​Artigianato toscano crollato: chiuse 1.806 imprese nel 2014

"Anche il 2015 sarà un anno difficile" prevede CNA Toscana che non vede la ripresa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2015 13:21
​Artigianato toscano crollato: chiuse 1.806 imprese nel 2014

Nel 2014 l’artigianato in Toscana ha perduto altre 1.806 imprese: le imprese artigiane in Toscana al 31 dicembre 2014 sono 109.491, le nuove aziende nate nel corso dell’anno sono state 8.441, mentre le cessazioni 10.247.

Dal 2008, anno dell’inizio della crisi, al 2014 in Toscana sono scomparse 9.335 imprese artigiane.

L’artigianato toscano è ora numericamente inferiore ai livelli del 2000, quando le aziende erano 110.912.

In numeri assoluti:Per quanto riguarda i settori, le costruzioni sono il comparto in cui l’artigianato continua a pagare il prezzo più alto alla crisi (-1566); in controtendenza abbigliamento (+93) e pelletterie (+76), sostanzialmente stabile l’alimentare (+24).Per quanto riguarda il dato territoriale, tutte le province toscane mostrano un segno meno con le perdite più alte a Firenze (-581) e a Lucca (-451) e più basse a Livorno (-24), Prato (-30) e Pisa (-49); ci sono poi Grosseto a -161, Pistoia -149, Siena -141, Arezzo -112, Massa Carrara -108.

(dati Movimprese – InfoCamere).

“Quello che più preoccupa al di là dei numeri negativi – dichiara il direttore CNA Toscana, Saverio Paolieri - è la profonda crisi di medio periodo che ha colpito l’artigianato toscano dall’inizio degli anni 2000. Profondi processi selettivi, imposti prima dall’effetto della globalizzazione dei mercati e poi dall’imperversare della crisi dopo il 2008, continuano a interessare l’economia artigiana della nostra regione, il cui giro d’affari si è grossomodo contratto di un terzo dal 2008.”

Continua il direttore Paolieri: “Il nostro artigianato è quindi ancora molto fragile e le prospettive continuano ad essere orientate alla neutralità o alla crescita zero, ovvero all’assenza di una ripresa. L’indagine del sentiment condotta di recente da CNA Toscana su un campione d’imprenditori prevede per il 2015 miglioramento un po’ su tutti gli indicatori e i livelli produttivi e di fatturato sono attesi in recupero, ma il quadro generale presenta un profilo di sostanziale stazionarietà. A dimostrazione che non si prevede l’inizio di una ripresa vi è lo scarso rilievo della spesa per investimenti: solo il 20,8% delle imprese prevede che effettuerà investimenti nel corso del primo semestre 2015.

Sarà quindi ancora un anno difficile quello che è da poco iniziato”.«Attraverso un percorso di partecipazione, scriviamo insieme il programma di governo della nuova Città Metropolitana di Firenze». Con queste parole Dario Nardella, sindaco di Firenze e della Città Metropolitana, insieme a Sandro Fallani, sindaco di Scandicci e consigliere delegato per lo Sviluppo Economico, si è presentato stamani all’incontro con le maggiori categorie economiche della città. Un territorio che conta oltre 1 milione di abitanti, che produce il 40% del Pil dell'intera Toscana e dove si hanno le maggiori concentrazioni di investimenti stranieri, necessita di un quadro di relazioni unitarie con il mondo economico e le sue rappresentanze.

Andrea Calistri, presidente Cna Firenze, presente all’incontro con il direttore generale Franco Vichi, ha accolto l’invito del sindaco, con parere favorevole, ricordando l’esperienza messa in campo da Cna Firenze con i colleghi di Prato e Pistoia per un unica Cna di Area Vasta e auspicando la necessità di fare squadra nel nuovo ente metropolitano, anche con Regione e Governo centrale sui temi della legalità delle filiere produttive, dall’agroalimentare al settore del lusso e alla meccanica.

Cna Firenze, nei tavoli di approfondimento che scaturiranno da questa nuova stagione di collaborazione e in questo percorso di partecipazione annunciato dal sindaco Nardella, ha segnalato fra l’altro al sindaco altri quattro punti da inserire nel costituendo piano strategico della Città Metropolitana: la stipula del protocollo sugli appalti pubblici, con l’applicazione della legge 180/2011 Statuto delle Imprese (spacchettamento appalti, nuovi capitolati che favoriscano il lavoro e quote certe di commesse alle piccole e medie imprese del territorio, ecc.), l’individuazione verso le stazioni appaltanti dei nodi infrastrutturali, tramvia in primis, di criteri di affidamento dei lavori in subappalto verso le imprese locali e un quadro omogeneo sotto l’aspetto della pianificazione urbanistica nei 42 comuni che compongono la Città Metropolitana, con regolamenti unici nelle attività economiche e semplificazioni burocratiche ed uniche procedure per lo snellimento delle attività riguardanti ad esempio gli Sportelli delle Attività Produttive (Suap).

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