Anna Maria Luisa de' Medici: fra arte e politica, un'illuminista ante-litteram

Al Museo delle Cappelle Medicee, fino al 2 novembre 2014, la mostra celebra l'ultima Medici che seppe tramandare ai posteri i fasti dei suoi antenati.

07 aprile 2014 18:14
Anna Maria Luisa de' Medici: fra arte e politica, un'illuminista ante-litteram

FIRENZE - Se il capoluogo toscano può oggi vantare un patrimonio artistico unico al mondo, lo deve in buona parte alla lungimiranza di Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima della dinastia a lasciare questa Terra nell'ormai lontano 1743. A quest'affascinante figura politica e culturale, il Museo delle Cappelle Medicee rende omaggio con Arte e Politica. L'Elettrice Palatina e l'ultima stagione della committenza medicea in san Lorenzo, promossa, fra gli altri, dalla Soprintendenza fiorentina e Firenze Musei.

Una mostra che getta una poetica luce su una personalità raffinata e lungimirante, attraverso una vasta scelta di ritratti, documenti, carteggi, anche inediti, che ripercoorono la sua infanzia a Firenze, il matrimonio per procura, la vita da sovrana nel Palatinato, e infine il ritorno a Firenze, ormai vedova, nel 1723, dove concluse i suoi giorni due decenni più tardi. La sua figura rivive nelle cinque sezioni che costituiscono la mostra, a cominciare con L’infanzia e gli anni giovanili al Poggio Imperiale, dove, accanto ad alcune miniature della Villa, spicca un tenero ritratto, eseguito dal Suttermans, della futura Elettrice ancora bambina, in un'elegante veste di broccato rosso. La giovinezza e il matrimonio si apre con il bel ritratto di Anna Maria Luisa come Flora, opera di Antonio Franchi, a fianco del quale spiccano il documento dei patti matrimoniali fra Maria Luisa e Giovan Guglielmo di Neuburg, un raffinato stendardo augurale in seta, qui esposto per la prima volta, e raffinate incisioni dei festeggiamenti che animarono la città di Firenze, quali cortei mascherati e partite dell'antico Gioco del Calcio.

A testimonianza dell'attività filantropica dell'ormai Elettrice, e del marito, l'Allegoria degli Elettori palatini come protettori delle Arti, tela di Bartolomeo Van Douven. La terza e quarta sezione, Il rientro a Firenze e l’impegno per la chiesa di famiglia, rappresentano il nucleo centrale dell’esposizione e illustra gli anni immediatamente successivi al ritorno a Firenze dell’Elettrice rimasta vedova nel 1716. In questi anni prende avvio l’ultima stagione della committenza medicea nella grande fabbrica laurenziana, documentati dai numerosi bozzetti e progetti (non tutti realizzati, come la facciata della chiesa), ma soprattutto dalla Relazione che gli architetti Giuseppe e Ferdinando Ruggieri redassero a conclusione dei restauri della basilica medicea, e che sarebbe risultata prezioso strumento anche per i restauri dei secoli successivi.

Chiude la mostra la quinta sezione, Gli epigoni,con la morte avvenuta il 18 febbraio 1743, nella quale incisioni e pubblicazioni dell’epoca illustrerao le cerimonie legate a quell’evento, che lasciò profonda impressione nei fiorentini, consapevoli che con lei tramontava un'epoca.

L'importanza dell'Elettrice Palatina per la città di Firenze sta tutta in quella Convenzione del "Patto di famiglia", che, stipulata il 31 ottobre 1737, pochi emsi dopo la scomparsa dell'ultimo Granduca Gian Gastone, vincolò i Lorena - nuovi sovrani di Toscana -, a non allontanare dalla Città del Fiore "... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri".

Questa Convenzione, il cui testo originale è esposto in mostra, fu tra le prime in assoluto nel mondo, a legare il patrimonio artistico al territorio. Paradossalmente ma non troppo, pensando un istante a quello che è il costume italiano, la figura dell’Elettrice Palatina subì nei secoli un lungo e poco dignitoso oblio, se è vero che un saggio di Young del 1939 denunciava una pressoché totale ignoranza della città di Firenze nei confronti dell’ultima Medici, alla quale soltanto dopo decenni si è iniziato a rendere giustizia; il Consiglio Comunale commemora l’anniversario della scomparsa, avvenuta il 18 Febbraio, appena dal 2001.

Anna Maria Luisa fu, come i suoi antenati, una grande collezionista e intenditrice d’arte, e gli stessi Musei Fiorentini, visitato oggi da milioni di visitatori ogni anno, devono la loro esistenza al suo lascito. San Lorenzo, gli Uffizi, Palazzo Pitti, costituiscono la colonna portante della cultura cittadina e chi, oggi, lavora nei Musei Fiorentini, è, in un certo senso, erede dei funzionari, archivisti, conservatori di Maria Luisa, e il peso e l’onore di questa tradizione devono costituire lo stimolo per continuare a curare e conservare per i posteri questo straordinario patrimonio artistico.

Una figura, la sua, che anticipa l'Illuminismo e l'idea della cultura quale patrimonio dell'umanità, e mezzo indispensabile per il progersso civile e morale. Redingendo la Convenzione, aveva ben presente la portata del suo gesto, mossa da un profondo amore per Firenze e la Toscana. Un amore che la permanenza in Germania, a Dusseldorf, contribuì a rendere più consapevole, anche con il costante paragone fra i monumenti tedeschi e quelli della sua terra natia. Visitare la mostra porta a interrogarsi su cosa significhi un tale gesto per le generazioni future.

Quello attuale è un periodo storico molto difficile, un cruciale passaggio fra vecchio e nuovo. Similmente, anche l’Elettrice Palatina visse un momento del genere, assistendo al passaggio dalla dominazione medicea a quella lorenese, e con lungimiranza e intelligenza politica, seppe servirsi delle nuove condizioni per conservare la tradizione del passato. Comportamenti che ancora oggi dovrebbero muovere la politica, non soltanto in ambito culturale ma a livello generale, in modo che alle generazioni future si possa continuare a trasmettere valori, sapienza, e speranza.

Un compito che in buona parte spetterebbe alla politica, la quale, dopo anni d'inerzia e qualunquismo, soltanto da poco ha cominciato amuovere passi concreti con il decreto "Valore cultura", che destinerà ingenti risorse alla riqualificazione di musei, teatri, siti archeologici, e quant'altro.

La mostra è visitabile fino al 2 novembre, dal lunedì alla domenica. Ulteriori informazioni al numero 055-294883.

Nella foto: Anna Maria Luisa de' Medici in veste di Flora, ritratta da Pier Dandini (attribuito)

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