​Asl Toscana Centro, comportamento antisindacale: infermieri scrivono a Grillo e Di Maio 

Pronti a presentare ricorso davanti al giudice del lavoro contro il Dg dell’Azienda sanitaria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 giugno 2018 14:13
​Asl Toscana Centro, comportamento antisindacale: infermieri scrivono a Grillo e Di Maio 

 “Gravi ingerenze e comportamenti antisindacali verso la Rsu: ci sono gli estremi per chiedere la revoca del mandato del Direttore Generale dell’Asl Toscana Centro Paolo Morello” il duro attacco del Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, e Cobas P.I., pronti a presentare ricorso davanti al giudice del lavoro contro il Dg dell’Azienda sanitaria, in base a quanto dichiarato questa mattina in conferenza stampa, alla presenza dei legali incaricati dai sindacati.

“Negli ultimi mesi – sottolineano Nursind e Cobas – abbiamo registrato episodi inconcepibili e inaccettabili, a partire dal blocco della contrattazione. Dopo tre mesi di stallo delle trattive, l’Asl ha convocato un tavolo senza convocare i responsabili eletti nella Rsu, legittimamente insediatasi lo scorso 29 maggio”.

“Come negli ultimi tre mesi, la convocazione è stata indirizzata unicamente ai firmatari del contratto nazionale Cgil, Cisl e Uil – aggiungono i sindacati – ignorando totalmente la rappresentanza sindacale unitaria che, come dice il nome stesso, si fa portavoce delle istanze di tutto il personale. Un comportamento scorretto, che delegittima i rappresentanti regolarmente eletti, limitando le libertà e le funzioni sindacali. Tutto ciò nonostante l’invio di almeno sei richieste di incontro. Ricordiamo che l’esclusione delle Rsu in sede di contrattazione decentrata rende privi di validità tutti i provvedimenti discussi”.

“Tale condotta è gravissima, in quanto così agendo la Direzione aziendale ignora i risultati delle elezioni e delle delibere Rsu, integrando atti contrari e vietati dall’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori”, si legge nella diffida già inoltrata ai vertici della Asl Toscana Centro dai legali Caldesi, Tarantino e Mati per conto del Nursind e Marco Ronchi per conto di Cobas, a cui ha fatto seguito una lettera indirizzata dal sindacato Nursind ai neo-ministri del Lavoro Luigi Di Maio e della Salute Giulia Grillo, nonché alle istituzioni regionali, anche da parte dei Cobas. Lettera che per il momento non ha trovato riscontro effettivo. Il ricorso per comportamento antisindacale nei confronti della Asl Toscana Centro è pronto per essere depositato.

“Il risultato è il blocco delle trattative da tre mesi, in un periodo in cui – sottolinea Giampaolo Giannoni, responsabile Nursind Toscana – le istanze in discussione sono numerose e particolarmente pressanti, dal contratto integrativo alla perdurante carenza di personale”.

“Questo è un caso unico in Italia – sottolinea Paolo Porta, dirigente nazionale Nursind – non si è mai vista una situazione del genere: il sindacato confederale si rivolge direttamente alla direzione aziendale, ovvero al datore di lavoro e il direttore generale interferisce in modo illegittimo con le dinamiche sindacali. La legge vieta i cosiddetti ‘sindacati gialli’, che prefigurano un accordo tra datore di lavoro e organizzazione sindacale. Il datore di lavoro non può scegliersi il sindacato con cui trattare. Chiamiamo in causa anche la Regione Toscana: ci aspettiamo una presa di posizione seria da parte dell’assessore Stefania Saccardi, per ristabilire la legalità”.

“Ci sono voluti 39 giorni per l’insediamento della Rsu – aggiunge Andrea Calò, responsabile Cobas - quasi quanto quelli per formare il Governo. Erano presenti 86 eletti su 93, l’assemblea era assolutamente valida e non è stata formalizzata nessuna contestazione, come prevede l’art.7 del regolamento. E’ successo un fatto nuovo: la Cgil che poteva contestare il verbale con l’Aran o in tribunale, si è rivolta al datore di lavoro. E’ incomprensibile il fatto che un’organizzazione sindacale si rivolga al datore di lavoro per far prevalere le proprie istanze. E’ un fatto politico inedito ed è la dimostrazione del consociativismo esistente tra azienda sanitaria e Cgil”.

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