Anag al Grappa Day: distillati precursori di bioeconomia e sostenibilità

La presidente Paola Soldi interviene a margine dell’iniziativa che si è svolta nei giorni scorsi a Torrita di Siena

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2015 13:30
Anag al Grappa Day: distillati precursori di bioeconomia e sostenibilità

“La grappa e le acquaviti di uva, ottenute dai residui dei processi di vinificazione, permettono di smaltire quanto resta della lavorazione del vino in maniera eco-compatibile e sostenibile, con benefici anche economici per le aziende vinicole. Per questo motivo, occorre un impegno crescente e congiunto di tutto il mondo della distillazione per sviluppare la sinergia con le realtà vinicole e valorizzare sempre di più questo aspetto e i prodotti di eccellenza che ne derivano”. E’ quanto afferma Paola Soldi, presidente di Anag, Assaggiatori grappa e acquaviti a margine del Grappa Day che si è svolto nei giorni scorsi a Torrita di Siena, promosso dalle Distillerie Bonollo e aperto dal convegno “Grappa, distillazione e sostenibilità”, che ha visto la partecipazione di esperti del settore, quali i professori Vittorio Novellino, Carlo Viviani e Riccardo Cotarella.

Molti anche i rappresentanti del mondo della distillazione italiana presenti, tra cui Elvio Bonollo, presidente dell'Istituto Nazionale Grappa e Beppe Bertagnolli, presidente dell’Istituto Tutela Grappa Trentina.

“Nel corso del convegno - aggiunge Soldi - si è parlato molto di bioeconomia, un ambito del quale la grappa è sicuramente fra i precursori. Il nostro distillato di bandiera, infatti, così come le acquaviti nasce dalla lavorazione del residuo della vinificazione, a partire da uve, vinacce e fecce. Con le tecniche attuali, è possibile non avere quasi nessun residuo di scarto. Dopo la distillazione, infatti, esaurite di alcol le vinacce, si ottengono olio dai vinaccioli, ricco di polifenoli e utile anche in campo cosmetico; acido tartarico, usato nel comparto alimentare poiché naturale e non da derivazione chimica, e fertilizzanti azotati.

A tutto questo, si unisce la possibilità di produrre bioetanolo, ottenuto senza mettersi in competizione con altre colture e consumare terreno. Ultima, ma fondamentale sotto l’aspetto ambientale ed economico, è la produzione di energia termica rinnovabile, che può rendere autonome le distillerie e ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Un’opportunità che alcune realtà hanno già colto e che può essere un aiuto significativo sotto il profilo dei costi, in un contesto normativo che certamente non favorisce il settore, con accise e imposte piuttosto pesanti da sostenere e che gravano, soprattutto, sulle piccole distillerie”.

 

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