Arresti e perquisizioni per vino adulterato e contraffatto

L'indagine denominata “Bacco” è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2016 12:24
Arresti e perquisizioni per vino adulterato e contraffatto

I Carabinieridel NAS di Firenze, hanno disarticolato un sodalizio criminale operante in tutto il territorio nazionale, dedito alla produzione ed alla immissione nel circuito commerciale di vino adulterato e contraffatto.Falsa l'etichettatura delle bottiglie recante la denominazione di origine controllata e garantita ed adulterato con alcol il contenuto.

Nella mattinata, i Carabinieri del NAS, collaborati da militari dei Comandi Provinciali di Firenze e Salerno, hanno arrestato su disposizione del GIP del Tribunale di Firenze tre persone che rivestivano posizioni di primo piano all’interno dell’associazione criminale, ed eseguito diverse perquisizioni.Le indagini,dirette dal Sostituto Procuratoredella DDA di Firenze Dott. Giulio Monferini, hanno permesso di individuare 10 soggetti i quali, agendo all’interno di una articolata organizzazione criminale, ove ognuno ricopriva un ruolo ben specifico, hanno prodotto e commercializzato, in Italia eall’estero, vino adulterato con aggiunta di alcol, per aumentarne la gradazione rispetto al prodotto naturale, e contraffatto facendolo apparire quale vino di alta qualità, mediante apposizione sulle bottiglie di false etichette di vini pregiati, ovvero di fascette recanti il sigillo di Stato contraffatte ed attribuenti la DOC e DOCG, il tutto idoneo adindurre in errore il consumatore e l'operatore commerciale di vendita al dettaglio.All’interno dell’organizzazione, ricoprivano un ruolo di primo piano i tre arrestati: il titolare di un’azienda agricola ubicata in provincia di Firenze, ove avveniva l’imbottigliamento ed il confezionamento del vino adulterato e contraffatto, e due soggetti campani, i quali procuravano tutto il materiale necessario alla contraffazione (etichette, fascette, capsule, imballaggi).Una volta confezionato, il vino veniva temporaneamente stoccato in depositi di ditte riconducibili agli indagati, ubicate nel Lazio ed in Emilia Romagna, per poi essere venduto sia in Italia che all’estero (una partita di vino composta da diciottomila bottiglie è stata spedita in Costa Rica, località di dimora di uno degli indagati).Gli arresti odierni, e le numerose perquisizioni eseguite lo scorso mese di febbraio in Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Campania, hanno permesso di interrompere l’illegale commercializzazione del vino; sequestrate l’azienda agricola toscana, ove erano presenti 9.000 litri di vino rosso pronto per essere imbottigliato, un centinaio di bottiglie già confezionate, centinaia di etichette e fascette di vino di vari marchi e migliaia di capsule, il tutto falsificato, e 30 litri di alcol utilizzato per l’adulterazione.“Vogliamo ringraziare il Nas e la Direzione distrettuale Antimafia di Firenze per aver impedito l'ennesimo tentativo di danneggiare il nostro mercato falsificando e alterando i nostri prodotti” dichiara Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti in merito all'operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, che ha consentito di smantellare un'associazione per delinquere finalizzata alla produzione ed alla immissione nel circuito commerciale di vino adulterato e contraffatto che ha portato a tre arresti e altri sette indagati. “Un plauso in particolare anche al ristoratore che ha fatto la segnalazione da cui è stato possibile avviare le indagini.

Un segnale importante che indica come la ristorazione abbia tutto l'interesse nel proporre vini veri e buoni che rendono il nostro territorio un luogo di eccellenza che tutti abbiamo il dovere di tutelare. Come dobbiamo tutelare - conclude Busi - le migliaia di aziende che su questo territorio ogni giorno operano onestamente nel rispetto delle norme producendo con sacrificio un prodotto che viene esportato e apprezzato in tutto il mondo.”

“Il vino adulterato spacciato per pregiato Doc e Docg poteva provocare un danno incalcolabile alle tantissime aziende del territorio che con professionalità lavorano ogni giorno per offrire sui mercati nazionali e internazionali prodotti di qualità. Solo grazie all’azione congiunta della magistratura, delle forze dell’ordine e dei produttori onesti si è riusciti a smantellare questa associazione a delinquere” Francesco Colpizzi, presidente della federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana commenta così l’operazione. “Il vino è uno dei prodotti più importanti per la nostra economia e per tale motivo va tutelato e valorizzato, così come va protetto quel tessuto produttivo che contribuisce a rendere unica la nostra regione.

Non dobbiamo mai abbassare la guardia, ne va dell’immagine stessa della Toscana nel mondo”.Coldiretti Toscana esprime plauso per "una azione, come sempre tempestiva ed efficace, che deve ritenersi a tutela delle produzioni di eccellenza del nostro territorio ed a garanzia dei consumatori. Chianti doc, Brunello di Montalcino e Sassicaia, insieme alle altre Doc e Docg, rappresentano la punta di diamante dell’export toscano nel mondo con un valore di oltre 900 milioni di euro. Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo di un settore che sta registrando continui record nella capacità di penetrazione sui mercati mondiali, puntando su un percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato tutto il vino italiano nel 2016 a raggiungere il record storico nelle esportazioni per un valore stimato in 5,2 miliardi. A nessuno può essere concesso di minare - conclude Coldiretti Toscana – un patrimonio di credibilità costruito nel tempo dal vino Made in Italy e Made in Tuscany che oggi è divenuto la principale voce dell’export agroalimentare sia nazionale che regionale".

"E' alta la guardia in Toscana contro chi commette frodi alimentari. La brillante operazione coordinata dalla Dda di Firenze contro un'organizzazione che adulterava vino scadente spacciandolo per prestigiose Doc e Docg ha portato ancora una volta un duro colpo a chi delinque taroccando uno dei prodotti più importanti della nostra economia. E' una battaglia che vede in prima linea la Regione, a fianco dei produttori, della magistratura, delle forze dell'ordine" così dichiara il presidente della Toscana, Enrico Rossi."Contro le frodi alimentari – continua Rossi – abbiamo sottoscritto nei mesi scorsi un protocollo con le Procure di Firenze, Arezzo, Grosseto e Siena con l'obiettivo di rafforzare l'attività degli uffici giudiziari, dotandoli di personale amministrativo.

Credo che anche questa inchiesta sia un buon frutto di quell'intesa. Le frodi alimentari non sono solo un'attività criminale, con effetti economici e sulla salute dei cittadini, ma rappresentano un enorme danno d'immagine per la Toscana"."Rivolgo – conclude Rossi – il mio ringraziamento alla magistratura per il suo prezioso lavoro e confermo a tutto il mondo dell'imprenditoria agricola l'impegno della Regione in difesa della qualità e della tipicità delle produzioni toscane".

In evidenza