paradosso del sistema che è molto costoso per la carenza di infrastrutture poi abbiamo la polverizzazione delle imprese e quindi abbiamo un 30% di viaggi a vuoto".Cosa comporta questo? "Se non si ha la merce durante il ritorno si prendono lavori anche sottocosto e alla fine c'è uno stress enorme che ricade sull'autista costretto a fare anche operazioni irregolari.

Poi ci preoccupiamo dopo i grandi incidenti perché scopriamo che la vittima non dormiva da giorni oppure ci si scandalizza della diffusione di sostanze stupefacenti spesso legate alla necessità di fare orari infiniti dietro compensi irrisori".Da anni sentiamo parlare di trasporto merci su ferro, sarebbe utile? "Sarebbe necessaria la distribuzione delle merci su ferro. La Svizzera ha fatto la Transit con 58 km di ferrovie utili per eliminare il trasporto merci che attraversava il Paese.

Le merci arrivano oggi a Chiasso e da lì vengono trasferite su migliaia di camion che attraversano l'Italia. Servirebbe un disegno minimo a carattere nazionale. Le merci, almeno quelle che arrivano dall'estero e che spesso arrivano al porto di Rotterdam, potrebbero viaggiare su ferro. In Italia mancano le infrastrutture e le ferrovie trasportano oggi quantità risibili di merci".Grandi esportazioni ed importazioni, vendite online da tutto il mondo e poi, l'ostacolo dell'ultimo miglio, come si risolve il problema? "I trasportatori che fanno la consegna all'ultimo miglio attraverso mezzi più leggeri subiscono ugualmente il mancato controllo nella qualità del servizio eppure spesso abbiamo visto che organizzando questi lavoratori in maniera adeguata attraverso contratti di lavoro corretti l'azienda riesce a starci dentro con i costi perché viviamo un momento di boom economico del settore delle vendite online.

Le multinazionali fanno alti profitti, i controlli devono impedire l'uso di personale che non sia dipendente oppure privo di partita iva".Cosa è il distacco transnazionale? "I camion hanno le ruote.. quindi trasportatori senza regole lavorano anche sul nostro territorio, e non avendo subito i nostri stessi controlli, mettono le nostre aziende fuori mercato perché l'azienda che rispetta le regole costa di più. Anche questo contribuisce ad aumentare gli incidenti sul lavoro visto che l'impegno lavorativo aumenta per mantenere la competitività".

In ambito europeo si starebbe considerando anche "l'esclusione dei conducenti professionali dall'ambito di applicazione del distacco dei lavoratori per 5, 7 o 9 giorni, obbligando il conducente a presentare manualmente ad ogni fermata il codice del paese in cui il viaggio è avvenuto".Tale modifica per i sindacati è assolutamente da evitare perché "porterebbe ad effetti negativi fondamentali ed evidenti, come la legalizzazione della discriminazione sulla base della nazionalità nel trasporto stradale (in termini di retribuzione dei conducenti e condizioni di lavoro), ulteriori distorsioni su i mercati nazionali del lavoro e dei trasporti stradali (incoraggiando le aziende ad utilizzare la forza lavoro a basso reddito), ritardo nell’applicazione delle norme, aumento di pressione, stress e onere amministrativo per i nostri autisti".

Filt Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti si oppongono “a qualsiasi modifica dei tempi di guida e di riposo e all'esclusione dei conducenti dall’applicazione della Direttiva distacchi. E’ necessario continuare a tenere alta l'attenzione su questi temi, perché le scelte della Commissione Europea sembrano avviarsi verso una normalizzazione del dumping sociale, invece di andare a contrastare il lavoro nero e la concorrenza sleale. Tutto ciò ovviamente a discapito dei lavoratori”.

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